Torna a casa la bambina della Valsugana allontanata ai genitori
Torna a casa la bambina della Valsugana allontanata ai genitori
È tornata a casa dal suo papà e dalla sua mamma la bambina del piccolo paese della Valsugana che nel giugno scorso era stata allontanata dalla famiglia a causa di una presunta “conflittualità” e “inadeguatezza” dei genitori. La vicenda di questa ragazza, nasce nell’ambito di una vicenda familiare come centinaia nel nostro paese. Quello che è veramente grave ancora una volta, è l’inadeguatezza e la superficialità del servizio sociale a gestire dei casi così particolari visto che – sostiene l’avv. Francesco Miraglia, avvocato di fiducia del papà – l’unica soluzione prospettata al Tribunale per i Minorenni è stata quella dell’allontanamento e contestuale collocazione in casa famiglia della bambina. Per l’ennesima volta il nostro comitato che, insieme alla consigliera comunale di Trento Gabriella Maffioletti, da anni si occupa della tutela dei minori, ha dovuto constatare l’automatismo tra le relazioni del servizio, le richieste della Procura e il provvedimento del Tribunale senza un minimo di istruttoria che potesse giustificare la sospensione della potestà genitoriale e addirittura gli incontri protetti. All’udienza dello scorso 8 novembre il tribunale effettivamente si è reso conto, dopo la convocazione delle parti e soprattutto dopo aver sentito la minore che la stessa doveva tornare immediatamente nella sua famiglia. Ma allora perché solo tre mesi fa è stato disposto l’allontanamento? Forse si era dato eccessivo peso agli aspetti psicologici? Quali erano i motivi oggettivi? Cosa è cambiato in soli tre mesi? Ci piacerebbe che qualcuno rispondesse a queste domande, anche se temiamo che nessuno lo farà. In seguito all’allontanamento, il papà si è rivolto al nostro comitato che non solo si è limitato ha fornire informazioni ma ha trovato il sostegno per questa famiglia di tutta la comunità del paese della Valsugana, soprattutto di alcune mamme che si sono messe a disposizione della famiglia impegnandosi formalmente in una lettera consegnata all’assistente sociale di Borgo Valsugana. Ci auguriamo ora che la bambina possa prima possibile dimenticare questa brutta esperienza e tornare ai suoi affetti e a una vita serena. Speriamo altresì che l’assistente sociale riveda il suo operato e aiuti veramente la famiglia a superare le proprie difficoltà senza dover ricorrere a provvedimenti tanto gravi o invasivi. Continueremo tuttavia a seguire la vicenda e a vigilare sul servizio sociale affinché questi errori non si ripetano più.
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