Cento: casa famiglia degli orrori: minacciata dalla comunità la madre che ha denunciato la precarietà igienica

Cento: casa famiglia degli orrori: minacciata dalla comunità la madre che ha denunciato la precarietà igienica

. Minacciata dalla comunità la madre che ha denunciato la precarietà igienica
 
FERRARA (7 dicembre 2018). Ha soltanto reso manifeste le precarie condizioni in cui versa la comunità nella quale è alloggiata con il suo bambino: per tutta risposta si è trovata i responsabili della casa famiglia contro, isolata dalle altre madri che hanno paura di ritorsioni e infine, cosa più grave di tutte, minacciata dalla responsabile. Solo per aver cercato di rendere vivibile la struttura in cui sono alloggiati una decina di donne con i loro piccoli.
La donna però non si è fatta intimorire e attraverso il suo legale, l’avvocato Francesco Miraglia, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per minacce e maltrattamenti in famiglia, abuso d’ufficio, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Pensare che la donna non avrebbe dovuto nemmeno entrare in comunità, ma ha accettato di farlo in quanto i Servizi sociali del Comune in cui risiede, per una presunta e immotivata disfunzione del rapporto madre/figlio, le avevano tolto il bimbo, affidandolo ad un’altra famiglia. Pur di riaverlo con sé ha accettato di entrare in una comunità insieme al piccino, per essere seguiti insieme. Ma nel momento in cui è entrata nella casa famiglia di Cento, si è trovata davanti una situazione in cui è impossibile vivere serenamente e civilmente: muffa, ruggine in bagno, scarafaggi liberi di girare sui pavimenti. Gli operatori della comunità invitano i bambini a non saltare e correre tutti insieme in alcune stanze, per il pericolo che il pavimento crolli.
«Siamo di fronte a una situazione al limite del paradossale» sottolinea l’avvocato Francesco Miraglia, «con reati penali e disinteresse, se non vere e proprie omissioni, da parte delle istituzioni. Questa madre, che ha la sola colpa di voler rendere vivibile la comunità, ha ricevuto minacce dalla responsabile della struttura del tipo “se proverai a metterti contro di me, con tutta la gente che conosco ti distruggerò”. La stessa ha minacciato le altre madri di far togliere loro i figli se continueranno a parlare con la mia assistita. Oltretutto, le sue denunce hanno portato a una sistemazione frettolosa dell’edificio, dove nessuno era mai intervenuto prima. Eppure non ci sono voluti pochi giorni per rendere la struttura in quelle condizioni igieniche così precarie. Se il sindaco ha affermato che le ispezioni avevano dato tutte esito positivo, ci chiediamo se queste siano state eseguite e chi le abbia fatte, certificando che andasse tutto bene. Io stesso, infine, ho parlato con un maresciallo dei Nas, che pur avendomi assicurato un intervento, ma non si è più fatto sentire. Chi deve intervenire non lo fa, chi denuncia viene minacciato: confidiamo che la Procura della Repubblica agisca ora in tempi rapidi».
 

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