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16enne arrestato per furto comincia a fumare e spacciare da quando sta in comunità

I ragazzi ospiti delle comunità vengono davvero aiutati?
Sedicenne milanese arrestato per furto: ha iniziato a fumare e spacciare da quando sta in comunità

MILANO. Recentemente il fenomeno delle baby gang è tornato alla ribalta: i quartieri “bene” di Napoli da due mesi sono sotto assedio da parte di bande di adolescenti, che aggrediscono senza motivo i coetanei, derubandoli e accoltellandoli. Un’escalation di violenza.

Qualche giorno fa un’altra adolescente romana, appena diciottenne, Pamela Mastropietro, è stata uccisa e fatta a pezzi: il suo corpo è stato trovato dentro due valigie nelle campagne marchigiane. Prima di sparire era scappata dalla comunità di recupero in cui era entrata per l’ennesima volta per cercare di risolvere i suoi problemi. Alla famiglia sono rimasti il dolore e tante domande: perché si è allontanata dalla comunità e perché nessuno si sia accorto della sua fuga.
A Milano invece un sedicenne è stato arrestato alcuni giorni fa per spaccio di droga: era ospite anche lui di una comunità: sono anni che entra ed esce da queste strutture e prima di frequentarle non fumava né spacciava.
«Ma nel nostro Paese chi aiuta davvero gli adolescenti ?» si interroga il suo avvocato, Francesco Miraglia. Da anni il legale, esperto in Diritto minorile, si batte contro gli inutili allontanamenti di bambini e ragazzi dalle famiglie di origine qualora non vi siano gravi motivazioni. Si è trovato spesso a scontrarsi contro i Servizi sociali e le comunità di alloggio, non sempre di specchiata onorabilità e che sovente sembrano non avere a cuore e come priorità il benessere dei ragazzi.
«Il mio cliente ha solo sedici anni» prosegue l’avvocato Miraglia «e venerdì è stato sottoposto all’udienza di convalida dell’arresto. Ha ammesso l’errore, ma ha raccontato anche tutte le traversie subite negli anni. Lo conosco fin da piccolissimo, come conosco la sua famiglia, che si è affidata ai Servizi sociali e al Tribunale dei Minorenni per cercare di risolvere i problemi del ragazzo: è stato adottato da un’ottima famiglia, ma i traumi legati all’abbandono in tenerissima età gli hanno lasciato dentro dei segni profondissimi da cui scaturiscono i suoi disagi». Il ragazzo ha una storia di abbandono alle spalle, che lo ha profondamente segnato: aveva bisogno di aiuto e come soluzione ai suoi disagi, invece, si è proceduto ad allontanarlo dai genitori adottivi. Una situazione che lo ha fatto soffrire ancora di più, come dimostrano le ripetute fughe dalle comunità per tornare a casa. All’udienza ieri il giovane ha accettato di scontare la pena in una comunità di lavoro. «Ma ha anche avuto la possibilità finalmente di raccontare cosa ha passato in questi anni» continua il legale. «E’ stato costretto ad andare in tre comunità diverse: in una era l’unico ragazzino in mezzo a degli adulti, nell’altro era l’unico italiano, la terza era una comunità psichiatrica. In luoghi simili si è trovato costretto ad affrontare problemi ulteriori a quelli che aveva già: logico che scappasse. E adesso ha imboccato una strada sbagliata: tra l’altro è stato proprio in comunità che ha iniziato a fumare e a frequentare compagnie poco raccomandabili. Ma allora mi domando: davvero le comunità operano per il bene dei ragazzi che vengono loro affidati? Dove sono i progetti educativi e di recupero? Con questo ragazzino – che fortunatamente ha compreso di avere sbagliato – si rischiava di perdere un’occasione, di perdere un ragazzo e di ritrovarsi un delinquente. Siamo sicuri che siano solo le famiglie ad avere la responsabilità con i ragazzi “difficili” oppure anche le istituzioni? Dobbiamo interrogarci tutti e soprattutto gli enti che si occupano di minori: cosa si fa davvero per loro? Si fa abbastanza, si fa il meglio per questi adolescenti oppure vengono solo considerati un numero e un introito economico?».

Vincenza Palmieri e Francesco Miraglia per la prima volta in Basilicata

download basilicataCOMUNICATO STAMPA

                                                                 

Vincenza Palmieri e  Francesco Miraglia 

presentano, per la prima volta,

in BASILICATA

 

“I Malamente” (Armando Editore)

Lunedì 27 Gennaio 2014 – Ore 17.00 – 19.00

Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Potenza III

Via Enrico Toti – Potenza

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   Nell’ambito della sesta edizione di “Incontriamoci e parliamo di…”, percorso formativo per genitori e docenti organizzato dall’AID di Potenza, lunedì 27 Gennaio,  l’Avv. Francesco Miraglia e la Prof.ssa Vincenza Palmieri presenteranno, per la prima volta in Basilicata, l’ultimo volume (scritto assieme all’Avv. Eleonora Grimaldi), 
I Malamente“, edito da Armando Editore.
 
Un libro dirompente e innovativo, che capovolge lo stigma che associa il cattivo alla mente malata, motivazione grazie alla quale si riempiono le case famiglia e le comunità di giovani a cui somministrare terapia psico-farmacologica. “O reo o malato”, o bianco o nero, in quella assenza di sfumature che invece è propria della variabile adolescenziale.
 
“I Malamente, oggi, sono ragazzi fuori dai margini dell’ascolto, allontanati da una scuola che li perde e non va a riprenderseli, costretti o decisi ad avviarsi verso una carriera di devianza e malattia”.
Protagonisti di molte coraggiose battaglie civili che li vedono affiancati, Palmieri e Miraglia ripercorreranno, dunque, i passaggi salienti di un volume di straordinaria attualità, in cui si racconta di come i nostri ragazzi, pieni di istanze, difficoltà, caratteristiche particolari e bisogni speciali, siano menti meravigliose, bisognosi di una scuola che onori costantemente il Diritto allo Studio ma soprattutto il Diritto all’Apprendimento.
 
L’evento, particolarmente in linea con l’argomento della serata, concluderà degnamente la lezione magistrale che la stessa Prof.ssa Palmieri, in apertura del lavori,  terrà sul tema “Aspetti etici e pedagogici dei D.S.A. e dei B.E.S. – Comprendere per evitare la medicalizzazione dell’insegnamento”.