Il Comune rimuove un'assistente sociale

Il Comune rimuove un'assistente sociale

Trento, 23 luglio 2011

 

Trento. La vicenda del bambino che sta scrivendo su tutti i quaderni scolastici di voler tornare a casa dalla mamma e che da alcuni mesi non si sta lavando come forma di protesta per il fatto di essere stato allontanato dalla sua mamma sta volgendo a una soluzione. Recentemente il Comune di Trento ha inviato una lettera all’avvocato della mamma Francesco Miraglia in cui si comunica la decisione di sostituire l’assistente sociale di riferimento della mamma. Questo caso era stato denunciato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus per il fatto che un’assistente sociale, indagata ai sensi degli articoli 572, 581, 582 e 610 del Codice penale per reati gravi quali maltrattamenti verso i fanciulli, percosse, lesione personale e violenza privata, non fosse stata rimossa dal caso. Il nostro comitato è molto soddisfatto di quest’apertura da parte del Comune e dei Servizi Sociali che certamente è il segnale della volontà di trovare una soluzione a questa penosa vicenda, sebbene non comprendiamo completamente la volontà di mantenere la vecchia assistente sociale per la parte progettuale. Questo è il secondo caso di cui siamo a conoscenza, dopo la vicenda della sostituzione dell’assistente sociale che si occupava della nipote di due nonni Trentini, in cui si riconosce implicitamente che è necessario migliorare l’operato dei nostri Servizi Sociali.

 
Sebbene soddisfatti di questi timidi tentativi di migliorare le cose, denunciamo la miopia istituzionale dell’assessore alle politiche sociali di Trento che recentemente si è opposta acriticamente all’Ordine del Giorno che chiedeva una riforma dei Servizi Sociali manifestando la sua “completa fiducia” nei confronti dei servizi sociali e arrivando persino a definire offensiva una richiesta di controllo sul loro operato. Purtroppo l’assessore non è stata in grado di recepire le richieste della società civile che le erano giunte da più parti, non ultima la manifestazione del 19 marzo con circa cento mamme e papà che manifestavano il loro disagio nei confronti dei Servizi Sociali. Trento avrebbe potuto essere la prima città ad avviare una riforma, ma la nostra classe politica non ha saputo cogliere le richieste dei cittadini. E a dimostrazione della necessità di tale cambiamento, il comune di Roma Capitale ha recentemente approvato (con votazione palese e non a scrutinio segreto come ha fatto il Consiglio Comunale di Trento) un ordine del giorno molto simile a quello bocciato in Trentino. Anche Verona e Imola stanno per approvare una riforma simile, e parecchi altri comuni si stanno aggregando. Il comune di Trento ha perso la sua occasione ma ci auguriamo che possa cambiare strada per il bene dei nostri bambini.

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