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Presentazione del libro “L’Avvocato dei Bambini: troppo potere senza controllo” di Francesco Miraglia

Presentazione del libro “L’Avvocato dei Bambini: Troppo Potere Senza Controllo” di Francesco Miraglia
Come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti
Edito da Armando Editore

Napoli, 24 febbraio 2024 – Si terrà sabato 24 febbraio alle ore 16:00, presso la Sala della Loggia del Maschio Angioino di Napoli, la presentazione del libro “L’Avvocato dei Bambini: Troppo Potere Senza Controllo – Ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti”, edito da Armando Editore.

L’evento vedrà la partecipazione di esperti del settore, sociologi, rappresentanti di associazioni e professionisti impegnati nella tutela dei diritti dei minori, che condivideranno le loro esperienze e competenze per offrire una visione completa del fenomeno. Interverranno:

  • Claudio Roberti, sociologo
  • Sergio Mantile, sociologo
  • Gaetano Marotta, rappresentante dell’Associazione Oltre Uno
  • Vincenzo Gargiulo, de “La Palestra delle Autonomie”
  • Susy Rea, curatrice e rappresentante dell’Associazione Su Nuvola Blu
  • Pasquale Marasco, ingegnere e presidente dell’Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa
  • Francesco Miraglia, professionista di fama nazionale, da anni impegnato nella difesa dei diritti dei minori e delle famiglie ingiustamente coinvolte in procedimenti giudiziari, presidente per la Spagna dell’A.N.I.L.D.D.
  • Avvocato Brunella Postiglione
  • Dottoressa Annamaria Mignani Pierella, consigliere A.N.I.L.D.D.

Durante l’incontro si discuterà delle problematiche legate al sistema degli affidi, delle false accuse in ambito familiare e delle criticità del sistema di protezione dell’infanzia in Italia.

Il libro, scritto da Francesco Miraglia, affronta tematiche cruciali, mettendo in luce come la gestione degli affidi possa, in alcune circostanze, trasformarsi in una macchina burocratica e giudiziaria fuori controllo. Spesso, il sistema, invece di garantire una protezione efficace e tempestiva per i minori realmente in difficoltà, produce situazioni in cui le famiglie vengono ingiustamente separate. Questo fenomeno ha conseguenze devastanti non solo per i genitori, ma soprattutto per i bambini, che si trovano a vivere esperienze traumatiche senza una reale necessità.

Il dibattito offrirà un’opportunità per approfondire i criteri con cui vengono valutate le segnalazioni di abuso e le modalità di intervento delle autorità preposte. Verranno evidenziate le falle nel sistema e i possibili abusi di potere che talvolta si verificano, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un approccio più equo e trasparente nella gestione dei casi di tutela minorile.

Uno degli interventi più attesi sarà quello di Francesco Miraglia, autore del libro ed esperto in diritto minorile, che da anni combatte contro le ingiustizie derivanti da affidi illeciti e falsi abusi. Il suo contributo offrirà una visione concreta delle distorsioni del sistema, basata su anni di esperienza sul campo e su casi reali.

L’evento rappresenta un’occasione imperdibile per tutti coloro che desiderano comprendere meglio la realtà degli affidi familiari in Italia e per chi si impegna nella difesa dei diritti dei minori.

Francesco Miraglia nominato Cavaliere dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia (UNCI

Roma, 16 febbraio 2025 – Con grande onore, Francesco Miraglia è stato ufficialmente nominato Cavaliere dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia (UNCI), un prestigioso riconoscimento che premia l’impegno e la dedizione nel campo professionale, giuridico e sociale.

L’UNCI, fondata nel 1980, riunisce coloro che hanno ricevuto onorificenze cavalleresche per meriti distintivi nella loro professione o per il servizio reso alla comunità. Francesco Miraglia si è distinto per il suo costante lavoro nella difesa dei diritti, nella tutela delle fasce più deboli della società e nell’affermazione della giustizia, incarnando i valori dell’Unione.

