Picchiata da famiglia affidataria: ragazzina torna a casa
Ha deciso di farsi giustizia da sola ed è tornata a casa.
Trento. Carla (nome di fantasia), la ragazzina che alcune settimane fa sarebbe stata picchiata dalla famiglia affidataria e collocata cautelativamente in una comunità per minori, domenica scorsa è tornata a casa dalla sua famiglia.
Carla manifestava da mesi la volontà di tornare dai suoi cari dato che i motivi che avevano portato al suo allontanamento erano risolti da tempo. Ma i Servizi Sociali non avevano ascoltato la sua richiesta, anzi (come riferito dalla madre) la ragazzina avrebbe affermato che la visita (con la famiglia) programmata da diversi mesi era stata annullata senza riferirglielo, assieme a tutte le visite e incontri programmati, in apparenza per via della denuncia verso la famiglia affidataria.
A quel punto Carla ha deciso di farsi giustizia da sola e come ci scrive la mamma:
“Nella giornata di domenica 14 aprile, mia figlia Carla si è presentata presso la mia dimora di sua spontanea volontà rifiutandosi di recarsi nuovamente alla comunità ove era assegnata. Da prassi io mi sono impegnata ad avvisare l’assistente sociale in più occasioni (durante tutta la settimana) ma lei non ha risposto a nessuna e-mail e nel momento in cui chiamavo mi veniva riferito che era impegnata o assente […]. Giovedì 18, ho contattato la scuola per occuparmi del percorso scolastico di mia figlia per rimettersi in pari con i compagni, e mi è stato riferito che l’assistente sociale ha contattato la scuola riferendo la collocazione attuale della minore e informando che al momento il servizio sociale stesso, non avendo sentito la minore come di dovere, non sapeva valutare come la situazione si evolverà. Mia figlia ha dichiarato di trovarsi bene e di non volersi allontanare ancora da un luogo (casa sua) che la fa stare bene.”
Secondo il sottoscritto in qualità di avvocato l’avvocato della famiglia,:
“Ancora una volta non si può fare a meno di sottolineare il comportamento quanto meno discutibile dell’assistente sociale, la quale da più di un anno è stata portata a conoscenza del malessere della minore nella famiglia affidataria, successivamente sfociato in veri e propri maltrattamenti. Soprattutto la stessa operatrice era a conoscenza della volontà ferma e determinata della ragazza di voler rimanere nella propria famiglia. Ancora più grave è il fatto che la stessa assistente sociale ha relazionato a tribunale che tutto andava bene. Spero che questa operatrice si occupi di altro ma soprattutto spieghi perché ha voluto in ogni modo tenere lontano questa minore dalla propria famiglia. Di sicuro non è stato per un interesse personale… o no???”