Roma (15 aprile 2023). Nel corso della cerimonia del “Premio Solidarietà Italiana 2023”, organizzato da C.I.C.S. – Comitato Internazionale Cooperazione Sviluppo, il 15 aprile presso la Sala Alessandrina del museo monumentale della Storia dell’arte sanitaria a Roma, l’avvocato del Foro di Madrid Francesco Miraglia è stato premiato per il suo impegno quale “avvocato dei bambini”. Il prestigioso riconoscimento, infatti, è stato assegnato a personalità dello sport, musica, medicina, politica e imprenditoria che si sono impegnate, e lo sono ancora, in attività sociali e di solidarietà.
Francesco Miraglia, da anni si batte contro il sistema degli affidamenti illeciti e gli allontanamenti “facili” dei minori dalle proprie famiglie, che molto spesso coinvolgono persone fragili o straniere e mascherano delle vere e proprie adozioni. Miraglia è sempre e comunque dalla parte dei bambini, in difesa dei loro diritti e del loro benessere. Autore di numerose pubblicazioni, alcune delle quali riportano casi di ampia rilevanza mediatica di cui si è occupato personalmente in qualità di legale, il suo grande impegno nei confronti della tutela dei minori è stato riconosciuto a livello internazionale e ha portato alla stretta collaborazione con l’ambasciata dell’Ecuador e con il consolato del Senegal per la messa in atto di progetti di tutela dei minori stranieri in Italia.
Numerosi, poi, i riconoscimenti pubblici ricevuti fino ad oggi: premio del Comitato Cittadini umani per l’impegno proficuo nella tutela dei diritti degli svantaggiati e, in particolare, nella sorveglianza dei diritti fondamentali delle persone (Milano, 2008); Alto riconoscimento “Ogni bambino è una stella” (Verona, 2011); Medaglia d’oro premio internazionale “Maison des artistes” per l’impegno sociale (università La Sapienza, Roma, 2012); Riconoscimento “Life Gates 2015” per l’impegno in difesa dei minori e del diritto alla vita (2015); Premio Le Fonti legal awards Diritto penale (Milano, 4 aprile 2019); Premio nazionale “Pedagogia familiare” (V edizione) “Per le battaglie vinte, per la dignità restituita alle famiglie, perché la prima linea è l’unica che garantisce il futuro”.
Cosa c’è dietro il caso “Bibbiano” e gli affidi illeciti
REGGIO EMILIA (28 marzo 2023). Conoscere è l’unico modo di essere liberi, recita il sottotitolo del convegno “La paura è il massimo strumento di controllo” in programma sabato 1 aprile alle 19.30 all’hotel Mercure Astoria di Reggio Emilia. Tra i relatori saranno presenti anche l’avvocato del Foro di Madrid Francesco Miraglia, e la scrittrice e assistente sociale Antonella Betti, autrice del libro “Vite strappate in Italia dagli anni ’70 ad oggi”. Entrambi conoscono bene il sistema degli affidi illeciti e della facilità con la quale Servizi sociali e Tribunali per i Minorenni portano ogni anno circa 40mila bambini e ragazzi ad essere allontanati dai loro genitori, per andare ad arricchire i gestori delle case-famiglia oppure a diventare vittime di adozioni “mascherate” presso coppie che non possono avere figli.
I provvedimenti di allontanamento hanno anche alimentato il business delle case-famiglia, dove gestori ed educatori si arricchiscono grazie ai cospicui finanziamenti pubblici: paradossalmente costa più allontanare e mantenere un bambino fuori dalla sua famiglia, che aiutare direttamente i suoi genitori. Ma nessuno interviene. Il caso più eclatante di questo sistema, che ha scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, è quello scaturito dall’inchiesta “Angeli e demoni”, sugli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza.