La cerimonia di investitura si è svolta oggi, 15 febbraio 2025, in una prestigiosa cornice istituzionale, alla presenza di autorità civili e rappresentanti dell’UNCI. Durante l’evento, Francesco Miraglia ha espresso il suo ringraziamento per questo importante riconoscimento:

“Ricevere questa onorificenza è per me un grande onore. La considero un incentivo a continuare con dedizione e responsabilità il mio impegno nel mondo della giustizia e nel supporto alla comunità. Questo riconoscimento non è solo personale, ma appartiene a tutti coloro che ogni giorno lottano per i valori di equità, legalità e solidarietà.”

L’UNCI si dedica alla promozione di attività culturali e sociali, favorendo il dialogo e la collaborazione tra i suoi membri per la realizzazione di progetti a beneficio della collettività. Con il suo operato, Francesco Miraglia rappresenta un esempio di professionalità e passione civile, incarnando perfettamente i principi dell’Unione

Roma, 15 febbraio 2025 – Con grande onore, Francesco Miraglia è stato ufficialmente nominato Cavaliere dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia (UNCI), un prestigioso riconoscimento che premia l’impegno e la dedizione nel campo professionale, giuridico e sociale.

L’UNCI, fondata nel 1980, riunisce coloro che hanno ricevuto onorificenze cavalleresche per meriti distintivi nella loro professione o per il servizio reso alla comunità. Francesco Miraglia si è distinto per il suo costante lavoro nella difesa dei diritti, nella tutela delle fasce più deboli della società e nell’affermazione della giustizia, incarnando i valori dell’Unione.

La cerimonia di investitura si è svolta oggi, 15 febbraio 2025, in una prestigiosa cornice istituzionale, alla presenza di autorità civili e rappresentanti dell’UNCI. Durante l’evento, Francesco Miraglia ha espresso il suo ringraziamento per questo importante riconoscimento:

“Ricevere questa onorificenza è per me un grande onore. La considero un incentivo a continuare con dedizione e responsabilità il mio impegno nel mondo della giustizia e nel supporto alla comunità. Questo riconoscimento non è solo personale, ma appartiene a tutti coloro che ogni giorno lottano per i valori di equità, legalità e solidarietà.”

L’UNCI si dedica alla promozione di attività culturali e sociali, favorendo il dialogo e la collaborazione tra i suoi membri per la realizzazione di progetti a beneficio della collettività. Con il suo operato, Francesco Miraglia rappresenta un esempio di professionalità e passione civile, incarnando perfettamente i principi dell’Unione

Padova: due gemellini tolti alla madre speriti nel nulla

Nessuno sa dove siano finiti: servizi sociali e tribunale non rispondono da anni

Avvocato Miraglia: «Il tribunale per i minorenni di Venezia emani un provvedimento»

PADOVA (7 febbraio 2025). Due gemellini di cinque anni risultano ufficialmente scomparsi dal sistema di assistenza sociale, senza che vi sia alcuna informazione chiara sulla loro attuale situazione. Allontanati dalla madre nel gennaio del 2022, non solo non vengono fatti incontrare alla donna, che risiede a Padova, ma da allora vige un silenzio assordante da parte delle autorità competenti.

I servizi sociali e il tribunale per i minorenni di Venezia, che avrebbero dovuto garantire la tutela dei minori e fornire aggiornamenti alla madre, non rispondono da anni alle richieste inoltrate.

Oltre alla totale assenza di informazioni sul loro stato di salute, non è dato sapere se i gemelli si trovino in una casa famiglia o siano stati affidati a terzi.

Ancora più inquietante è il fatto che non sia neppure chiaro se i due fratellini siano ancora insieme o siano stati separati.

La situazione ha gettato la madre in un limbo burocratico e umano che dura da tre lunghi anni, durante i quali ha incessantemente tentato di ottenere risposte dalle istituzioni preposte, senza alcun successo.

