12 Aprile 2013
COMUNICATO STAMPA
SVOLTA IMPORTANTE NEL CASO DELLA FAMIGLIA CAMPARINI. ACCOLTO IL RICORSO IN CASSAZIONE PER RIOTTENERE LA PROPRIA BAMBINA
Un ulteriore passo in avanti sembra compiersi nel processo che vede come protagonista la famiglia Camparini che, da oltre sei anni, sta combattendo per riottenere l’affidamento della figlia naturale, A.G. Il prossimo 13 maggio, infatti, la vicenda di AG sarà discussa dalla Corte di Cassazione prima sezione civile in udienza pubblica.
Il ricorso in Cassazione, è stato presentato lo scorso ottobre dall’avvocato Francesco Miraglia, del Foro di Modena, legale dei coniugi, ove ancora una volta si rivendicava la mancanza di qualsiasi presupposto di fatto e di diritto sulla dichiarazione di adottabilità di A. G..
“Questa notizia – spiega Gilda Fontana – mi ha provocato mille emozioni. In un primo momento ho avuto un attacco di panico perché ho paura di illudermi per l’ennesima volta. Inoltre temo che questa situazione possa creare disagio a mia figlia. Ma poi, pensando al bene che le voglio, sono positiva. Non provo né rancore, né vendetta per coloro che sono intervenuti in questa vicenda. Ho fiducia nella giustizia nonostante tutto ciò che abbiamo vissuto sulla nostra pelle in questi anni. Mi colma di gioia pensare che c’è qualcuno che finalmente leggerà, con la dovuta attenzione, le carte processuali. Io continuo a lottare, non posso lasciare a metà questa battaglia perché so di avere ragione, non voglio che qualcuno si intrometta nella vita della mia bambina e della nostra famiglia. Nostra figlia ha il diritto di sapere chi è, di conoscere pregi e difetti del suo nucleo familiare. Questa consapevolezza mi dà la forza di continuare a combattere. Credo ancora nella giustizia divina e spero in quella umana grazie anche al coraggio e alla forza che, in questi anni, il mio avvocato mi ha sempre dato, consentendomi di non deprimermi e di andare avanti con dignità”.
“Siamo in un momento delicato e importante del processo, – sottolinea l’avvocato Francesco Miraglia – anche perché il fatto che il ricorso sia stato, al momento dichiarato ammissibile e meritevole di discussione pubblica ci fa ben sperare.
Una tappa importante quindi quella che stanno per vivere i coniugi Camparini, dopo un lungo calvario sia processuale che umano. Una vicenda, iniziata nel 2007, quando il Pubblico Ministero di Reggio Emilia, dott.ssa Maria Rita Pantani, chiede che venga effettuata una perquisizione all’interno dell’abitazione dei coniugi Camparini alla ricerca di sostanze stupefacenti. Durante l’intervento i Carabinieri non rinvengono nulla ma la loro attenzione, invece, si sposta sulla piccola A.G. che, all’epoca, ha due anni. I militari decidono di inviare un’informativa al Tribunale dei Minori di Bologna segnalando la presenza della minorenne e di un “presunto stato fatiscente dell’abitazione”. Come vuole la prassi, intervengono i Servizi Sociali che confermano quando precedentemente affermato dalle Forze dell’ordine pur senza recarsi in loco né tantomeno preoccupandosi di incontrare i genitori per capire la reale situazione familiare. In seguito, il 23 giugno 2008 il Tribunale di Bologna stabilisce che la piccola A.G. debba essere portata in un Istituto dove può vedere regolarmente i genitori sotto il controllo dei Servizi Sociali di Reggio Emilia. E sono proprio questi ultimi ad affermare, in seguito, che la bambina può ritornare in famiglia. Parere che non viene accolto dal Giudice minorile di Bologna. La situazione precipita nel 2010 quando Gilda Fontana e Massimiliano Camparini vengono a sapere che la loro bambina potrebbe essere affidata. Decidono quindi di portarla via dall’istituto in cui è collocata per poi riconsegnarla alle Autorità. Questo gesto li vedrà indagati per sottrazione di minore. A questo punto il Tribunale per i Minorenni di Bologna chiede che vengano fatti nuovi accertamenti. I genitori temono il peggio e il 16 luglio 2010 decidono di scappare in Svizzera con la bambina. Un atto che pagheranno con il carcere.