« Purtroppo il “sistema Bibbiano” esiste e riguarda tutta l’Italia, – sottolinea Miraglia – spesso ci si approfitta della povertà culturale ed economica delle persone, oppure delle difficoltà a comprendere la lingua e le leggi italiane come accade per molte famiglie straniere. Ma non sono immuni nemmeno persone abbienti e professionisti: tutti, anche per un solo momento di fragilità, possono ritrovarsi vittime di questo sistema, in cui è facile cadere, ma difficilissimo uscire. Da anni mi batto affinché si faccia chiarezza su come operano i Servizi Sociali che stilano relazioni approssimative; sulla fretta e superficialità con cui i Giudici deliberano gli allontanamenti; sulle amministrazioni comunali, che pagano per mantenere i bambini nelle case-famiglia, senza preoccuparsi di verificare le competenze di queste comunità, se siano idonee, se i bambini ospitati si trovino davvero bene e siano debitamente accuditi».
La 23 martie 2023, Universitatea Agorà a avut un invitat de excepție, și anume Francesco Miraglia, avocat al Baroului din Madrid și fondator al Cabinetului de Avocatură Miraglia Associato din Modena, care a prezentat studenților Facultății de Științe Juridice și Administrative cartea „The avocatul copiilor Prea multă putere fără control: așa se construiește falsul abuz domestic și custodia ilegală”. (Armando Editor Roma 2022)
Francesco Miraglia are o vastă experiență în dreptul familiei, adică în drepturile minorilor, și o bună colaborare cu comunitățile internaționale, ceea ce l-a determinat să accepte invitația de la Universitatea Agorà.
La întâlnirea cu Francesco Miraglia au participat și Radu Florian, decanul Facultății de Științe Juridice și Administrative, Laura Dumitrana Rath Boșca, directorul CCOC, Sidonia Lupaș, consilier juridic al Asociației Smile, Avv. Marc Darius etc.
În cadrul evenimentului a activat și doamna Violeta Puștea, Reprezentantul Avocaților în România.
Ca și alte comunități de origine străină, cetățenii români din Italia se trezesc de prea multe ori supuși intervenției serviciilor sociale, care îndepărtează copiii și tinerii din familiile lor și îi încredințează structurilor și comunităților. Problema minorilor străini scoși din locuințe este o adevărată urgență, o urgență care ar trebui luată în considerare de către instituțiile abilitate care sunt solicitate să intervină. Adesea, din cauza necunoașterii limbii italiene și a legilor, în fiecare an zeci de copii și tineri de origine străină sunt îndepărtați din familii și încredințați structurilor și comunităților de primire, spre deosebire de ceea ce se întâmplă în alte țări europene, unde autoritățile preferă să rămână cu membrii familiei.
Comunitățile străine din Italia, care luptă și se angajează să stopeze acest fenomen, au început o colaborare fructuoasă cu ilustrul avocat al Baroului din Madrid Francesco Miraglia, care de-a lungul anilor a urmărit cazurile minorilor scoși din familii pentru „fals”. “motive. El îi ajută pe membrii comunităților străine să descifreze și să înțeleagă legile italiene. Francesco Miraglia a fost consultant al instituțiilor și cetățenilor din Ecuador și Senegal, reprezentându-i în cazurile minorilor. Împreună cu asociația Peribimbi.it, a scris și distribuit broșura „Servicii sociale, plasament și parentalitate: ceva de clarificat”.
După prezentarea cărții a avut loc o dezbatere interesantă în care au fost prezentate cazuri reale pe care ilustrul avocat al Baroului din Madrid Francesco Miraglia le-a rezolvat în prestigioasa sa carieră.
Evenimentul a avut loc în Sala Albastră timp de două ore.
Suntem recunoscători lui Francesco Miraglia pentru că a împărtășit vasta sa experiență și expertiza juridică studenților Universității Agorà, contribuind astfel la dezvoltarea cunoștințelor lor juridice.
Mulțumim și doamnei Viotea Puștea, reprezentanta ei în România, pentru această oportunitate.