Le ripetute istanze presentate dal legale della donna, l’avvocato Miraglia, non hanno mai ricevuto alcuna risposta concreta. “Da tre anni questa donna è parcheggiata in un limbo – afferma l’avvocato Miraglia – nel quale sono stati sospesi gli incontri con i figli e non è mai stato avviato alcun progetto di sostegno alla genitorialità, volto al naturale riavvicinamento della madre ai suoi bambini. Nessuno si sta occupando di lei e le tre istanze, oltre a memorie e comparse conclusionali presentate negli ultimi tre anni, non hanno ricevuto la benché minima risposta dal tribunale veneziano”.

Il caso appare sempre più sconcertante se si considera che la madre ha rispettato ogni richiesta delle autorità per dimostrare la sua idoneità a riprendere con sé i figli. Dopo l’allontanamento dei bambini, avvenuto quando avevano appena due anni, la donna ha riorganizzato la propria vita e ha intrapreso un percorso psicoterapeutico sotto la guida di uno specialista di fama nazionale. Il percorso ha certificato l’assenza di disturbi della personalità, confermando la sua capacità di prendersi cura dei propri figli. Nonostante questi sforzi, però, nulla si è mosso: le autorità competenti continuano a ignorare ogni richiesta, lasciando questa madre nell’incertezza più totale.

La situazione, oltre ad essere un evidente caso di negligenza amministrativa, rappresenta una palese violazione del diritto di una madre a conoscere le condizioni dei propri figli. “Da tre anni proviamo, a suon di istanze, ad ottenere dal tribunale per i minorenni e dai servizi sociali una qualche forma di risposta e di informazione sulle condizioni di vita e di salute dei bambini – continua l’avvocato Miraglia – ma nessuno risponde. Questa madre è stata, di fatto, abbandonata dalle istituzioni”.

L’assenza di riscontri ufficiali solleva interrogativi inquietanti: dove sono i gemellini? Chi si sta occupando di loro? Perché non si permette alla madre di sapere nulla sulla loro sorte? In una società civile e moderna, non è accettabile che due bambini possano “sparire” senza lasciare traccia e che le istituzioni preposte alla loro tutela rimangano inerti di fronte a una richiesta legittima di chiarimenti.

L’appello dell’avvocato Miraglia è chiaro e diretto: “Chiediamo al tribunale di sbloccare la situazione e di emettere almeno un provvedimento, qualunque esso sia, in modo da poter esercitare il nostro diritto. Nell’interesse anche dei bambini, che da tre anni crescono senza mamma”.

L’auspicio è che questa denuncia pubblica possa finalmente smuovere le coscienze e portare a una risposta concreta e immediata da parte delle istituzioni, affinché venga fatta luce sulla sorte dei gemellini e venga garantito il loro diritto a crescere in un ambiente amorevole e sicuro.

Alla luce della grave negligenza istituzionale e del silenzio del tribunale per i minorenni di Venezia, che non è la prima volta che assume un atteggiamento simile, lanciamo un appello alla politica locale affinché venga fatta luce sull’operato dei servizi sociali e sulle decisioni prese a discapito della madre e dei bambini.

Inoltre, ci rivolgiamo direttamente al Ministro della Giustizia, affinché intervenga per verificare il comportamento del tribunale veneziano, che sembra ignorare ripetutamente il dovere di garantire trasparenza e giustizia nelle questioni che riguardano il benessere dei minori. Il diritto dei bambini a crescere in un ambiente sicuro e il diritto di una madre di sapere dove si trovano i suoi figli non possono essere ignorati.

