Storia di MF

Storia di MF

Questa è la storia di MARIANNA (nome di fantasia).

Marianna si era avvicinata inizialmente alla psicoterapia per una delusione d’amore. Marianna non aveva avuto nessun trascorso psichiatrico prima di questa vicenda, e neppure mai assunto psicofarmaci.

  • Primo ricovero obbligatorio (TSO) alla fine degli anni ’90

Marianna si era fermata ad un autogrill dove aveva subito delle molestie sessuali da una persona sconosciuta. Dopo essere sfuggita all’aggressore, era andata a denunciare questo fatto presso una stazione di polizia adiacente. Qui i poliziotti avevano cercato di dissuaderla dal fare la denuncia. Vista la sua insistenza i poliziotti avevano chiamato la mamma, nonostante la sua maggiore età e che da anni vivesse da sola, che stupidamente aveva concordato con loro l’eventualità di un ricovero coatto. Quindi è stata chiamata un’ambulanza e Marianna è stata tenuta per una settimana in ospedale ed è stata costretta a prendere pesanti dosi di psicofarmaci. Più tardi Marianna ha capito che la persona che l’aveva disturbata era un poliziotto che lavorava nella stazione di polizia dove si erano rifiutati di accettare la sua denuncia.

  • Secondo TSO alla fine degli anni ’90

Tornata nella sua città, e fortemente delusa e arrabbiata per l’ingiustizia subita, Marianna aveva deciso di denunciare questo episodio alle autorità locali. Le autorità, invece di ascoltarla, le hanno fatto un altro TSO, sempre con l’accordo della famiglia. Lo psichiatra che ha disposto il TSO era uno psichiatra del CSM. Questa volta Marianna è stata trattenuta contro la sua volontà per due settimane e non una. Lo psichiatra, alla fine della prima settimana, le ha chiesto se aveva compreso che lo stavano facendo per il suo bene. Lei aveva risposto di no e allora l’ha tenuta lì un’altra settimana. Alla seconda settimana ha mentito dicendo di sì per farlo contento e lo psichiatra l’ha rilasciata. In seguito è stata costretta per due anni a recarsi presso le strutture per colloqui settimanali e l’assunzione di Litio (uno psicofarmaco). Poi lei pian piano è riuscita a convincere lo psichiatra a lasciarla andare ed è riuscita a togliersi dalla morsa della psichiatria.

  • Dopo circa 7/8 anni lo psichiatra cerca di farle un altro TSO

Nonostante le ingiustizie subite in psichiatria e in famiglia, Marianna si era rifatta una vita; avendo sempre mantenuto il lavoro e innamorata di una persona, aveva deciso di cambiare casa e andare a vivere con il suo compagno, ma i suoi genitori non erano d’accordo. La mamma aveva telefonato allo psichiatra che, sulla base delle sole preoccupazioni espresse, aveva disposto un accertamento obbligatorio (ASO). Marianna si è quindi rivolta a un avvocato ed è andata al centro per fare la visita assieme al suo nuovo compagno. Lì è stata visitata dallo psichiatra del CSM. Lei e il suo compagno erano molto preparati e avevano capito perfettamente le dinamiche alla base di questo tipo di abusi. Di fronte alla loro sicurezza, lo psichiatra aveva iniziato a tremare come una foglia a causa della rabbia repressa perché si era reso conto di non poter imporre la sua visione della vita e le sue pratiche coercitive. Lì ha dovuto capitolare e non le ha fatto un TSO.

Ora Marianna è libera e felice, lontana dalla psichiatria. Ha messo al mondo un bel bambino e si è fatta promettere dalla mamma che non chiamerà più il centro di salute mentale. Marianna sta bene e vuole lasciarsi tutto alle spalle. Ma vuole che la gente conosca la sua storia per impedire che succeda anche ad altri. Ha voluto lasciarci queste parole per sottolineare un aspetto spesso trascurato: “Una considerazione va fatta: sembra che ogni volta i genitori considerino sbagliata una decisione dei figli, trovino gli psichiatri disponibili a “richiamarli all’ordine!!!”.”

 

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