L’avvocato di famiglia: «Mando tutte le carte al Csm»
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sabato 23 aprile 2016
«Salvati dall’ossessione della madre»
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sabato 23
sabato 23 aprile 2016
L’avvocato di famiglia: «Mando tutte le carte al Csm»
di Francesco Fain
Miraglia: «Mi chiedo per quali ragioni dopo tre anni di indagini non si sia arrivati a una conclusione. Mai fatte perizie
DIFESA
«Porteremo il caso a conoscenza del Consiglio superiore della Magistratura (Csm). Non è possibile che ci sia un simile accanimento nei confronti di una famiglia». Francesco Miraglia, l’avvocato che tutela gli interessi della famiglia goriziana a cui sono stati tolti i due figli, confuta energicamente la versione fornita dalla Procura di Gorizia.
«Intanto dico che è inverosimile che la Procura stia indagando dal 2005 sui mie assistiti, visto che gli stessi sono residenti a Gorizia dal 2010 per esigenze lavorative ma soprattutto mi preme sottolineare che se fosse vero, quanto sostiene il Procuratore c’e qualcosa che non funziona. I bambini hanno 7 e 12 anni, quindi per uno si indagava prima che nascesse per l’altro si indagava da quando il bambino aveva quasi un anno», incalza i legale.
«Ad ogni modo, se dopo 11 anni d’indagini non si è ancora arrivati a una chiusura dell’inchiesta o a un processo, c’è poco da contestare ai miei assistiti. Se invece i tempi d’indagine della Procura di Gorizia sono di 11 anni bisogna cambiare sicuramente l’organizzazione e i modi di lavorare della stessa Procura». Ma non è finita, Miraglia rincara la dose. «Il Procuratore sostiene che i fratellini sono stati sottoposti a perizia, ebbene anche su questo punto devo sottolineare, mio malgrado, che è poco informato sul caso. Difatti, i fratellini non sono mai stati sottoposti a perizia da parte di qualsivoglia Autorità Giudiziaria. A ben vedere, solo nel mese di ottobre 2015, veniva disposta una ctu dal Tribunale per i minorenni di Trieste con il seguente quesito: valutare le condizioni psicofisiche dei minori. Elenchi di eventuali malattie, disturbi, patologie, deficit presentati dai predetti, indicandone le origini e le cure terapie necessarie in relazione agli stessi. Si voleva stabilire se le cure e i trattamenti anche farmacologici ai quali in passato e attualmente sono sottoposti sono congrui».
Miraglia è un fiume in piena. «Sempre per estrema chiarezza mi corre l’obbligo sottolineare che la terapia farmacologia è basata prevalentemente su vitamine (e qui l’avvocato fa l’elenco di una dozzina di farmaci ndr.) tra l’altro prescritte dai professionisti che hanno in cura i bambini. Per quanto riguarda la diagnosi il Procuratore ben dovrebbe sapere che si tratta di una patologia certificata dal Centro regionale delle Malattie rare dell’Ospedale di Udine e da vari altri ospedali. A questo punto auspico che il Procuratore Capo – prosegue l’avvocato Miraglia – prenda cognizione dell’intera vicenda dei miei assistiti e dei figli, di come realmente sono state condotte le indagini».
Miraglia ha una raffica di interrogativi da porre alla Procura. «Perché dopo 3 anni d’indagini non si è ancora arrivati a una conclusione se la responsabilità è cosi chiara? Perché i genitori non sono stati mai ascoltati? Perché si mette in dubbio
quanto sostenuto dal Centro Regionale delle Malattie Rare, dal Besta di Milano dalle vari commissioni mediche, e soprattutto in base quel presupposto scientifico e giuridico si afferma che la terapia farmacologica prescritta dai dottori che si occupano dei bambini sono dannose e pericolose?».
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23 aprile 2016
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