 

L’inefficienza del tribunale per i minorenni di Torino: un grido d’allarme per i diritti dei bambini

Torino (15 gennaio) La tutela dei diritti dei minori dovrebbe essere una priorità assoluta per ogni società civile tuttavia a Torino il Tribunale per i Minorenni sembra essere travolto da inefficienze strutturali che stanno compromettendo gravemente il benessere di molti bambini e delle loro famiglie questa realtà non può e non deve passare inosservata

Lo Studio Legale Miraglia impegnato nella difesa dei diritti dei minori e delle loro famiglie ha recentemente portato alla luce situazioni drammatiche che evidenziano i ritardi cronici nell’adozione di provvedimenti necessari per garantire la serenità dei minori tali ritardi che spesso si protraggono per mesi o addirittura anni rappresentano non solo una violazione del diritto dei bambini a vivere in un ambiente stabile e amorevole ma anche un fallimento del sistema giudiziario

Storie di sofferenza e incertezza

Tra i casi emblematici spicca quello di una bambina che da oltre cinque mesi può incontrare sua madre solo una volta al mese senza che vi sia stato emesso un provvedimento formale la separazione è avvenuta su richiesta del Servizio Sociale lasciando madre e figlia intrappolate in una situazione di sofferenza ogni incontro è carico di emozione e dolore ma il legame rischia di spezzarsi a causa della mancata tempestività del Tribunale

Un altro caso riguarda una bambina di due anni che da oltre un anno attende una decisione definitiva sulla sua custodia nonostante le relazioni estremamente positive della Neuropsichiatria Infantile che evidenziano la capacità del padre di offrire un ambiente amorevole e stabile nessun provvedimento è stato emesso l’inerzia giudiziaria rischia di compromettere il rapporto tra padre e figlia

Infine vi è la vicenda di un padre che da sei anni può vedere sua figlia solo in ambiente neutro nonostante siano trascorsi più di due anni dalla conclusione del procedimento il Tribunale non ha ancora preso una decisione la figlia rischia di raggiungere la maggiore età senza che vi sia stata una soluzione concreta

Un sistema in crisi

Questi esempi non sono casi isolati essi rappresentano un sistema in affanno incapace di rispondere tempestivamente alle esigenze dei più vulnerabili sebbene la carenza di personale e l’elevato numero di casi pendenti possano spiegare parzialmente i ritardi nulla può giustificare l’inerzia quando si tratta di diritti fondamentali ogni giorno che passa senza una decisione è un giorno sottratto all’infanzia di un bambino un tempo che nessuno potrà mai restituire

Un appello alla società e alle istituzioni

Di fronte a questa situazione allarmante lo Studio Legale Miraglia si è rivolto all’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte e al Garante per l’Infanzia del Comune di Torino chiedendo un intervento immediato e risolutivo è essenziale che le istituzioni assumano la responsabilità di garantire il superiore interesse del minore sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia

“Fiat iustitia ruat caelum” si faccia giustizia anche se crollassero i cieli questo principio dovrebbe guidare ogni decisione che riguarda i minori tuttavia la realtà ci racconta di un sistema che tarda a intervenire lasciando bambini e famiglie in balìa dell’incertezza

“Non nobis solum nati sumus” non siamo nati solo per noi stessi questo richiamo alla solidarietà e al dovere collettivo deve essere il motore di un cambiamento concreto è tempo che le istituzioni competenti intervengano con urgenza per garantire il diritto dei bambini a crescere in un ambiente amorevole e protetto

Il futuro dei nostri bambini dipende dalla capacità di agire oggi ogni ritardo è una ferita che rischia di lasciare segni indelebili la giustizia non può attendere

 

Biella: educatrice denunciata per manipolazione di due minori contro la madre

(Biella 23 dicembre 2024) – Emergono preoccupazioni riguardo ai servizi sociali affidati alle cooperative, evidenziando la mancanza di controlli da parte delle istituzioni e i conseguenti abusi e ingiustizie che colpiscono i più vulnerabili.

Questa è la situazione in cui si è trovata una madre biellese, coinvolta insieme alle sue due figlie di dieci e quattro anni.

L’avvocato Miraglia, legale della donna, descrive una situazione allarmante. “A causa di compagni violenti, la mia assistita si è dovuta rivolgere a un centro antiviolenza. Di conseguenza, il caso è stato preso in carico dai servizi sociali e affidato a una cooperativa esterna”.

Ciò che doveva essere un percorso di protezione si è trasformato in un incubo.

