“Mai più un bambino”: denuncia contro la violazione dei diritti dei bambini, la loro psichiatrizzazione e il loro inserimento nelle case famiglia.
Sempre con maggiore insistenza i telegiornali e i giornali nazionali denunciano i maltrattamenti subiti dai bambini, il loro allontanamento dalle famiglie di origine e la loro psichiatrizzazione.
A indignare l’opinione pubblica è stato, di recente, il caso del piccolo di Cittadella (Padova), che lo scorso ottobre, è stato prelevato da scuola dalle Forze dell’ordine per essere portato in una struttura protetta, dopo la decisione del giudice di affidarlo al padre. Notizia prontamente trasmessa, in prima serata, dalla trasmissione “Chi l’ha Visto” e che ha destato numerose polemiche.
Ed è proprio questa ennesima vicenda di violazione dei diritti dei minori che ha portato l’avvocato Francesco Miraglia di Modena, la Prof.ssa Vincenza Palmieri e l’Onorevole Antonio Guidi entrambi di Roma a scrivere un libro sull’argomento dal titolo “Mai più un bambino“ (2013, Roma, Armando Editore), arricchito dalla postfazione del Giudice del Tribunale per i Minorenni di Bologna, Francesco Morcavallo.
Pubblicazione che verrà presentata il prossimo 31 gennaio a Roma, presso la Sala Palazzo Bologna del Senato e che vedrà anche l’intervento, attraverso un video, di “Capitano Ultimo”, cioè il Colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio che nel 1993 arrestò Salvatore Riina, (sulla cui vicenda è andato in onda di recente, su Canale 5, il film “L’occhio del falco”, interpretato da Raul Bova) e che, a Roma, ha aperto una casa famiglia.
Un libro che “denuncia” con dati ed esempi specifici come in Italia un numero elevato di minori viene sottoposto a trattamenti sanitari obbligatori o collocato in case famiglia.
Basti pensare, solo per citare qualche esempio, che 70 bambini all’anno ricevono un trattamento sanitario obbligatorio e 6.000 vengono ricoverati nei reparti di psichiatria (ISTAT) spesso contro la loro volontà e di quella dei genitori.
Sempre nel nostro Paese, 300.000 “piccoli” vengono collocati in casa famiglia con un costo giornaliero che va dai 200 ai 400 euro.
Sempre più minorenni, inoltre, vengono sanitarizzati a causa di Disturbi legati all’apprendimento quali la dislessia, la disgrafia e la disortografia, (32% i bambini del Sud e il 17% del Nord).
Dati “allarmanti” che inducono gli autori a fare una serie di riflessioni, a raccontare e documentare casi vergognosi, a suggerire interventi mirati, sottolineando, ad esempio, come l’allontanamento dei bambini dai genitori spesso produca effetti ancora più traumatici per il minorenne, sottolineando che i servizi sociali, spesso con una certa facilità, favoriscono questo fenomeno quando invece, un buon sostegno educativo genitoriale sarebbe bastato, o ancora si chiedono se le case famiglie non siano spesso piuttosto un businnes sulla pelle dei bambini che non una forma di aiuto effettivo nei loro riguardi considerando anche che queste ultime non vengono spesso adeguatamente monitorate da chi di dovere.
Nel libro vengono poi affrontati altri argomenti quali l’importanza del contesto familiare, della genitorialità, della formazione di figure professionali specifiche che possano seguire in modo adeguato la famiglia come ad esempio quella del pedagogista e suggerite proposte istituzionali e legislative specifiche, oltre ad una petizione, per cercare di sensibilizzare la cittadinanza, gli “addetti ai lavori” in quanto “non ci si può occupare dei minori e non avere fretta, urgenza, guardare al tempo come alla condanna peggiore”, bisogna “arrivare prima di un adulto abusante, prima di una perizia, prima di una sentenza, di una riforma, di “una volante”.
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