Casi da pazzi. (Koinè Nuove Edizioni, 2007).

Casi da pazzi. (Koinè Nuove Edizioni, 2007).

Diversamente da tanti studenti liceali dell’atro ieri, di ieri, di oggi e forse di domani, amo un romanzo letterario, quale i Promessi Sposi di Manzoni, grazie ad  un eccezionale insegnate di lettere  antiche che, in V° ginnasio leggeva in classe per ore e ore i vari capitoli, immedesimandosi nei personaggi. Mi capita, ancora oggi, prima di una causa importante di prendere in mano questo vecchio libro di scuola che è, a mio parere, di una attualità sconcertante. Poiché già da allora sognavo di fare l’avvocato, quando nel capitolo III il professore recitava la parte  dell’incontro tra Renzo e l’avvocato Azzecagarbugli, da subito, avevo preso  le distanze da “quel tipo di dottore”, sognavo di essere un avvocato ben diverso… “ho cavato altri da peggio imbrogli.. purché non abbiate offeso persone di riguardo, intendiamoci mi impegno a togliervi di impaccio…Perché vedete, a saper ben maneggiare le grida ( le legge di oggi cioè) nessuno è reo, nessuno  è innocente.”  Questo vecchio ricordo letterario tra i banchi di scuola della mia adolescenza, serve per sottolineare quanti Azzeccagarbugli e quanti magistrati preoccupati a non offendere persone importanti, esistano, purtroppo, oggi più di ieri.
Questo avvocato da subito ha dovuto fare i conti con ombre inquietanti di un sistema giudiziario sordo, cieco ma non muto come scrive Nunzia Manicardi all’inizio del libro.
Pur sentendo il bisogno di sottolineare a caratteri cubitali come la maggior parte dei magistrati e pubblici ministeri in Italia sia sostanzialmente sana, esistono, purtroppo e sono tanti, troppi, i magistrati, pubblici ministeri, magistrati di sorveglianza, giudici tutelari, Presidenti di Tribunali, indistintamente uomini e donne che utilizzano la giustizia per fare carriera sia professionale che politica.
Questo avvocato alla maniera di Renzo Tramaglino dei Promessi Sposi non è andato a cercare questi soggetti ma purtroppo se li è trovato addosso  (tanti troppi) preoccupati più di non disturbare i poteri di palazzo che di fare giustizia.
In un sistema giudiziario di questo tipo,   in cui agli amministratori della giustizia si affiancano spesso nelle città.,  sindaci, questori, prefetti, assessori, direttori di aziende sanitarie non c’e – mi sento di gridarlo in ogni riga del libro- alcun tipo di giustizia, soprattutto per coloro che vivono nelle condizioni culturali, economiche e sociali più povere e svantaggiate.
Gran parte dei miei clienti, spesso assistiti gratuitamente, si sono imbattuti altresì nel mondo della psichiatria, dei servizi sociali e delle cooperative di questo e quel colore. Purtroppo, sono stati  costretti a constatare che gli ordini professionali dei medici, avvocati e magistrati sono di fatto organizzazioni sindacali a difesa di privilegi, di vantaggi, degli stessi professionisti, ben lontani, da quelle persone a cui dovrebbero assicurare dignità, rispetto e giustizia. Ho davanti agli occhi certe cartelle cliniche che in poche righe cancellano la storia o avviliscono una persona di cui dovrebbero riportare fedelmente il suo diario clinico, “cartelle cliniche vergogna”, puntualmente sottolineate da questo avvocato, e inviate al Direttore dell’azienda Usl, al  Presidente dell’Ordine dei medici  e ai Collegi giudicanti.
Ciò che è peggio  che molte sentenze di condanna trovano giustificazione in queste cartelle.
Per quelle strane coincidenze della sorte, nonostante, alcune sconfitte che bruciano perché colpiscono quasi selettivamente i tuoi clienti più poveri, quasi che davvero, come diceva il Manzoni sia: “ Mal cosa nascer povero…mio caro Renzo!” aumentano le persone, che da tutta Italia che si rivolgono al mio studio.
Nell’affrontare molte situazioni ho avuto la sensazione di sentenze già scritte, di teorie accusatorie “pre-confezionate”, di rinvii a giudizio automatici senza la ben che minima attività istruttoria.
Ebbene, molte volte, di fronte a queste situazioni, vorrei  cancellare, rubare  far sparire dalle aule dei Tribunali quella ipocrita scritta : “La legge è uguale per tutti”… Ciò, nonostante, sono convinto che le cose cambieranno prima ancora di quanto ciascuno di noi possa pensare.

Avv. Francesco Miraglia

Liberi di pensare, liberi di scrivere
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Il sole 34 ore 6 giugno 2007
Resto del Carlino Casi da Pazzi