Genitori ritenuti inadeguati perchè lasciavano giocare i figli con i giocattoli che prferiscono
I Servizi sociali impediscono il rientro in famiglia dei bambini anche perché i genitori non utilizzano con loro giochi “adatti per età e per ruolo di genere”
(VERONA, 29 Luglio 2021). «È totalmente inaccettabile che nel 2021 possa accadere una cosa simile e per di più da parte di istituzioni pubbliche, che dovrebbero essere super partes e quanto più obiettive possibili» dichiara l’avvocato Miraglia, riferendosi alla coppia di Verona, che assiste per cercare di far rientrare i propri figli a casa e che se li è visti allontanare nuovamente, questa volta con un pretesto assurdo: i genitori non utilizzano con loro giochi “adatti per età e per ruolo di genere”, lasciando il maschietto libero di giocare con le bambole, se lo desidera, e la femminuccia con le macchinine. I giochi comunque venivano usati tutti insieme, genitori e figli, nel corso degli incontri protetti cui sono costretti da anni.
«Molto meglio, per i Servizi sociali e per gli operatori della comunità che accoglie i ragazzi, il comportamento dei genitori affidatari» prosegue l’avvocato Miraglia, «attenti a differenziare i giochi in base al genere. Lasciar giocare i figli indistintamente, così come i bambini volevano fare, è stato addebitato ai genitori naturali come fatto inadeguato e pregiudizievole in vista di un possibile rientro dei bambini nella famiglia di origine. Siamo all’assurdo! Siamo di fronte a una situazione aberrante, riportata all’interno della relazione presentata dai Servizi sociali al Tribunale per i minorenni di Venezia, addebitandola come una mancanza dei genitori: fa davvero accapponare la pelle. I Servizi sociali e la Casa famiglia hanno modalità educative che vanno nella direzione opposta alla libertà di ognuno, in barba ai decreti e alle proposte di legge. Una mentalità che instilla nei minori comportamenti e idee esclusive, non certamente inclusive, e soprattutto lesive della libertà di ognuno.
A questo si aggiunga il fatto che i Servizi sociali, contrariamente ad ogni principio di buon senso e di legge, anziché favorire il rientro a casa dei due bambini, lo stanno ostacolando in ogni modo, anche riducendo i loro incontri con mamma e papà, in maniera che sia più facile per loro staccarsi dalle figure genitoriali e affezionarsi ai genitori affidatari.
Ancora una volta, e con maggior determinazione, chiedo un intervento della politica, in primis al deputato veneto Alessandro Zan, affinché si verifichi con appropriata ispezione il comportamento e le modalità operative dei Servizi sociali di Verona, non nuovi agli “allontanamenti facili” di bambini dalle proprie famiglie: caso emblematico fu il piccolo Marco, che si voleva addirittura dare in adozione e che ora finalmente è rientrato a casa dopo mesi passati in mezzo ad estranei».
I genitori dei due bambini (che vivono in una comunità dove la piccola è stata persino molestata da un altro ragazzino ospite) hanno presentato istanza urgente al Tribunale per i minorenni di Venezia, chiedendo l’immediata revoca dell’attuale collocamento dei due bambini e il loro rientro presso l’abitazione familiare; oltre che la sostituzione degli attuali operatori incaricati del Servizio sociale.
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