Sistema Bibbiano anche nel Torinese?
L’avvocato Miraglia segnala alla Procura tre affidamenti che risulterebbero vere e proprie “adozioni mascherate”
TORINO. (31 ottobre 2019). Siccome tre indizi fanno una prova, come si suol dire, è molto probabile che anche nel Torinese sia in atto da tempo un sistema sul modello di Bibbiano, in cui i bambini vengono allontanati dai genitori con dei pretesti futili e affidati a persone che fanno parte sempre della medesima cerchia di operatori sociali. Con lo strano comportamento proprio di questi genitori affidatari volontari, che chiederebbero personalmente al giudice del Tribunale dei minori, pagando gli avvocati di tasca propria, di non far rientrare i bambini in seno alle loro famiglie, in quanto i genitori risultano inaffidabili e i bambini avrebbero persino paura di incontrarli: che interesse hanno per attivarsi così in prima persona? Un sistema dove il deus ex machina sarebbe un’unica persona, che ricoprirebbe – neanche fosse una e trina – a volte il ruolo di Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni e della Corte d’Appello, altre quello di assistente sociale, altre ancora di referente del Cismai – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia – e membro dell’equipe formativa di una cooperativa che si occupa di interventi socio assistenziali e socio educativi. Con un gravissimo conflitto, di interesse che pregiudicherebbe la serenità e l’obiettività delle decisioni assunte in merito ai provvedimenti di allontanamento di questi bambini. «Sembrano adozioni mascherate bell’e buone» dichiara l’avvocato Francesco Miraglia, che sta seguendo le vicende in tutto analoghe di ben tre famiglie diverse, finite nel gorgo di questi affidamenti per delle conflittualità sorte tra i coniugi in sede di separazione, senza che si siano mai riscontrati segni di abusi, maltrattamenti, violenze o incuria verso i figli. «I bambini sono stati allontanati dai genitori in conflitto tra loro per cause di separazione, che non pregiudicavano il loro benessere: ma anziché avviare un percorso di accompagnamento familiare, questi bambini sono stati allontanati da casa e affidati a operatori, addirittura dividendo e separando i fratelli tra loro, come a volerli isolare, riprogrammare, cancellando loro la memoria della famiglia di origine, spezzando i legami persino con i fratelli. In modo quasi che abbiano l’operatore cui sono affidati come unico ed esclusivo punto di riferimento al quale, giocoforza, i bambini prima o poi si affezionano. In tempi non sospetti ci siamo rivolti all’assessore, senza ottenere risposta: ma com’è possibile che tanti casi siano tutti uguali, con le medesime dinamiche? E già tre anni orsono, nel Marzo 2016, la consigliera comunale del M5S, Giuseppina Codognotto, segnalò un giudice onorario del Tribunale dei Minorenni di Torino al Consiglio superiore della magistratura, a causa di presunte incompatibilità di carica e conflitto di interesse con la Corte di Appello. Ho presentato quindi nei giorni scorsi un esposto alla Procura, affinché faccia chiarezza sulle vicende e sui rapporti tra i protagonisti. Qui di sicuro non si fa il bene di questi bambini».
No Comments