Figli tolti ai genitori denunciati tre medici
Famiglia all’attacco. Nel mirino i dirigenti Bernardi, Calucci e il dottor Reali L’avvocato Miraglia: «Troppi punti oscuri e dichiarazioni contradditorie» di Francesco Fain
Figli tolti ai genitori: la famiglia passa al contrattacco. E denuncia due dirigenti e un neuropsichiatra dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina. Si tratta, nella fattispecie, di Marcella Bernardi, Fulvio Calucci e Serafino Reali (quest’ultimo non più in servizio nella nostra Aas). Si ipotizzano false informazioni al pubblico ministero (articolo 371 bis del Codice penale); false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria (articolo 374 bis) e diffamazione (art.595).
Ad annunciare quest’ultimo, clamoroso sviluppo è Francesco Miraglia, il legale del Foro di Roma che tutela i genitori dei due bimbi goriziani, oggi affidati a una casa-famiglia di Vigevano.
L’altra mattina, l’avvocato era a Gorizia proprio per depositare alla Procura della Repubblica la denuncia-querela, corredata da una decina di allegati. «Cosa imputiamo ai tre dirigenti? La faccio semplice in maniera da essere comprensibile a tutti. In sostanza, quando vennero convocati dal Tribunale dei minori sostennero che i bambini erano “ben curati” da mamma e papà. Quando sono stati chiamati a deporre alla Procura della Repubblica, hanno cambiato totalmente versione», spiega Miraglia.
Che aggiunge: «Su questa vicenda registro una spaccatura netta all’interno dell’Azienda sanitaria. Le affermazioni che hanno determinato l’allontanamento dei bambini dai propri genitori, peraltro, vanno contro le relazioni dell’attuale direttore sanitario facente funzioni Cavallini che certificò la disabilità dei due minori. Proprio per questo, chiediamo con forza che il direttore generale Giovanni Pilati ci convochi: vogliamo capire i motivi per cui ci sono parecchi punti che giudichiamo oscuri, poco chiari».
Peraltro, nel testo della querela, si evidenzia anche come «Reali e Calucci sono stati gli unici a paventare ipercura, medical shopping, chemical abuse (Reali) o sindrome di Munchehausen per procura (Calucci): invece, si tratta di patologie diverse. Insomma, non c’è identità di vedute neppure fra loro», sottolinea ancora Miraglia.
«La vicenda – aggiunge ancora l’avvocato – si dipana a partire dal 2012: sono stati riempiti cinque faldoni di documenti, con innumerevoli casi di sequestri di farmaci utilizzati per le cure dei bambini».
A scatenare la querelle sarebbe stato, secondo l’avvocato della famiglia, il mancato riscontro dei Servizi sociali, che per i genitori non avevano risposto in maniera efficace alle necessità dei due bimbi. «Per eccesso di cure – torna a ripetere Miraglia, esperto in Diritto minorile – hanno tolto loro i figli per “maltrattamento”, che non significa percosse, ingiurie, abusi, ma per troppe cure, per una patologia che la Procura però non riconosce e che il Tribunale dei Minori ha deciso di accertare ora tramite una perizia tecnica. Cure prescritte dagli specialisti delle strutture pubbliche che li avevano in carico ed erogate direttamente dall’ospedale e che peraltro continuano ad essere somministrate ai due piccini nella stessa misura e con le medesime modalità
di quando si trovavano nella tranquillità di casa propria».
Miraglia ha evidenziato più volte che la patologia genetica è stata certificata da strutture sanitarie di eccellenza come il Besta di Milano e il Centro regionale per le malattie rare di Udine.
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