Durante un incontro protetto, la figlia maggiore ha riferito di essere stata picchiata dalla madre. Senza un’indagine approfondita, l’educatrice della cooperativa ha redatto una relazione accusatoria, dipingendo la donna come una madre inadeguata e proponendo l’affidamento delle bambine ai rispettivi padri, entrambi con precedenti episodi di violenza.

Uno dei padri, inoltre, ha un passato segnato dalla tossicodipendenza ed è stato coinvolto in operazioni giudiziarie, con un arresto legato al traffico di droga insieme ad altre 36 persone.

Non si tratta di alimentare conflitti tra i genitori, ma di sottolineare la necessità di un approccio più attento e imparziale nella gestione di situazioni familiari complesse, evitando manipolazioni e condizionamenti.

Invece di mantenere un approccio neutrale, l’educatrice avrebbe cercato di manipolare le dichiarazioni della bambina. Una registrazione audio agli atti mostra frasi come: “Allora sono successe delle cose che ti hanno fatto stare molto male, ok?” e “Ne parliamo un’altra volta così hai tempo di pensarci”. Queste parole lasciano intendere un tentativo deliberato di influenzare la testimonianza.

Mentre i servizi sociali si sono basati esclusivamente sulle relazioni della cooperativa, le valutazioni degli psicologi descrivono la madre come una figura premurosa e attenta, smentendo l’immagine di donna violenta dipinta dall’educatrice.

L’educatrice è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Biella per falsità ideologica in atti pubblici e circonvenzione di incapaci.

“L’esternalizzazione dei servizi sociali alle cooperative – conclude l’avvocato Miraglia – ha eliminato di fatto il controllo diretto degli enti pubblici. Le famiglie si ritrovano così in balia di decisioni arbitrarie e incontrollate, spesso motivate più dal profitto che dal reale interesse per il benessere dei minori”.

Questa vicenda solleva interrogativi urgenti sulla gestione e sul monitoraggio dei servizi sociali affidati a terzi. Occorre una seria riflessione sull’introduzione di strumenti di controllo più efficaci per tutelare i diritti dei bambini e delle famiglie coinvolte.

Sarebbe preferibile che i servizi sociali fossero gestiti direttamente dall’amministrazione comunale anziché essere appaltati a cooperative esterne. Un controllo diretto garantirebbe maggiore trasparenza e tutela, evitando situazioni di abuso e decisioni arbitrarie.

Questa vicenda dimostra l’urgenza di un intervento legislativo volto a regolamentare e monitorare con maggiore attenzione il lavoro delle cooperative e degli operatori sociali. È fondamentale che le autorità preposte introducano norme più stringenti e strumenti di verifica efficaci per prevenire situazioni simili, garantendo così la protezione dei diritti fondamentali delle famiglie e dei bambini coinvolti.

 

Disabilità e allontanamenti: un dialogo aperto nel “Salotto del Venerdì” di RTV Canale 14

 

( Reggio Calabria) Venerdì 22 novembre è stata una serata significativa per il pubblico di RTV Canale 14, che ha avuto l’opportunità di assistere a un approfondimento unico durante il programma “Salotto del Venerdì”, trasmesso da Reggio Calabria. Al centro della puntata, il tema della disabilità, affrontato da diverse prospettive grazie agli interventi degli ospiti presenti.

