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Presentazione del libro “L’Avvocato dei Bambini: troppo potere senza controllo” di Francesco Miraglia

Presentazione del libro “L’Avvocato dei Bambini: Troppo Potere Senza Controllo” di Francesco Miraglia
Come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti
Edito da Armando Editore

Napoli, 24 febbraio 2024 – Si terrà sabato 24 febbraio alle ore 16:00, presso la Sala della Loggia del Maschio Angioino di Napoli, la presentazione del libro “L’Avvocato dei Bambini: Troppo Potere Senza Controllo – Ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti”, edito da Armando Editore.

L’evento vedrà la partecipazione di esperti del settore, sociologi, rappresentanti di associazioni e professionisti impegnati nella tutela dei diritti dei minori, che condivideranno le loro esperienze e competenze per offrire una visione completa del fenomeno. Interverranno:

  • Claudio Roberti, sociologo
  • Sergio Mantile, sociologo
  • Gaetano Marotta, rappresentante dell’Associazione Oltre Uno
  • Vincenzo Gargiulo, de “La Palestra delle Autonomie”
  • Susy Rea, curatrice e rappresentante dell’Associazione Su Nuvola Blu
  • Pasquale Marasco, ingegnere e presidente dell’Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa
  • Francesco Miraglia, professionista di fama nazionale, da anni impegnato nella difesa dei diritti dei minori e delle famiglie ingiustamente coinvolte in procedimenti giudiziari, presidente per la Spagna dell’A.N.I.L.D.D.
  • Avvocato Brunella Postiglione
  • Dottoressa Annamaria Mignani Pierella, consigliere A.N.I.L.D.D.

Durante l’incontro si discuterà delle problematiche legate al sistema degli affidi, delle false accuse in ambito familiare e delle criticità del sistema di protezione dell’infanzia in Italia.

Il libro, scritto da Francesco Miraglia, affronta tematiche cruciali, mettendo in luce come la gestione degli affidi possa, in alcune circostanze, trasformarsi in una macchina burocratica e giudiziaria fuori controllo. Spesso, il sistema, invece di garantire una protezione efficace e tempestiva per i minori realmente in difficoltà, produce situazioni in cui le famiglie vengono ingiustamente separate. Questo fenomeno ha conseguenze devastanti non solo per i genitori, ma soprattutto per i bambini, che si trovano a vivere esperienze traumatiche senza una reale necessità.

Il dibattito offrirà un’opportunità per approfondire i criteri con cui vengono valutate le segnalazioni di abuso e le modalità di intervento delle autorità preposte. Verranno evidenziate le falle nel sistema e i possibili abusi di potere che talvolta si verificano, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un approccio più equo e trasparente nella gestione dei casi di tutela minorile.

Uno degli interventi più attesi sarà quello di Francesco Miraglia, autore del libro ed esperto in diritto minorile, che da anni combatte contro le ingiustizie derivanti da affidi illeciti e falsi abusi. Il suo contributo offrirà una visione concreta delle distorsioni del sistema, basata su anni di esperienza sul campo e su casi reali.

L’evento rappresenta un’occasione imperdibile per tutti coloro che desiderano comprendere meglio la realtà degli affidi familiari in Italia e per chi si impegna nella difesa dei diritti dei minori.

Francesco Miraglia nominato Cavaliere dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia (UNCI

Roma, 16 febbraio 2025 – Con grande onore, Francesco Miraglia è stato ufficialmente nominato Cavaliere dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia (UNCI), un prestigioso riconoscimento che premia l’impegno e la dedizione nel campo professionale, giuridico e sociale.

L’UNCI, fondata nel 1980, riunisce coloro che hanno ricevuto onorificenze cavalleresche per meriti distintivi nella loro professione o per il servizio reso alla comunità. Francesco Miraglia si è distinto per il suo costante lavoro nella difesa dei diritti, nella tutela delle fasce più deboli della società e nell’affermazione della giustizia, incarnando i valori dell’Unione.

La cerimonia di investitura si è svolta oggi, 15 febbraio 2025, in una prestigiosa cornice istituzionale, alla presenza di autorità civili e rappresentanti dell’UNCI. Durante l’evento, Francesco Miraglia ha espresso il suo ringraziamento per questo importante riconoscimento:

“Ricevere questa onorificenza è per me un grande onore. La considero un incentivo a continuare con dedizione e responsabilità il mio impegno nel mondo della giustizia e nel supporto alla comunità. Questo riconoscimento non è solo personale, ma appartiene a tutti coloro che ogni giorno lottano per i valori di equità, legalità e solidarietà.”

