Minori vittime dei divorzi: l'appello di Chiara, "Aiutatemi, conosco i miei diritti"

Minori vittime dei divorzi: l'appello di Chiara, "Aiutatemi, conosco i miei diritti"

Minori vittime dei divorzi: l’appello di Chiara, “Aiutatemi, conosco i miei diritti”
In Italia, sono più di 19 mila i minori ospitati nelle strutture di accoglienza. A dichiararlo è l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Fra questi ci sarebbe anche Chiara, l’adolescente di Ferrara che si nega al provvedimento del giudice di trasferirsi in una casa-famiglia
03 dicembre 2015

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ROMA – “In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”. Così recita l’articolo 3 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata dall’Italia il 27 maggio del 1991. Il luogo in cui la “preminenza” dell’interesse del minore viene compromessa maggiormente è la famiglia. A segnalarlo è l’AGIA, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, all’interno della relazione presentata a maggio del 2015 in Parlamento.
Il rapporto del Garante. Delle 506 segnalazioni ricevute nel 2014  –  non dissimili dai dati raccolti nel biennio precedente  –  si registra una “netta prevalenza di casi inerenti alla conflittualità familiare”. Si tratta soprattutto di “coppie gravemente conflittuali”. Dalla prima raccolta dati sperimentale, elaborata dall’AGIA in collaborazione con le 29 Procure della Repubblica, si evince che, fino al 2014, gli ospiti minorenni presenti nelle strutture del territorio nazionale sono 19.245.
Il disperato appello di una 14enne. In una di queste strutture è stata destinata anche Chiara, nome di fantasia scelto per tutelare la privacy dell’adolescente di Ferrara, vittima della diatriba giudiziaria tra i genitori che le sta impedendo di vivere serenamente, privandola della possibilità di studiare e di danzare. Chiara è una ballerina da quando era piccola. Oggi ha 14 anni e danzare, per lei, è molto più di un sogno: è una ragione di vita. A dimostrarlo sono le parole che la minore ha rivolto al Garante per l’Infanzia. Un appello disperato: “Aiutatemi. Conosco i miei diritti”.
Il minore dice “No!” al provvedimento del giudice. Quattro ore le sono servite per chiarire la sua posizione, quando il 25 novembre scorso è stata convocata in Questura a Ferrara, dove ha incontrato la tutrice e l’assistente sociale che si stanno occupando del caso. In quest’occasione, l’adolescente si è opposta al provvedimento dell’autorità giudiziaria, che prevede l’allontanamento dalla madre e il trasferimento della minore a Roma, presso una casa-famiglia, ribadendo la volontà di perseguire il suo sogno di ballerina a Milano.
Vita da reclusa: niente scuola né danza. Un sogno, però, al momento infranto. Infatti, Chiara vive reclusa in casa oramai da tre mesi. I mancati nullaosta non le consentono di andare a scuola e, sebbene dimostri particolare dedizione, tanto da tenersi aggiornata sui programmi scolastici per mezzo del web, questa condizione non le assicura il diritto allo studio né una vita serena e normale, come dovrebbe essere quella di una ragazzina della sua età.
La danza e le lingue: un sogno spezzato. La giovane promessa della danza ferrarese vede sfumare gli obiettivi che si era prefissata per quest’anno: frequentare una prestigiosa scuola di danza a Milano (dopo aver conseguito l’ammissione) e iscriversi a un liceo linguistico per imparare l’inglese e il francese, che  –  come lei stessa sottolinea nell’appello  –  “serviranno per la carriera da danzatrice”. Ad oggi, però, le vicende giudiziarie tra i genitori, seguite dal Tribunale di Roma, non le consentono di portare a compimento i suoi desideri e la costringono a vivere nell’angoscia.
La testimonianza del legale. “La ragazza teme ogni squillo del campanello, terrorizzata che la portino di forza nella capitale”, scrive Francesco Miraglia, legale della madre, all’interno della lettera aperta inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. E continua: “Sta vivendo peggio che se fosse stata condannata alla detenzione carceraria, senza però aver commesso reato alcuno. Può dirsi una colpa quella di essere nata da due genitori che non vanno d’accordo?”. L’avvocato fa sapere anche che “il giudice, nonostante la minore lo abbia richiesto, si è rifiutato di incontrarla personalmente”.
La solidarietà del web e degli amici. La stessa Chiara si interroga sul motivo di tali privazioni: “Ho sempre studiato e ho sempre preso bellissimi voti. Non capisco perché mi si dovrebbe punire in questo modo”. In difesa della minore si è schierato il CCDU, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (https://www. ccdu. org/comunicati/ferrara-circa-200-giovane-ballerina), presente durante la manifestazione dello scorso 21 novembre nella città estense. Anche il web si è mobilitato in suo favore: sono oltre cinquemila i sostenitori del gruppo pubblico, presente su Facebook, “Amici della giovane promessa ferrarese della danza”.
Art. 34 e art. 3 della Costituzione. Risulta evidente, nella storia di Chiara, che il tempo della giustizia sia diverso da quello dell’esistenza, ancor più quando  –  come nel suo caso  –  una innocente, minore, paga a carissimo prezzo gli errori altrui, subendo una condizione disumana che la vede privata a soli 14 anni del diritto allo studio, sancito dall’art. 34 della Costituzione, e della libertà di avere un sogno (diventare una ballerina professionista) come invece le assicurerebbe l’art. 3 che stabilisce l’impegno della Repubblica a “rimuovere gli ostacoli, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
 
 
http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/12/03/news/minori_vittime_dei_divorzi_l_appello_di_chiara_aiutatemi_conosco_i_miei_diritti_-128734162/

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