Ditta di Modena condannata per un infortunio sul lavoro occorso ad un suo dipendente
MODENA (9 Giugno 2021). Dopo sette anni è stata condannata una importante ditta di lattoneria modenese, ritenuta dai giudici del Tribunale di Modena, sia nel procedimento civile che penale, colpevole dell’infortunio sul lavoro avvenuto a Nonantola il primo maggio 2014 ai danni di un giovane operaio di 26 anni di origine albanese, precipitato da un tetto, da un’altezza di 8 metri. L’uomo ha riportato delle lesioni soprattutto a carico della faccia e di un arto, che lo rendono invalido per oltre il 60%. Mentre il Tribunale penale ha condannato i tre responsabili della ditta, a 2 mesi di reclusione, la sezione Lavoro del Tribunale civile ha condannato l’azienda a risarcire l’operaio con una cifra di 448.500 euro. «Siamo ancora una volta a raccontare episodi di infortuni sul lavoro» dichiara l’avvocato Miraglia, che da sei anni difende il giovane operaio rimasto ferito. «Questa volta, per pura causalità, l’operaio non ha perso la vita, sebbene sia rimasto gravemente invalido. La sentenza è importante perché stabilisce, in sede giudiziaria, la responsabilità civile dell’ impresa e la responsabilità penale dei preposti del datore di lavoro. Con questa sentenza viene riconosciuta pertanto la responsabilità del datore di lavoro nell’aver omesso di garantire la sicurezza del proprio dipendente. In ogni caso per legge i titolari delle aziende sono responsabili dell’incolumità dei loro lavoratori e devono garantire l’applicazione dei presidi di sicurezza previsti per norma».
<< Visti i tanti casi, purtroppo anche mortali, ritengo che l’ Italia debba fare di più in materia di sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.>>, conclude l’ Avv. Miraglia,
Era il primo maggio 2014 e su Nonantola si era da poco abbattuto un tornado. L’operaio era salito su un tetto per rimuovere una grondaia sporgente, ed è stato accertato nel corso del processo che il datore di lavoro non avesse rispettato le prescrizioni del POS in materia di sicurezza del luogo di lavoro. Infatti, nel corso delle operazioni di rimozione della grondaia, l’uomo era caduto da un altezza di 8 metri, fratturandosi la testa e la faccia, tanto da rimanere tutt’oggi sfigurato e perdendo completamente la vista dall’ occhio dx.
Per estrema maggiore chiarezza, la ditta è stata assolta dall’illecito amministrativo contestato nel processo penale perché il fatto non costituisce reato.
La ditta è stata invece condannata nel processo celebratosi davanti al giudice del lavoro.
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