L’UNCI si dedica alla promozione di attività culturali e sociali, favorendo il dialogo e la collaborazione tra i suoi membri per la realizzazione di progetti a beneficio della collettività. Con il suo operato, Francesco Miraglia rappresenta un esempio di professionalità e passione civile, incarnando perfettamente i principi dell’Unione

Roma, 15 febbraio 2025 – Con grande onore, Francesco Miraglia è stato ufficialmente nominato Cavaliere dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia (UNCI), un prestigioso riconoscimento che premia l’impegno e la dedizione nel campo professionale, giuridico e sociale.

L’UNCI, fondata nel 1980, riunisce coloro che hanno ricevuto onorificenze cavalleresche per meriti distintivi nella loro professione o per il servizio reso alla comunità. Francesco Miraglia si è distinto per il suo costante lavoro nella difesa dei diritti, nella tutela delle fasce più deboli della società e nell’affermazione della giustizia, incarnando i valori dell’Unione.

La cerimonia di investitura si è svolta oggi, 15 febbraio 2025, in una prestigiosa cornice istituzionale, alla presenza di autorità civili e rappresentanti dell’UNCI. Durante l’evento, Francesco Miraglia ha espresso il suo ringraziamento per questo importante riconoscimento:

“Ricevere questa onorificenza è per me un grande onore. La considero un incentivo a continuare con dedizione e responsabilità il mio impegno nel mondo della giustizia e nel supporto alla comunità. Questo riconoscimento non è solo personale, ma appartiene a tutti coloro che ogni giorno lottano per i valori di equità, legalità e solidarietà.”

L’UNCI si dedica alla promozione di attività culturali e sociali, favorendo il dialogo e la collaborazione tra i suoi membri per la realizzazione di progetti a beneficio della collettività. Con il suo operato, Francesco Miraglia rappresenta un esempio di professionalità e passione civile, incarnando perfettamente i principi dell’Unione

Fondazione ” Osservatorio Politico e Geopolitico internazionale”

Fondazione “Osservatorio Politico e Geopolitico Internazionale”
Istituto per la Governance e l’Avanzamento Politico e Programmatico

Soci Fondatori, incarichi assegnati.
Presidente: Amb. Dr. Mario Francesco Ioppolo
Vice Presidente: Avv. Francesco Miraglia
Segretario Generale: Amb. Prof. Gennaro Ruggiero
Direttore Comitati Scientifici OPI/OPE: Amb. Dr. Maurice Cereghini
Responsabile Comunicazione e Media: Comm. Dr. Maurizio Pedrini
Responsabile Dipartimento Contro Abusi e Discriminazioni: Dr.ssa Angelica Loredana Anton
Responsabile Dipartimento Sport e Sociale: Dr. Nicola Raucci

Nel primo Consiglio direttivo saranno nominati Nuovi Dirigenti di alto Valore Sociale, Politico e Culturale.

http://fopgi.com/

  • Angelica Più Gennaro Angelica Loredana Anton @mettere in evidenza Nikola Rani

Dalla legge alla tutela: la risposta del diritto penale alla violenza sulle donne

La violenza contro le donne rappresenta una delle sfide più complesse del nostro tempo, radicata in disuguaglianze di genere che si perpetuano attraverso comportamenti abusivi, stereotipi culturali e dinamiche di potere distorte. Il diritto penale, con il suo ruolo repressivo e preventivo, ha il compito di affrontare questa piaga, proteggendo le vittime, punendo i responsabili e contribuendo alla trasformazione sociale. Negli ultimi decenni, il legislatore italiano ha compiuto significativi passi avanti, introducendo norme che riconoscono la specificità della violenza di genere e la necessità di una tutela adeguata, anche se rimangono criticità e margini di miglioramento.

La violenza sulle donne è un fenomeno complesso che si manifesta in molteplici forme: fisica, psicologica, sessuale, economica e, sempre più spesso, digitale. Si tratta di un fenomeno trasversale, che colpisce donne di ogni età, classe sociale e cultura, con conseguenze devastanti non solo per le vittime, ma anche per le loro famiglie e per l’intera società. Nonostante la crescente consapevolezza, molte donne scelgono di non denunciare, per paura, vergogna o sfiducia nel sistema giudiziario. Questo contesto sottolinea l’importanza di una risposta penale efficace, capace di andare oltre la mera repressione e di offrire strumenti di prevenzione e protezione concreti.