Nelle comunità contemporanee che si autodefiniscono sorrette dal principio costituivo-costituzionale di libertà-uguaglianza, la convivenza è concepibile soltanto attraverso il riconoscimento dell’attitudine e del diritto di ciascuno a coltivare la propria libertà, limitata soltanto dal confine della libertà altrui. Per questo motivo, chi vive condizioni personali particolari e differenti da quelle della maggioranza delle altre persone non può essere escluso dalla partecipazione al consesso sociale e deve beneficiare di mezzi per esprimere appieno le proprie attitudini e inclinazioni, in condizioni di parità con gli altri. Si tratta di un suo diritto, di cui è titolare come persona umana e la cui tutela costituisce condizione necessaria al dovuto rispetto per la dignità della persona, fulcro della civile vita associata. Una piena condizione di tutela del diverso -e, in particolare, della persona che vive una situazione temporanea o permanente di disabilità- presuppone altresì che la fruizione del sostegno abbia luogo su base consensuale. In ogni dinamica assistenziale, sono centrali la libertà e la volontà dell’interessato. Poter affermare la propria presenza, dire “Ci sono anch’io”, significa poter contare sulla fruizione dei propri diritti, ma anche sull’autonomia nel compimento delle scelte: essere ‘sostenuti forzosamente’ e alle condizioni imposte da chi pretende di erogare il sostegno secondo condizioni unilateralmente standardizzate non solo costituisce una condizione inconcepibile sul piano dei criteri di libertà-uguaglianza (oltre che un ossimoro sul piano logico e linguistico), ma si risolve in una privazione della dignità, tale da integrare una delle più gravi forme di discriminazione e prevaricazione.
Tutto questo emerge, in Ci sono anch’io, attraverso la delicata considerazione della vicenda umana e la chiara enucleazione dei contenuti normativi e dell’evoluzione di politica del diritto che ha caratterizzato, in oltre mezzo secolo di storia, la materia del sostegno alla persona. Il piano umano e quello tecnico-giuridico (ma anche politico, nell’accezione dell’impegno civile) si amalgamano in una commistione puntuale e garbata, sempre trasparente, che può essere frutto soltanto di un’esperienza radicata e durevole degli Autori al fianco delle persone. La persona è persona, senza che una qualche qualificazione possa valere a limitare l’univocità e ampiezza del concetto. Riconoscere l’essere umano significa trovarlo anche dove la voce è troppo flebile per arrivare da sola, dove la luce splende solo nei pensieri o in fantasie incomprese, dove forza e vigore sono quelli della dignità a prescindere da quelli del corpo. Si tratta di princìpi troppo spesso trascurati e che perciò avevano bisogno di essere riaffermati, senza retorica e con la chiarezza data dalla competenza, che caratterizza questo volume.
Francesco Morcavallo
Dopo “L’avvocato dei bambini”, Francesco Miraglia (avvocato del Foro di Madrid) torna sulla scena con un nuovo volume: “Ci sono anch’io”, scritto a quattro mani con l’avvocato Daniela Vita (Foro di Reggio Calabria) e edito da Armando Editore. Sabato 18 febbraio, alle ore 20:30, gli autori saranno ospiti nel programma Piazza Libertà, condotto da Armando Manocchia su ByoBlu (canale 262 DT, Canale 816 SKY Canale 462 TVSAT), non solo per presentare il loro libro, ma anche per ribadirne il messaggio principale: ogni persona è unica, ha il diritto di essere diversa e di essere libera di esprimersi senza ostacoli.
