Scoperta nelle Marche una casa famiglia…tugurio
Da un comunicato stampa di Antonella Flati della neonata Associazione PSF (Pronto Soccorso Famiglie) apprendiamo di una inchiesta che ha portato l’avv. Miraglia, noto professionista attivo nel segnalare gli scandali di molte case famiglia italiane e di alcuni tribunali minorili (il caso di Anna Stella Camparini, su tutti), a inviare un esposto in procura per sollecitare indagini su una struttura per minori dove, secondo i resoconti fotografici e video, i bambini vivrebbero in locali in condizioni pietose, certamente non rispondenti agli standard qualitativi che un servizio di questo tipo, peraltro molto costoso per gli enti locali (fino a 250 euro al giorno per ciascun bambino ospitato), dovrebbe avere in ogni caso.Antonella Flati, sentita per l’occasione ci riferisce che “fra le tante le denunce e le richieste di aiuto che ci arrivano quotidianamente attraverso Facebook, ci è sembrata particolarmente grave quella proveniente da alcune mamme ospiti di una casa famiglia sita a Montalto Delle Marche” (AP, ndr). La Flati in queste ore ha diffuso un comunicato dove si legge che “La casa famiglia Dina Sergiacomi è una struttura a due piani che ospita al piano inferiore mamme con bambini e al piano superiore bambini allontanati dalla propria famiglia. Dopo esserci documentati sulla struttura, raccogliendo silenziosamente materiale fotografico fornito degli stessi occupanti, testimonianze delle mamme ospiti e di alcuni ex dipendenti della struttura, abbiamo ritenuto necessario rivolgerci all’avvocato Francesco Miraglia di Modena, con il quale abbiamo esaminato tutta la documentazione e ci siamo sentiti in dovere di informare l’autorità giudiziaria competente, affinchè si accertino le gravi condizioni igienico-sanitarie, l’esistenza di bagni in condizioni igieniche abominevoli, di camere con mobilio pericolante, di finestre senza alcuna protezione e prive di serrande, di muffa sui muri a causa di eccessiva umidità”.”E poi”, prosegue la Flati, “c’è il resto, ovvero la mancanza di una stanza per gli operatori del turno di notte, l’assenza di un medico del lavoro che vigili sulla salute psicofisica degli operatori con controlli annuali soprattutto per chi è addetto ai turni notturni, la presenza di minori che devono assumere psicofarmaci senza la presenza di un medico, e molto altro. Di fronte a ciò dobbiamo chiederci quali controlli vengano fatti sugli istituti in cui questi bambini vengono “rinchiusi per il loro bene”.E ancora “regioni e comuni, infatti, compiono un grosso sforzo economico per mantenere i centri per minori e adulti in difficoltà ma non sembra vengano effettuati controlli sulle condizioni igieniche e strutturali di queste aziende. Sarebbe auspicabile una verifica sui bilanci di ogni casa-famiglia, in modo da avere una maggiore trasparenza. Ogni casa famiglia dovrebbe rendere pubbliche le modalità di spesa dei fondi percepiti per cibo, vestiario, trasporti e personale dipendente, ma soprattutto la pubblicazione della tabella degli utili che sono soggetti a tassazione agevolata”.”Inoltre”, aggiunge Antonella Flati, “emerge altresì da materiale fotografico ricevuto che nella casa famiglia in questione è presente una dispensa contenente all’interno prodotti a marchio CEE, cioè alimenti destinati a titolo gratuito a persone non abbienti, pertanto a costo zero, mentre nel capitolato approvato dal comune e dalla A.S.l. locale, l’azienda si impegna a fornire pasti che vengono regolarmente finanziati. Alla luce di queste sconcertanti immmagini, riteniamo che l’opinione pubblica debba sapere come la tutela a favore dei bambini spesso e volentieri viene usata come strumento per alimentare un vero e proprio mercato sulla pelle dei bambini e delle famiglie, riteniamo sia nostro dovere dare la massima diffusione a questo comunicato, con allegate foto e video affinché si faccia concretamente luce sulla conduzione di questa struttura e su quanto denunciato, perché questi bambini strappati agli affetti familiari non debbano nella loro delicata fase evolutiva essere oggetto di privazioni o crescere in ambienti malsani, e siano quantomeno tutelati nella loro intimità e dignità umana.Il comunicato ha fornito anche il link del video girato all’interno della struttura:http://www.youtube.com/watch?v=CigO_myL5qs
Fonte: Redazione
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