Il diritto penale italiano ha conosciuto un’evoluzione significativa in risposta alla violenza di genere. Un passaggio fondamentale è stato segnato dalla Legge n. 66/1996, che ha ridefinito i reati di violenza sessuale come crimini contro la persona e non più come offese alla morale pubblica. Questa riforma ha posto la dignità e l’integrità della persona al centro della tutela giuridica, rompendo con un approccio patriarcale che subordinava i diritti individuali alle convenzioni sociali. Successivamente, il Decreto Legge n. 93/2013, noto come Legge sul femminicidio, ha introdotto aggravanti per i reati commessi in ambito domestico o affettivo, riconoscendo la peculiarità della violenza esercitata da partner o ex partner. Questa normativa ha previsto inoltre misure preventive come il divieto di avvicinamento e l’allontanamento dalla casa familiare, ampliando il ventaglio degli strumenti a disposizione delle vittime. Un ulteriore passo avanti è stato compiuto con la Legge n. 69/2019, conosciuta come Codice Rosso, che ha introdotto una corsia preferenziale per le denunce di violenza, imponendo tempi rapidi di intervento da parte dell’autorità giudiziaria e integrando nuovi reati come il revenge porn, il matrimonio forzato e la deformazione permanente dell’aspetto.

Il Codice Rosso ha rappresentato un cambiamento significativo nel trattamento dei reati di violenza di genere, prevedendo che le denunce siano esaminate entro tre giorni dalla loro presentazione. Questo strumento legislativo nasce con l’intento di garantire una risposta immediata, riducendo i tempi di attesa delle vittime e prevenendo ulteriori episodi di violenza. Tra gli aspetti positivi del Codice Rosso vi è l’accelerazione delle indagini preliminari, che permette alle autorità giudiziarie di intervenire tempestivamente in situazioni di pericolo. Inoltre, ha introdotto reati che rispondono alle nuove esigenze di tutela, come il revenge porn, colmando un vuoto normativo significativo e offrendo alle vittime di abusi digitali uno strumento di protezione. Il Codice Rosso ha anche rafforzato la sensibilizzazione istituzionale sul tema della violenza di genere, sottolineando la necessità di interventi urgenti e prioritari.

Tuttavia, accanto ai suoi pregi, il Codice Rosso presenta anche alcune criticità. Una delle principali riguarda la difficoltà pratica di garantire il rispetto dei tempi imposti, considerando l’elevato carico di lavoro delle procure e la complessità delle indagini. La fretta imposta dalla normativa rischia, in alcuni casi, di compromettere la qualità dell’accertamento dei fatti o di generare provvedimenti cautelari non sufficientemente ponderati. Inoltre, la normativa non sempre è accompagnata da adeguate risorse umane e materiali per assicurare la sua piena efficacia. Le vittime, pur ricevendo un trattamento prioritario, possono comunque trovarsi di fronte a un sistema giudiziario che non riesce a rispondere in modo uniforme, creando disparità di trattamento a seconda del territorio.

La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha contribuito significativamente a delineare il panorama applicativo delle norme contro la violenza di genere, fornendo interpretazioni che hanno reso più efficace la protezione delle vittime. In una recente pronuncia (Cass. Pen., Sez. V, Sent. n. 40291/2022), la Corte ha stabilito che il reato di stalking può configurarsi anche in assenza di una relazione sentimentale pregressa, ampliando la portata applicativa dell’articolo 612-bis c.p. per includere situazioni in cui il persecutore non ha mai avuto un legame diretto con la vittima. Un altro caso rilevante è rappresentato dalla Sentenza n. 10959/2020, in cui la Cassazione ha ribadito che le minacce reiterate tramite strumenti digitali, come i social media, costituiscono una forma aggravata di stalking, sottolineando l’importanza di adattare la tutela penale alle nuove tecnologie.

Un contributo decisivo è arrivato anche in materia di revenge porn, con la Sentenza n. 12323/2021, in cui la Corte ha confermato la condanna di un uomo per la diffusione non consensuale di immagini intime della sua ex compagna. La Cassazione ha precisato che il consenso iniziale alla produzione del materiale non esclude la responsabilità penale per la successiva divulgazione, un principio fondamentale per tutelare la dignità delle vittime in un contesto digitale sempre più complesso.