Tra questi, ho avuto l’onore di partecipare e portare la mia voce su un argomento spesso trascurato: il problema degli allontanamenti delle persone con disabilità. Ho voluto evidenziare come, in molti casi, le famiglie con membri disabili affrontino sfide immense, non solo per l’assenza di sostegno adeguato, ma anche per decisioni istituzionali che possono separare i nuclei familiari, invece di supportarli. Ho sottolineato come sia essenziale ripensare il sistema, affinché si creino interventi più umani, rispettosi delle diversità e orientati all’inclusione.Durante il mio intervento, ho avuto anche l’occasione di presentare il mio libro, “Ci sono anch’io: la disabilità è una dimensione della diversità umana”,  ( Armando Editore 2023) un’opera che ho scritto con l’avvocato Daniela Vita, con il desiderio di dare voce a chi troppo spesso rimane invisibile nella nostra società. Il libro è strutturato in tre parti principali: una riflessione culturale sulla percezione della disabilità, un’analisi delle sfide sociali e istituzionali, e una sezione più intima, dove racconto esperienze personali e storie reali che hanno lasciato un segno profondo nella mia vita. In particolare, ho parlato di come il libro affronti temi complessi come il pregiudizio sociale, le difficoltà nel mondo del lavoro, il diritto all’istruzione e l’accesso a una vita dignitosa per tutti. Ogni capitolo è arricchito da testimonianze che offrono uno spaccato della realtà vissuta da molte famiglie. Una delle storie che racconto riguarda una madre che ha lottato per anni contro l’assenza di servizi adeguati per suo figlio, solo per trovarsi di fronte alla minaccia di un allontanamento. È una delle tante testimonianze che mostrano quanto sia urgente cambiare prospettiva e politiche.Un altro aspetto che ho voluto approfondire è stato il legame tra disabilità e inclusione scolastica. Durante il mio intervento, ho posto l’accento sull’importanza della scuola come primo luogo di integrazione sociale. Ho raccontato come, troppo spesso, le famiglie si trovino di fronte a un sistema scolastico impreparato ad accogliere bambini con disabilità, che finiscono per essere esclusi o ghettizzati. Ho sottolineato la necessità di investire nella formazione degli insegnanti e nell’abbattimento delle barriere architettoniche, perché una scuola inclusiva è il primo passo verso una società più equa.Ho spiegato che “Ci sono anch’io” non è solo un libro di denuncia, ma anche una proposta per un cambiamento. Ho voluto inserire esempi concreti di inclusione, tratti da realtà che hanno saputo trasformare la disabilità in una risorsa per la comunità. Inoltre, il libro si chiude con un capitolo dedicato alla speranza, perché credo fermamente che il cambiamento sia possibile.La reazione degli altri ospiti e del pubblico è stata estremamente positiva, segno che il messaggio sta arrivando: la disabilità non deve essere relegata a un problema privato o familiare, ma considerata una questione sociale che riguarda tutti. A fine serata, molte persone si sono avvicinate per ringraziarmi, acquistare il libro e condividere le loro storie. Alcuni genitori mi hanno confessato che si sono sentiti compresi e rappresentati per la prima volta. È stato un momento di grande emozione per me.La serata si è conclusa con un invito al dialogo e all’azione: è tempo di lavorare insieme per abbattere le barriere, non solo fisiche ma anche culturali, che spesso isolano le persone con disabilità. È necessario che la disabilità venga riconosciuta come una componente naturale della diversità umana e che il nostro sistema sociale si adatti per accogliere e valorizzare ogni individuo, senza discriminazioni o pregiudizi.Ringrazio il team di RTV Canale 14 e gli organizzatori del “Salotto del Venerdì” per avermi dato questa preziosa opportunità di portare alla luce temi tanto importanti. Spero che questa serata possa essere solo l’inizio di un percorso di consapevolezza e cambiamento.

Il ritorno di Luca: quando il sostegno preventivo può evitare allontanamenti ingiustificati

 

