La Cassazione da ragione alla difesa.
Modena 6 giugno 2009
Dopo l’udienza di ieri, 5 giugno 2009, in cui si è celebrata avanti alla 3° Sez. penale della Corte di Cassazione l’udienza ove si è discusso l’ennesimo ricorso presentato dalla dott.ssa Pantani contro la libertà di Pino, come avvocato di fiducia, sento il bisogno, ancora una volta di rivolgermi all’opinione pubblica per portare a conoscenza di tutti l’ennesimo fallimento del PM di riportare, ad ogni costo, Pino La Monica in carcere.
In data 24 gennaio 2009, il Gup dott. R. Nerucci revocava gli arresti domiciliari, disponendo l’immediata libertà di Pino; in data 5 febbraio 2009, l’appello del PM al Tribunale delle Libertà avverso l’ordinanza di scarcerazione, veniva, addirittura, dichiarato inammissibile per vizio di forma; in data 12 febbraio 2009, lo stesso PM, sosteneva di aver accertato “nuovi fatti che depongono per un’aumentata pericolosità sociale”, chiedendo, in buona sostanza, al collegio Giudicante ( Dott. S. Scati, dott. G. Ghini e dott. P. Mondanini ) di riapplicare la misura cautelare in carcere.
Il giorno dopo gli stessi giudici che devono giudicare La Monica così decidevano: “Alla luce di tutto quanto precede la richiesta del PM deve essere rigettata. PQM Rigetta, la richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di La Monica Giuseppe”.
Di fronte a questa, ennesima “sconfitta”, la dott.ssa Pantani, proponeva, addirittura, appello contro la decisione del collegio giudicante.
In data 11 marzo 2009, si è celebrata a Bologna, con la presenza straordinaria ed eccezionale della stessa dott.ssa Pantani, l’udienza avanti al Tribunale delle Libertà.
In data 13 marzo 2009, il suddetto Tribunale decideva di respingere l’appello del PM, perchè infondato.
Successivamente, la stessa dott.ssa Pantani proponeva ricorso in Cassazione per vizio di legge nella decisione del Tribunale della Libertà di Bologna.
Ebbene, anche la Corte di Cassazione rigettava il ricorso proposto perché infondato.
A tal proposito, mi preme rammentare come lo stesso Procuratore Generale, unitamente alla difesa, chiedeva ai giudici, il rigetto del ricorso.
Tutto ciò la dice lunga sulla pretestuosità e infondatezza delle motivazioni addotte dalla dott.ssa Pantani a sostegno del suo ricorso.
Se poi si aggiunge che non più di una settimana fa, lo stesso Pino La Monica si rivolgeva alle istituzioni preposte, poiché la stessa dott.ssa Pantani aveva dichiarato il falso, di fatto smentendo essa stessa, c’è da ritenere, purtroppo, che il PM abbia fatto della vicenda di Pino una vera e propria questione personale o addirittura di una probabile ragione di carriera.
Mercoledì prossimo cominceranno ad essere sentiti in aula i testi del PM.
Dopo 15 mesi da quando sono partite le indagini e dagli arresti di Pino, questa difesa non ha ancora tutta la documentazione completa. Se si aggiunge che ci sono gravissimi punti interrogativi nell’intera vicenda processuale, per non parlare di veri e propri conflitti di interessi nelle indagini, specie sulle prime rivelazioni, e soprattutto per ciò che concerne il ruolo del CTU prof. Nizzoli, è lecito chiedersi: ma che tipo di processo si celebrerà?
Sinceramente, come avvocato di fiducia sono stato messo in crisi dall’ ostinato, ossessivo e persecutorio comportamento della dott.ssa Pantani nei confronti della vicenda.
Sicuramente la stessa sarà in buona fede, ma dalle indagini svolte, dai documenti presentati, dalle sue consulenze personali nonché dai 5 ricorsi presentati contro la libertà di Pino, risulta indubbio che per la dott.ssa Pantani, Pino sia già un vero e proprio pedofilo, un pericoloso sociale da tenere chiuso in gabbia, intento in ogni momento ad assalire sessualmente le giovani prede.
Questo è l’aspetto più grave che mi ha messo in crisi, come difensore e come cittadino, e che deve far riflettere tutta l’opinione pubblica reggiana.
Pino La Monica, da più di 6 mesi, è completamente libero come qualsiasi altro cittadino, ha tenuto corsi di teatro con ragazzi e ragazze, ha partecipato attivamente a questa campagna elettorale come un normale cittadino reggiano.
Tuttavia per la dott.ssa Pantani continua ad essere un individuo pericoloso da arrestare.
Ma come è possibile che, al di là del GIP dott.ssa Beretti, il GUP di Reggio Emilia, il Collegio Giudicante dello stesso Tribunale, il Tribunale della Libertà di Bologna e in ultimo la Corte di Cassazione non sono dello stesso avviso? non sono altrettanto preoccupati?
Se avesse ragione la dott.ssa Pantani, questi magistrati sarebbero degli irresponsabili, colpevoli di non aver evitato altri presunti abusi da parte di Pino. Se invece la dott.ssa Pantani ha torto, come appare nelle aule di giustizia, i danni a Pino La Monica e alle famiglie dei ragazzi che hanno frequentato i corsi sono incalcolabili.
Ecco i motivi per i quali, a mio avviso, mercoledì prossimo, nessuno vorrebbe trovarsi, al posto di quei giudici che devono mettere ordine in tanta confusione.
Avv. Francesco Miraglia
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