Un caso emblematico che ha scosso l’opinione pubblica e ha messo in luce le criticità del sistema di protezione è quello di Giulia Cecchettin, una giovane vittima di femminicidio. Nonostante segnali di allarme e denunce precedenti, le misure preventive non sono state sufficienti per evitare l’epilogo tragico. Questo caso dimostra come le pronunce giurisprudenziali e le normative, se non applicate tempestivamente e con le risorse adeguate, rischiano di non essere sufficienti per garantire una protezione reale.

Il sistema penale italiano si occupa della violenza di genere attraverso una serie di fattispecie che coprono le diverse forme di abuso. Tra queste spiccano i reati di violenza fisica, puniti principalmente attraverso gli articoli sulle lesioni personali e i maltrattamenti contro familiari o conviventi, e i reati di violenza sessuale, disciplinati dagli articoli 609-bis e seguenti del codice penale. Questi ultimi includono pene aggravate per casi particolarmente gravi, come quelli commessi contro minori o in situazioni di particolare vulnerabilità della vittima. Gli atti persecutori, noti come stalking, sono affrontati dall’articolo 612-bis, che punisce comportamenti reiterati finalizzati a generare paura o ansia nella vittima, mentre il revenge porn, introdotto nel 2019, punisce la diffusione non consensuale di materiale sessualmente esplicito. Anche la violenza economica, sebbene non codificata come reato autonomo, trova una risposta nel diritto penale attraverso fattispecie come l’estorsione o la mancata corresponsione di obblighi familiari.

Il diritto penale non si limita a sanzionare i comportamenti abusivi, ma offre anche strumenti di prevenzione e protezione. Tra questi figurano gli ordini di protezione e il divieto di avvicinamento, che consentono di allontanare il colpevole dalla casa familiare o dai luoghi frequentati dalla vittima, nonché le misure cautelari personali come l’arresto in flagranza o l’obbligo di firma. Il Codice Rosso, con i suoi tempi accelerati, mira a garantire una risposta tempestiva da parte delle autorità competenti, riducendo il rischio di ulteriori abusi. Tuttavia, nonostante questi progressi, il sistema penale presenta ancora numerose criticità. Una delle principali è rappresentata dalla sotto-denuncia: molte donne non si rivolgono alle autorità per paura di ritorsioni o per sfiducia nel sistema giudiziario, rendendo difficile l’attivazione delle tutele previste dalla legge. Anche la lentezza dei processi rappresenta un problema significativo, nonostante i tentativi di accelerare i procedimenti tramite il Codice Rosso. Nei reati di violenza psicologica o economica, inoltre, la raccolta di prove è spesso complessa, mentre la mancanza di programmi strutturati per la rieducazione dei colpevoli aumenta il rischio di recidiva.

Un altro aspetto da considerare è il ruolo della violenza di genere nel contesto digitale, una dimensione sempre più centrale con l’evoluzione delle tecnologie. Reati come il revenge porn o la cyberstalking hanno evidenziato la necessità di aggiornare continuamente il diritto penale per affrontare nuove forme di abuso. La capacità di adattare la normativa alle nuove sfide è fondamentale per garantire una tutela completa e adeguata alle vittime, specialmente in un’epoca in cui il confine tra mondo fisico e digitale diventa sempre più labile. Nonostante le criticità, il diritto penale rappresenta un pilastro essenziale nella lotta alla violenza di genere. Tuttavia, è evidente che la sola repressione non basta. Per affrontare il fenomeno in modo sistemico, è necessario combinare l’azione penale con politiche di prevenzione, programmi educativi e interventi sociali. In futuro, sarà fondamentale rafforzare la formazione degli operatori della giustizia e delle forze dell’ordine, per garantire un approccio più consapevole e sensibile alle dinamiche della violenza di genere. Sarà inoltre necessario ampliare le reti di supporto per le vittime, potenziando i centri antiviolenza e garantendo una distribuzione uniforme sul territorio nazionale. Infine, bisognerà investire nella rieducazione dei colpevoli, sviluppando programmi che mirino a interrompere il ciclo della violenza e a favorire una reintegrazione responsabile nella società. La violenza sulle donne è una questione che riguarda l’intera collettività e richiede un impegno coordinato e continuo. Il diritto penale, con i suoi strumenti e le sue potenzialità, rappresenta un elemento imprescindibile di questa lotta, ma solo con un approccio integrato e una reale volontà politica si potranno costruire le basi per un futuro libero dalla violenza di genere.

