Caso Anna Giulia, il padre della bimba inizia lo sciopero della fame

Caso Anna Giulia, il padre della bimba inizia lo sciopero della fame

Rinchiuso nel carcere di Massa, Massimiliano Camparini, padre della piccola Anna Giulia, ha scritto al suo avvocato Francesco Miraglia, annunciano lo sciopero della fame. L’ennesimo tentativo per dare una sferzata al suo caso.  L’uomo, insieme alla moglie Gilda Fontana, è accusato del sequestro della figlia, prelevata da una struttura protetta gestite dalla suore del cenacolo francescano.  «Caro avvocato Miraglia – si legge nella lettera scritta in cella – ho perso totalmente fiducia nello Stato italiano e nelle istituzioni. Mi sto facendo alcune domande: come è possibile che, spacciatori, omicidi, politici corrotti e truffatori riescano per cavilli legali a stare in libertà e godere ancora di rispettabilità, mentre io, padre di famiglia, vengo ritenuto colpevole di sequestro di persona, come se fossi un appartenente dell’anonima Sarda. Mi chiedo come mai mi trattengono qui in carcere come il peggiore dei delinquenti nonostante il mio atto fosse a dimostrare di essere un buon padre. Per far vedere che mia moglie è una buona madre. L’abbaglio che il Tribunale dei Minori di Bologna ha preso, mi riferisco al giudice che ha preso la decisione, è la cosa più crudele che una donna e madre potesse sopportare. Togliere i propri genitori a una bambina di 3 anni e viceversa ovviamente, come fosse un oggetto da custodire come le guardie custodiscono me. La differenza è che io qui mi sento un uomo libero mentre a mia figlia (prove alla mano), gli inculcano, le Sorelle (suore), che i genitori sono dei «biricchini». Mi domando perché, nonostante lei avvocato avendo fatto ricorso al tribunale della libertà per far sì che io potessi uscire per poter assistere agli incontri con mia figlia, la domanda mi è stata rigettata motivando che per soli e dico soli 3 minuti si tratta di sequestro di persona e non al limite sottrazione di minore. Sono servite a poco le svariate foto che testimoniano che nella famiglia riunita la mia piccolina stava benissimo ed era felice con mamma e papà. E mi chiedo

ancora se è possibile che quei giudici non si siano interessati più ampiamente alla vicenda, visto che mia figlia è stata ascoltata dopo 50 giorni dal rapimento. Caro avvocato queste domande fino ad oggi non hanno trovato risposta eppure ci riteniamo un paese libero e democratico dove anche cani e gatti hanno i loro diritti, e i bambini no? Dunque, privato dell’amore e impotente nel darlo, è con grande dispiacere che prendo la decisione più drastica che un uomo può fare, non per la mia libertà o quella di mia moglie, ma per riprendermi la dignità di genitore e dare speranze a mia figlia Anna Giulia. Da oggi farò lo sciopero della fame proprio per vedere se qualcuno può darmi tutte queste risposte. Ringrazio fin da ora tutto il personale del carcere e il comandante e spero che questo gesto non rechi a voi alcun disagio».
Il papà di Anna Giulia annuncia dal carcere lo sciopero della fame

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