Denuncia il compagno, i servizi sociali le tolgono i figli

Denuncia il compagno, i servizi sociali le tolgono i figli

Invece di ricoverarle tutte in un centro antiviolenza, sono state separate e mandate in un’altra città
REGGIO EMILIA (26 marzo 2019). Ha subito ripetute violenze dal suo compagno, senza dire nulla, per paura. Violenze cui le sue figlie in alcuni casi hanno assistito. Sono stati i vicini a segnalare gli episodi, ma i Servizi sociali invece di farsi carico di questa donna e delle sue bambine, hanno abbandonato lei al suo destino, allontanando da casa le sue figlie, che sono state ospitate prima presso una amorevole famiglia nella stessa città in cui abitavano, Reggio Emilia, e poi, senza motivazione, spostate in una comunità educativa a Cesena. Adesso che è trascorso un anno e che la donna si è rimessa in piedi, sempre gli stessi Servizi sociali, oltre a voler spostare nuovamente le bambine in una nuova comunità, non intendono riunirle a lei, in quanto ancora troppo “fragile” per quello che ha subito.
«Tornare alla sua vita di sempre, con le due figlie, potrebbe aiutare questa donna a ritrovare serenità e a superare il trauma» commenta il suo avvocato, Francesco Miraglia, cui si è rivolta per cercare di ricongiungersi alle sue bambine. «Invece di ricevere aiuto, si trova colpevolizzata, ma soprattutto a rimetterci sono state le sue due figliole, punite senza aver commesso nulla».
A parte il trauma della separazione forzata dalla madre, queste piccole sono state strappate dalla loro vita di sempre: essendo state spostate a Cesena, non hanno più potuto frequentare la loro scuola né le loro amicizie. Nemmeno la nonna.
«Nella comunità inoltre non si trovano bene» prosegue l’avvocato Miraglia, «ma nessun le ascolta. Una di loro ha più volte raccontato di essere stata picchiata da un ragazzino più grande, ma nessuno le ha prestato ascolto. L’altra è dimagrita a livelli preoccupanti. Che male hanno fatto queste piccole per soffrire cosi? Che ha fatto di male la madre, che oltre ad essere vittima di violenza, sembra essere stata punita per questo, come se l’essere vittima di un uomo brutale faccia di lei una cattiva madre. Mi domando se il Comune di Reggio Emilia sia a conoscenza di questa separazione forzata e di questo altrettanto forzato, quanto immotivato, alloggiamento in comunità a spese del bilancio comunale. Ma soprattutto qualcuno si  è chiesto  perché le bambine siano state spostate in una comunità educativa, in una città diversa? Perché adesso annunciare la volontà di spostarle ancora? Che c’è dietro a provvedimenti così insensati e non necessari? Allontanare le ragazzine dalla loro madre è stata un’azione sproporzionata alla situazione  e immotivata, non essendoci nessun pericolo per le bambine né situazioni di abbandono o incuria da parte della mamma, che si è sempre ben occupata di loro».

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