Affari d’oro sulla paura del mostro.
Su 100 denunce solo 4 finiscono con una condanna
Sembrano dati , invece sono tragedie. Su cento denunce per violenza su minori (fonte Ministero di Giustizia) solo il 3.60 % si chiudono con una condanna. Dove finiscono i bambini? Che fine fanno i “presunti mostri”?
Prendi il Piemonte, ad esempio. Oggi ci sono 1940 minorenni tenuti in 212 comunità. In attesa. Sono figli di famiglie problematiche, indigenti, vitime di maltrattamenti, alcuni sottratti per una presunta incapacità genitoriale, altri ancora vittime di presunti abusi sessuali.ma quanti alla fine, davvero vittime? Quanti vanno in adozione e quanti tornano a casa? in definitiva: quanti minorenni vengono sottratti ai genitori ingiustamente? “.
“E’ un argomento estremamente delicato- dice Ennio Tomaselli, procuratore capo dei Minori a Torino – preferisco non rispondere su due piedi”.
Non è facile parlare di pedofilia dalla parte degli adulti. Delle vittime impreviste (vedi Basiglio, vedi Rignano Flaminio, vedi il caso agghiacciante di un padre accusato di aver stuprato la sua bambina che in realtà aveva un tumore al retto). I numeri sono un tabù, il resto è anche peggio. C’è però un ‘indicazione statistica importante: su cento eenunce per abuso su minorenne, 86 vengono presentate successivamente alla separazione dei genitori, con marito e moglie in guerra dichiarata.
Un libro tratta l’argomento in modo coraggioso. Si intitola “Presunto Colpevole”, edizioni Chiarelettere. Sottotitolo: la fobia del sesso e i troppi casi di malagiustizia. Lo firma Luca Steffenoni, 48 anni, criminologo di Milano. Ha deciso di scriverlo quando è diventato padre, e si è tirato fuori dal giro delle consulenze sui casi di pedofilia: “Quel giorno una persona mi ha detto: “Lasci una gallina dalle uova d’oro”. I minori in Comunità in Italia sono circa 26 milioni, la stima minima per difetto. Stato, Comune, Regione e Provincia stanziano 200 euro al giorno per ognuno di loro. Totale per difetto: 1898 milioni di euro all’anno. “Ogni bambino- scrive Steffenoni- costa, o frutta a seconda di come la vediamo, circa 75 mila euro all’anno. A cui vanno ad aggiungersi gli stipendi per gli assistenti sociali”. Nel libro è citata la testimonianza anonima di un alto prelato che forse è la chiave per addentrarsi dove fa paura guardare: “Meno del 10 di bambini torna in famiglia. Anche nel caso di soluzione del problema o di assoluzione del genitore. Psicologi e assistenti sociali fanno le barricate , persino le associazioni cattoliche. Ufficialmente la causa è burocratica. Ma quello che molti non amano dire è che tali difficoltà sono incrementate da chi gestiscei minori. Il motivo? Nessuno immagina un ospedale senza malati.
“ovviamente non c’è una sola virgola del libro che non ribadisca quanto sia sacrosanta la guerra alla pedofilia – spiega Steffenoni – ma è proprio il sistema che non è credibile. Non funziona il filtro. Da un lato è ispirato da un furore ideologico fanatico, dall’altro è dominato da un aspetto economico pregnante”. Consulenti che sposano la verità degli investigatori in modo aprioristico. Commistioni fra interessi pubblici e privati. Numeri chiari e numeri scuri.
In Italia c’è una vera emergenza pedofilia? Mancano dati recenti. Gli ultimi sulle violenze sessuali sui minori risalgono al 2005: 455 in totale. Nel 2004 erano state 845. La media di condanne annuali è 178. Ma chi tiene il conto delle assoluzioni? “i casi di falsi abusi purtroppo non sono un’eccezione- spiega Steffenoni- il problema è che il processo per questo tipo di reato è ormai uscito dall’alveo della prova.
Interessante tornare al caso Piemonte. Gianluca Vignale, consigliere regionale della Pdl, si è impegnato a fondo per ottenere dati che nessuno voleva fornire, alla fine ne ho scoperto uno significativo: “ogni anno la Regione Piemonte stanzia 40 milioni di euro per tenere i bambini in comunità, solo 24 milioni per politiche sulle famiglie”.
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