Bibbiano: bimbo di 10 anni ancora presso la famiglia affidataria
Avvocato Miraglia: “Non è vero che tutti i bambini sono tornati nelle loro case d’origine”
Reggio Emilia 15 giugno 2022). Bibbiano è ben lungi dall’essere un capitolo chiuso e non è vero che tutti i bambini forzatamente allontanati dai genitori sono ritornati in seno alle famiglie d’origine. Prova ne è il caso di un bimbo che ora ha 10 anni e che da otto si trova in affidamento presso una famiglia. La quale deve avergli fatto un lavaggio del cervello tale che il piccolo, che finalmente poteva rivedere i genitori su concessione del giudice, adesso improvvisamente si rifiuta di incontrarli. Guarda caso un rifiuto manifestato all’indomani del provvedimento con il quale il Tribunale per i minorenni di Bologna aveva stabilito una maggiore frequenza e durata degli incontri con i genitori naturali. «È vergognoso quello che è accaduto e che sta ancora accadendo attorno ai casi dello scandalo “Bibbiano”» dichiara l’avvocato Miraglia, al quale i genitori si sono affidati. «Sono otto anni che questo bambino è vissuto lontano dai genitori soltanto perché avevano una temporanea difficoltà economica: decisione assunta da un’assistente sociale risultata coinvolta nell’indagine “Angeli e demoni”. Questi anni sono passati senza che nessuno avesse mai valutato questa coppia e predisposto un percorso di riavvicinamento e di ricongiungimento con il bambino. Sennonché l’anno scorso il giudice, accogliendo le nostre istanze, aveva disposto che il bimbo potesse vedere i genitori più frequentemente, pensando anche a un suo rientro a casa. Il bambino si era sempre dimostrato più che contento di vedere i suoi genitori, sennonché, lo scorso autunno, all’indomani del provvedimento che aumentava il numero di incontri tra loro, improvvisamente, senza motivo, ha detto che non voleva più vederli e anzi sapeva – perché glielo avevano detto la curatrice e l’assistente sociale – che non li avrebbe rivisti più. Curatrice che lo aveva in carico da appena dieci giorni e la cui richiesta è stata accolta dal Tribunale per i minorenni di Bologna senza battere ciglio, senza un’istruttoria».
Se l’affidamento, che per legge deve avere carattere temporaneo, si era consumato illegittimamente, altrettanto illegittimo risulta questo nuovo provvedimento, che nasconde una vera e propria adozione mascherata, tant’è che il bimbo chiama “mamma” e “papà” la coppia affidataria.
«Chissà cosa mai gli hanno detto e prospettato per indurlo a un simile rifiuto verso i genitori naturali» prosegue l’avvocato Miraglia. «L’improvviso cambio di atteggiamento di questo bambino fa pensare a una condotta manipolatoria da parte della famiglia affidataria. Oltretutto è gravissimo il comportamento della curatrice speciale e dell’assistente sociale, che si sono permesse di dire al bambino che non avrebbe più rivisto i suoi genitori: gravissimo e pregiudizievole nei confronti del minore stesso e del suo rapporto con i genitori. Con tali comportamenti si è messa in atto chiaramente un’adozione mascherata ed illecita: abbiamo pertanto richiesto al Tribunale di rimuovere la curatrice e di rivedere la decisione».