Processo Camaprini: primo atto.

Processo Camaprini: primo atto.

 
PRIMO PIANO Il caso della bambina rapita, La difesa: «Siamo soddisfatti ma faremo ricorso in Appello e chiederemo la revoca dei domiciliari»
La sentenza del Tribunale di Massa per i coniugi Camparini Genitori di Anna Giulia condannati a due anni e quattro mesi di reclusione
I coniugi Camparini il 16 luglio scorso portarono via da una casa vacanze del Cenacolo la piccola, a Marina di Massa.
 La bambina era stata tolta ai genitori dalla magistratura di Reggio, poi affidata a una struttura assi-stenziale, il Cenacolo Francescano. L’estate scorsa la piccola era ospite della casa vacanze a Marina di Massa dello stesso Cenacolo. Genitori e figlia furono ritrovati undici giorni dopo la fuga in Svizzera. Fi-niti in carcere, il 9 febbraio scorso Massimiliano Camparini e Gilda Fontana hanno ottenuto i domici-liari. Quella dell’estate scorsa era stata la seconda fuga: già il 5 marzo 2010 i genitori erano riusciti a por-tare via Anna Giulia, fuga che si era conclusa quattro giorni più tardi. Ieri in aula l’avvocato Francesco Tazzari – difensore della parte civile per conto della tutrice della minore, l’avvocato Sabrina Tagliati – ha cercato di dimostrare che c’è stato il sequestro e, dopo la decisione del giudice, fa sapere che da parte sua c’è “rispetto per la sentenza”
Il sottoscritto avvocato di mamma e papà di Anna Giulia, non ha ritenuto opportuno fare nessuna arringa «perché si tratta di una vicenda che sin dall’inizio ha del paradossale. Ho fatto rilevare che la giustizia alle volte, come in questo caso, rovina la vita delle persone».
Mi ritengo comunque soddisfatto in virtù di quello che si era paventato in un primo momento. L’accusa aveva infatti chiesto 10 anni parlando di sequestro di persona aggravato; i-noltre basti pensare che per questo reato sono previsti dai 3 ai 15 anni, quindi il tribunale ha ben capito le ragioni della difesa dando poco più di due anni».
Per questa difesa la scelta del giudice Cristina Failla «è la dimostrazione che comunque si è trattato del gesto di due geni-tori esasperati, vittime di un’ingiustizia e non di due pazzi pericolosi». Ora chiederò la revoca dei domiciliari, poi predisporrò ricorso in Appello. «I Camparini sanno di aver sbagliato, ma si è finalmente capito che Anna Giulia ha un papà e una mamma e che la giustizia, che dovrebbe tutelare, mette a volte nelle condizioni di rovinarci la vita».  
«Ora quel che mi preoccupa è la posizione della bimba. Finché i genitori erano in carcere si era decisa una data precisa per far loro vedere la piccola; adesso invece non si sa quando ciò potrà accadere».
 A tal proposito la consulenza tecnica d’ufficio sta stilando una relazione sulla capacità genito-riale dei Camparini, nell’obbiettivo di un futuro incontro tra la bimba, che da tre anni vive in una struttura protetta di Reggio, e i genitori.
In aula i Camparini ieri non si sono presentati «perché  l’autorizzazione a presenziare è arrivata nel tardo pomeriggio del giorno precedente e, comunque, avevano già espresso la loro posizione».
Causa scatenante fu l’affidamento della piccola ai servizi sociali Erano fuggiti due volte con la figlia di soli cinque anni. Per ben due volta Massimiliano Camparini e Gilda Fontana sono fuggiti con Anna Giulia dopo che il Tribunale aveva affidata ai servizi sociali la loro bam-bina. Il 5 marzo scorso in occasione di un incontro protetto i coniugi distrag-gono l’assistente sociale e prelevano la figlia, fuggendo verso la Slovenia. La fuga dura pochi giorni: il 9 marzo la polizia li riporta a Reggio. Passano pochi mesi e i due ci riprovano. E’ il 16 luglio quando prelevano la bambina, ospite dell’associazione delle Suore del Ce-nacolo Francescano e scappano. Sulle loro tracce i Carabinieri di Massa Carrara e la Polizia di Reggio. Questa volta la fuga dura una decina di giorni. I tre vengono rintracciati il 27 luglio in Sviz-zera, a pochi chilometri da Lugano.
Solo 14 giorni prima della sentenza di ieri ai due genitori erano stati concessi gli arresti domiciliari.
Il Tribunale di Massa, infatti, nonostante il parere negativo del pubblico ministero, aveva accolto la richiesta della difesa che aveva chiesto la revoca della misura cautelare della detenzione in carcere a Massa.
I due erano così stati messi ai domiciliari nella loro residenza di Reggio. La concessione degli arresti domiciliari aveva sorpreso l’avvocato Francesco Taz-zari, parte civile per la collega Sabrina Tagliati, tutrice della piccola. «Massimo rispetto della decisione del collegio -diceva il legale  il quale avrà certamente valutato tutti gli aspetti sog-gettivi e oggettivi della vicenda. Manteniamo una vigile e accorta attenzione sulla vicenda, con un minimo di dovuta quanto credo naturale, opportuna e do-verosa preoccupazione».
 

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