Bimba contesa, sostituire gli operatori indagati»

Bimba contesa, sostituire gli operatori indagati»

 

04-06-2010
L’avvocato della madre critica il sindaco per il sostegno incondizionato al servizio
Continua a fare discutere la situazione di Francesca Famigli, la donna castelfranchese a cui è stata sottratta la figlia di sei anni dopo una tormentata vicenda matrimoniale.
La donna, che può vedere la sua bambina soltanto un’ora a settimana ed in presenza degli operatori nonostante non sia mai stata accusata di ‘violenze’ nei suoi confronti, ha denunciato le assistenti e i responsabili del servizio di Castelfranco accusandoli di «aver trascurato importanti aspetti di salute» della minore.
Ed ora il suo avvocato Francesco Miraglia torna sulla questione criticando il comportamento tenuto sulla questione dal sindaco: «E’ difficile non concordare con il sindaco sul fatto che la politica resti fuori dal Tribunale e dai Servizi Sociali – scrive in una lettera – tuttavia non più di un mese fa, lo stesso sindaco ‘dava’ pubblicamente fiducia a quegli operatori indagati senza conoscere nel merito la vicenda, mentre oggi vuole escludere la politica dando fiducia ai Tribunali ‘incaricati del caso’.
Ancora una volta il sindaco Reggianini predica bene ma razzola male.
Dovrebbe ‘scientificamente’ ed opportunamente essere scontato che gli operatori indagati – A.S.
Valli, psicologa Zuccarato, Presidente Natalino, Responsabile del Servizio dott.ssa Zini e l’educatrice – lascino ad altri il compito di lavorare più serenamente e senza conflitti .
Come può mamma Francesca collaborare con gli operatori di cui non si fida e che ha addirittura denunciato? Se non fosse per una presa di posizione politica, il buon senso stesso suggerirebbe al sindaco di avvicendare al caso nuovi operatori, ma se così facesse per la politica sarebbe una sconfitta, e soprattutto lo sarebbe per lo stesso sindaco ed il suo Servizio.
Piuttosto che perdere la faccia – conclude l’avvocato Francesco Miraglia – per il sindaco di Castelfranco poco importa che la bambina continui a soffrire».
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