Disabilità e allontanamenti: un dialogo aperto nel “Salotto del Venerdì” di RTV Canale 14

 

( Reggio Calabria) Venerdì 22 novembre è stata una serata significativa per il pubblico di RTV Canale 14, che ha avuto l’opportunità di assistere a un approfondimento unico durante il programma “Salotto del Venerdì”, trasmesso da Reggio Calabria. Al centro della puntata, il tema della disabilità, affrontato da diverse prospettive grazie agli interventi degli ospiti presenti.

Tra questi, ho avuto l’onore di partecipare e portare la mia voce su un argomento spesso trascurato: il problema degli allontanamenti delle persone con disabilità. Ho voluto evidenziare come, in molti casi, le famiglie con membri disabili affrontino sfide immense, non solo per l’assenza di sostegno adeguato, ma anche per decisioni istituzionali che possono separare i nuclei familiari, invece di supportarli. Ho sottolineato come sia essenziale ripensare il sistema, affinché si creino interventi più umani, rispettosi delle diversità e orientati all’inclusione.Durante il mio intervento, ho avuto anche l’occasione di presentare il mio libro, “Ci sono anch’io: la disabilità è una dimensione della diversità umana”,  ( Armando Editore 2023) un’opera che ho scritto con l’avvocato Daniela Vita, con il desiderio di dare voce a chi troppo spesso rimane invisibile nella nostra società. Il libro è strutturato in tre parti principali: una riflessione culturale sulla percezione della disabilità, un’analisi delle sfide sociali e istituzionali, e una sezione più intima, dove racconto esperienze personali e storie reali che hanno lasciato un segno profondo nella mia vita. In particolare, ho parlato di come il libro affronti temi complessi come il pregiudizio sociale, le difficoltà nel mondo del lavoro, il diritto all’istruzione e l’accesso a una vita dignitosa per tutti. Ogni capitolo è arricchito da testimonianze che offrono uno spaccato della realtà vissuta da molte famiglie. Una delle storie che racconto riguarda una madre che ha lottato per anni contro l’assenza di servizi adeguati per suo figlio, solo per trovarsi di fronte alla minaccia di un allontanamento. È una delle tante testimonianze che mostrano quanto sia urgente cambiare prospettiva e politiche.Un altro aspetto che ho voluto approfondire è stato il legame tra disabilità e inclusione scolastica. Durante il mio intervento, ho posto l’accento sull’importanza della scuola come primo luogo di integrazione sociale. Ho raccontato come, troppo spesso, le famiglie si trovino di fronte a un sistema scolastico impreparato ad accogliere bambini con disabilità, che finiscono per essere esclusi o ghettizzati. Ho sottolineato la necessità di investire nella formazione degli insegnanti e nell’abbattimento delle barriere architettoniche, perché una scuola inclusiva è il primo passo verso una società più equa.Ho spiegato che “Ci sono anch’io” non è solo un libro di denuncia, ma anche una proposta per un cambiamento. Ho voluto inserire esempi concreti di inclusione, tratti da realtà che hanno saputo trasformare la disabilità in una risorsa per la comunità. Inoltre, il libro si chiude con un capitolo dedicato alla speranza, perché credo fermamente che il cambiamento sia possibile.La reazione degli altri ospiti e del pubblico è stata estremamente positiva, segno che il messaggio sta arrivando: la disabilità non deve essere relegata a un problema privato o familiare, ma considerata una questione sociale che riguarda tutti. A fine serata, molte persone si sono avvicinate per ringraziarmi, acquistare il libro e condividere le loro storie. Alcuni genitori mi hanno confessato che si sono sentiti compresi e rappresentati per la prima volta. È stato un momento di grande emozione per me.La serata si è conclusa con un invito al dialogo e all’azione: è tempo di lavorare insieme per abbattere le barriere, non solo fisiche ma anche culturali, che spesso isolano le persone con disabilità. È necessario che la disabilità venga riconosciuta come una componente naturale della diversità umana e che il nostro sistema sociale si adatti per accogliere e valorizzare ogni individuo, senza discriminazioni o pregiudizi.Ringrazio il team di RTV Canale 14 e gli organizzatori del “Salotto del Venerdì” per avermi dato questa preziosa opportunità di portare alla luce temi tanto importanti. Spero che questa serata possa essere solo l’inizio di un percorso di consapevolezza e cambiamento.