Altro clamoroso caso riconducibile all’inchiesta "Angeli e Demoni"
La psicologa Valeria Donati ha adottato una bambina dopo essere stata allontanata dalla mamma e dopo averla “accusata” di aver fatto prostituire le figlie.
REGGIO EMILIA (9 luglio 2019). domani a “Chi l’ha Visto” un altro clamoroso caso che di diritto entra nell’inchiesta “Angeli e demoni”. La citata inchiesta ha scoperchiato il vaso di Pandora e tra i tutti i mali che ne sono usciti continuano ad emergere storie di soprusi, ingiustizie e interessi ai danni di famiglie fragili, sempre con l’intento di allontanare i bambini da casa e farli adottare a persone vicine e amiche. Questo caso, a dir poco clamoroso, risale al 2006 e riguarda la psicologa Dott.ssa Valeria Donati: dopo aver tolto a una donna marocchina le figlie, accusando la stessa di averle abusate e di averle fatte prostituire, ha adottato lei stessa, single, una delle bambine. «L’altra sarebbe stata, guarda caso, adottata da una famiglia che abita a due isolati di distanza da lei» rivela l’avvocato Francesco Miraglia, che ha accolto questo ennesimo caso.
Anche questa storia grida giustizia: inizia nel 2006, allorché una donna di origine marocchina, sposata a un uomo italiano, arriva al pronto soccorso con le sue bambine (avute da un precedente matrimonio con un uomo tunisino) di 8 e 5 anni. Il marito le ha picchiate e i medici riscontrano nella più grande dei segni sul collo, alla piccina delle ecchimosi alla fronte e a un ginocchio. Trattandosi di bambine maltrattate, i medici sono scrupolosi e controllano anche altro: la cartella clinica riporta per entrambe “genitali intatti”. Una dicitura importantissima, alla luce dell’incubo in cui cadrà successivamente questa donna.
Le figlie le vengono tolte e alloggiate la più grande presso una famiglia, la piccola nella comunità Cenacolo francescano. La madre chiede di riaverle con sé e quando diventa insistente (siamo nel 2009) l’assistente sociale del Comune di Reggio Emilia e la Dott.ssa Valeria Donati boccano tutto, sospendono gli incontri protetti madre e figlie asserendo all’Autorità giudiziaria che le bambine avevano paura di incontrare la mamma e che addirittura, le stesse, avrebbero riferito che la mamma le costringeva a prostituirsi.
«Dopo quattro anni?» sottolinea l’avvocato Miraglia, «se lo sono ricordato dopo quattro anni? Ma se alla visita del 2006 era risultato che non avessero lesioni riconducibili ad abusi di natura sessuale! E fino a quando la mamma non aveva richiesto con forza il rientro delle figlie a casa, nessuno ha mai parlato o fatto riferimento ad abusi sessuali o ad altri abusi». Successivamente, nel 2010, un medico legale, addirittura e solo attraverso dei ragionamenti logici, sosteneva che probabilmente le bambine erano state oggetto di abusi sessuali. Di fatto, confermava la versione della Dott.ssa Donati e dell’assistente sociale. Tutto si conclude con una condanna da scontare, a carico di questa mamma, di anni 6 e mesi 8 di reclusione.
Ma ancora più clamoroso è il proseguo della vicenda. Innanzitutto la bambina più piccola viene adottata dalla psicologa Donati che, dopo aver “accusato” la madre, ha pure gestito il caso. La maggiore sarebbe stata adottata, invece, da una coppia che abita a pochi metri di distanza dalla residenza della psicologa. Ma entrambe le adozioni sono state decretate pur avendo le bambine un padre, che non è mai stato contattato e messo al corrente della loro adottabilità. Anzi, nel momento in cui, venutone e conoscenza, si è appellato chiedendo di annullare le adozioni, la sua richiesta è stata respinta. «Siamo di fronte a una serie di abusi verso questi genitori e di palesi, conclamate irregolarità, che hanno dell’incredibile» conclude l’avvocato Miraglia.
Alla luce di quanto sta emergendo dall’inchiesta, sarà adita immediatamente l’autorità giudiziaria, non solo per chiedere la revocatoria della sua condanna penale, ma anche per fare chiarezza su eventuali intrecci, connivenze e conflitti di interessi tra assistenti sociali, coordinatrice, CAB, Cenacolo Francescano e Tribunale per i Minorenni.
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