Psicofarmaci, tornerà a casa la bambina di 7 anni
Modena 4 aprile 2010
In data 21 gennaio 2010, da parte del senatore Cristian De Eccher del PDL, veniva presentato un interrogazione parlamentare, riferito ad una minore di Mirandola con problemi di “ritardo mentale” curata con il farmaco antipsicotico usato per i pazienti psichiatrici e anziani affetti da demenza e con problemi comportamentali psichiatrici e schizofrenici, in altre parole con un farmaco non assolutamente testato per i bambini.
La vicenda di questa bambina di 7 anni nasceva nel mese di dicembre 2007, quando la scuola elementare di Cavezzo effettuava una segnalazione al servizio NPI dell’Ausl di Modena distretto d Mirandola e al Tribunale per i Minorenni di Bologna su una presunta e preoccupante situazione di accudimento precario.
In un batti baleno, il 10 gennaio 2008, il Tribunale minorile emetteva un provvedimento in cui veniva disposto l’affidamento della bambina al servizio sociale dell’ausl di Mirandola, affinchè la stessa minore venisse collocata in idonea struttura, e regolasse i rapporti con i genitori.
Dopo la richiesta di sospendere, immediatamente, l’assunzione del sopra indicato farmaco da parte dell’avv. Francesco Miraglia, in pieno accordo con i genitori della bimba, veniva presentato ricorso al Tribunale per i Minorenni, per contestare l’uso del citato psicofarmaco a danno della bambina e per chiedere il rientro della stessa bambina nella propria famiglia, anche attraverso una CTU.
Ebbene, dopo un anno di perizia, in data 3 aprile 2010, , veniva notificato un decreto dal Tribunale minorile che così decideva: “si evince l’opportunità di sperimentare i rientri della minore presso la madre … con l’obbiettivo, se opportuno e possibile, di giungere ad un rientro definitivo della minore.”
Ancora una volta, in qualità di avvocato sento il bisogno di rivolgermi all’opinione pubblica per denunciare, come nella nostra regione considerata il paradiso dei servizi socio-sanitari, una bambina è stata costretta a subire una sofferenza inaudita e l’allontanamento dai propri genitori.
Gli stessi genitori sono stati considerati colpevoli dai servizi sociali e dal Tribunale per i minorenni per aver danneggiato la propria figlia, quando invece sono stati i servizi della NPI del territorio a prescrivere psicofarmaci non testati per i bambini e a colpevolizzare la stessa famiglia senza dare una adeguato sostegno.
Sicuramente il fatto che dopo poco tempo, il giudice minorile abbia recepito la sofferenza della bambina allontanata dalla sua famiglia e che abbia disposto un graduale rientro della stessa minore è da considerarsi un fatto positivo ma dall’altra parte è la dimostrazione che sia i servizi socio-sanitari che la cosiddetta giustizia minorile necessità si una radicale riforma.
Tenere una bambina di 7 anni sotto trattamento di farmaci off-label e in un istituto per quai la metà della propria vita è senza dubbio un abuso.
La giustizia minorile con i suoi annessi e connessi non funziona, le nostre istituzioni trattano i bambini che presentano spie o segni di disagio come veri e propri malati di mente da chiudere in orfanotrofio o piccoli manicomi.
Occorre che finalmente l’opinione pubblica prenda conoscenza e coscienza di queste problematiche relativi ai disagi infantili e adolescenziali trattati con psicofarmaci e sempre più spesso come vere e proprie patologie psichiatriche.
I danni fisici e psicologici conseguenti a questi trattamenti sono innumerevoli e che durano spesso per tutta la vita.
Urge, quindi, una presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica, delle nostre istituzioni e rappresentati politici su problemi di questo genere che spesso vengono affrontati senza una adeguata ricerca scientifica e con farmaci di cui non si conoscono assolutamente gli effetti su i bambini, senza tralasciare, inoltre, l’urgenza di una riforma radicale dei vari servizi socio-sanitari e tribunale in merito.
Psicofarmaci, tornerà a casa la bimba affidata all’ausl
Assunse, psicofarmaci tornerà a casa
No Comments