Il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta ha autorizzato il rientro del piccolo Luca, nome di fantasia, presso l’abitazione dei nonni materni, ponendo fine a un periodo in cui sia lui che la sua mamma erano stati collocati in una casa famiglia. La decisione è il risultato di un lungo percorso di valutazione che ha coinvolto esperti, psicologi e assistenti sociali e che ha avuto come obiettivo principale il benessere del minore e la ricostruzione di un ambiente familiare adeguato. Tuttavia, la vicenda solleva importanti interrogativi sull’efficacia delle politiche di tutela dei minori e sull’urgenza di adottare interventi tempestivi per prevenire situazioni di allontanamento che spesso risultano evitabili. La madre di Luca, nonostante le difficoltà personali, ha sempre mantenuto un legame affettivo forte con il figlio. Questo aspetto, riconosciuto dal Tribunale, avrebbe potuto essere valorizzato sin dall’inizio attraverso un sostegno concreto che evitasse il collocamento della diade in una struttura esterna. I nonni materni, oggi riconosciuti come risorsa preziosa e disponibili ad accogliere Luca nella loro casa, rappresentano una soluzione che avrebbe potuto essere presa in considerazione già in una fase iniziale. La decisione di ricorrere al collocamento in casa famiglia ha avuto un impatto emotivo significativo, non solo sul bambino ma anche sulla madre, e mette in evidenza la necessità di un sistema di supporto più efficace. L’avvocato  Miraglia, legale della madre, ha accolto con soddisfazione il provvedimento del Tribunale, ma ha anche invitato a riflettere sull’intero approccio del sistema di welfare nei confronti delle famiglie in difficoltà. “Questa decisione rappresenta un passo importante per Luca e la sua mamma, ma solleva un tema cruciale: se si fosse intervenuti con un supporto adeguato e tempestivo, si sarebbe potuta evitare una separazione lunga e dolorosa”, ha dichiarato. “Le case famiglia e i collocamenti in comunità devono rappresentare l’ultima istanza, da adottare solo quando ogni altra possibilità è stata esaurita. È necessario che il sistema di tutela dei minori si concentri maggiormente sul rafforzamento delle famiglie, offrendo loro strumenti di sostegno per superare le difficoltà senza compromettere i legami fondamentali tra genitori e figli”.  Questa vicenda porta a riflettere sul ruolo cruciale delle istituzioni e dei servizi sociali. Il collocamento in casa famiglia, pur giustificato dalla volontà di proteggere il minore, evidenzia i limiti di un sistema che spesso interviene in modo reattivo, piuttosto che preventivo. Investire nella prevenzione significa creare reti di supporto più solide e attivare risorse familiari prima che si giunga a decisioni drastiche. Il potenziamento dei servizi sociali, con personale adeguatamente formato e protocolli operativi chiari, è essenziale per garantire interventi mirati e tempestivi. Una maggiore collaborazione tra istituzioni e famiglie, insieme alla valorizzazione delle figure familiari di supporto, come i nonni in questo caso, potrebbe evitare che molte situazioni si trasformino in separazioni traumatiche e dolorose. Il rientro di Luca presso l’abitazione dei nonni materni non è solo un traguardo per il minore e sua madre, ma rappresenta anche un’opportunità per ripensare le politiche sociali e giudiziarie. Mantenere il bambino all’interno del suo contesto familiare, quando possibile, non è solo un diritto del minore, ma anche un dovere delle istituzioni che devono fare tutto il possibile per garantire stabilità, affetto e continuità nelle relazioni familiari. Come dimostra questa vicenda, un intervento più tempestivo e meno invasivo avrebbe potuto evitare una sofferenza inutile e rafforzare il nucleo familiare fin dall’inizio. Questa vicenda deve servire come monito e spunto per migliorare le pratiche di tutela dei minori. Un sistema che privilegi il sostegno alla famiglia come primo passo, anziché come soluzione tardiva, può prevenire traumi evitabili e garantire un futuro migliore per i bambini e i loro genitori. Il caso di Luca è emblematico di come sia possibile fare di più e meglio, lavorando per un sistema che metta al centro la prevenzione, il rispetto dei legami familiari e il benessere dei minori, evitando scelte drastiche che, come in questo caso, si sarebbero potute prevenire.

 

Ritorno a casa: una decisione del Tribunale segna la fine di un lungo periodo di separazione

(Caltanisetta 15 novembre 2024) Finalmente, dopo un lungo e difficile periodo trascorso in comunità, la mamma e il suo bambino sono tornati a casa. Un passo importante per la loro serenità, dopo tanto dolore e separazione. Il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta ha restituito loro la dignità e la speranza di un futuro insieme, nonostante le difficoltà. La giustizia, pur con le sue complessità, ha dato loro la possibilità di ricominciare.