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Violentata una minorenne in un centro di recupero: confermata in appello a 5 anni di reclusione per un altro ospite all’epoca 43enne

ANCONA (4 Giugno 2021). Confermata anche dalla Corte d’Appello di Ancona la condanna di un uomo per lo stupro di una minorenne, avvenuto tre anni fa all’interno della comunità di recupero dalle dipendenze in cui entrambi erano alloggiati. L’uomo, che nel dicembre 2018 aveva 43 anni ed era ricoverato nella struttura per la sua dipendenza da alcol, ha usato violenza nei confronti della ragazzina, all’epoca diciassettenne, approfittando della sua condizione di inferiorità dovuta alla giovanissima età. Oltre al fatto che, nel momento in cui ha fatto irruzione nella sua stanza, la ragazzina stava dormendo. Una violenza che si è consumata senza che nessuno degli operatori addetti alla sorveglianza, pur presenti nel reparto in quel momento, si fosse accorto di nulla e fosse pertanto intervenuto in suo aiuto. La ragazzina aveva avuto il coraggio di denunciare tutto a un’operatrice sociosanitaria della comunità, che aveva notato in lei un atteggiamento strano e che le aveva quindi chiesto cosa le fosse capitato. Tra l’altro l’uomo, consumata la violenza, si era pure presentato per alcune notti successive nella stanza della giovane, che però in quelle occasioni era riuscita ad allontanarlo. Ne era seguita quindi un’inchiesta, con la relativa condanna dell’uomo in primo grado a cinque anni di reclusione. Condanna confermata da una recente sentenza emessa questa settimana dalla Corte d’Appello di Ancona.

«Soddisfatti della conferma della sentenza» commenta l’avvocato Miraglia, che difende il padre della ragazzina costituitosi parte civile, «procederemo ora con la richiesta di risarcimento dei danni morali e materiali sia al colpevole della violenza che al responsabile della struttura di recupero, che non ha saputo sorvegliare e prendersi cura adeguatamente della minore. C’è anche da sottolineare – e quindi mi rivolgo al ministro della Salute Roberto Speranza – come siano pochissime  i luoghi che possono aiutare i minori senza contattare che potrebbero essere aiutati a casa loro.

i. Purtroppo la stragrande maggioranza delle volte i minori vengono inseriti in strutture riabilitative nelle quali sono alloggiati anche gli adulti che, come si evince dal caso in questione, possono dimostrarsi assai pericolosi. Sarebbe pertanto opportuno cominciare a pensare di realizzare strutture dedicate esclusivamente all’accoglienza di minori affetti da dipendenze, soggetti particolarmente fragili e vulnerabili».