Attraverso la storia di Sara, personaggio fittizio di una ragazza disabile, vengono ripercorse le norme civilistiche internazionali presenti in Convezioni, Trattati e Carte per la difesa dei diritti delle persone affette da disabilità. I documenti vengono esaminati con linguaggio semplice e comprensibile anche per chi non si occupa della materia, con la chiarezza propria di chi ha avuto un’esperienza radicata e durevole al fianco delle persone che hanno più bisogno di aiuto. Il libro non si limita a una presentazione di regole e leggi, ma getta luce su tutti gli inconvenienti quotidiani che deve affrontare chi, per qualunque motivo, non rientra negli schemi della “normalità”: dall’assenza delle istituzioni alla presenza di barriere culturali e architettoniche, i disabili si trovano a dover superare ostacoli talvolta anche minimi che, tuttavia, non consentono loro di godere di diritti fondamentali, che chi è normodotato dà spesso per scontato. Si tratta di un volume di sensibilizzazione, per rendere consapevoli non solo coloro che dimostrino interesse per il problema, ma anche gli stessi disabili, che spesso ignorano le norme che li tutelano e i servizi a cui hanno diritto.
Il sottotitolo “La disabilità è una dimensione della diversità umana” è emblematico: ogni persona è speciale e ha pari dignità, merita rispetto e la possibilità di comunicare la propria presenza, i propri pensieri e le proprie esigenze. Di dire, in sintesi, “Ci sono anch’io!”. Si tratta di principi che vengono sempre più spesso trascurati e che devono essere riaffermati con forza, come fanno gli autori in questa nuova opera.
di Nunzia Manicardi
“Ci sono anch’io.” Quasi un grido di riconoscimento, che va ben oltre il titolo di un libro: il grido di riconoscimento di chi nella società viene etichettato come “diversamente abile” per fornirgli ipocritamente un ruolo attivo ma che in realtà, giorno per giorno, verifica che non è affatto così e che siamo ancora assai lontani da un’effettiva accettazione della diversità umana.
Si intitola proprio così: “Ci sono anch’io” (Armando Editore, Roma, dicembre 2022, pp. 278, € 26), il volume appena uscito in libreria che Francesco Miraglia, insieme con Daniela Vita, ha dedicato a questo argomento, a ulteriore arricchimento di un percorso non solo professionale ma anche editoriale che, sempre con Armando Editore, ha già prodotto altri suoi libri rivolti ai tanti problemi della violazione dei diritti dei minori, degli emarginati e dei più deboli in generale.
Sono questi, per altro, i temi a cui gli autori si dedicano da oltre vent’anni con risultati che ne hanno fatto degli esperti tra i più noti e seguiti in tutta Italia soprattutto in materia di diritto penale, diritto di famiglia e minorile.
Il libro in oggetto, già dal sottotitolo, non lascia adito a dubbi: “La disabilità è una dimensione della diversità umana”. Questo è il concetto basilare che tutte le norme civilistiche internazionali dovrebbero aver già recepito essendo basato sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promulgata dall’Onu nel 1948 e ribadita nella Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con disabilità nel 2006. Tra l’uno e l’altro documento ci sono state tante tappe intermedie, specialmente europee per quanto ci riguarda più da vicino: Convenzioni, Trattati e Carte che, passo dopo passo, hanno accompagnato il lento ma graduale e ormai irreversibile (così almeno si spera) percorso di crescita e di consapevolezza collettiva di un problema, quello dell’handicap e della diversità in generale, che può arrivare a riguardare ciascuno di noi, in un qualsiasi momento della nostra vita. Perché “diversamente abili” non solo si nasce, ma lo si può anche diventare.
È evidente, perciò, che la lettura di questo libro, molto dettagliato anche nei riferimenti tecnici ma di approccio e scrittura facilmente accessibili, è consigliata a tutti e non solo a chi ne è maggiormente interessato perché già coinvolto dal problema. Attraverso la storia di Sara, personaggio fittizio di una giovane disabile, vengono presi in esame tutti gli aspetti della realtà di vita che si trova ad affrontare chiunque, per qualunque motivo, non possa rientrare negli schemi della “normalità”: dall’accessibilità (non solo ai luoghi pubblici ma anche alla lettura e alla fruizione dell’arte e della musica) al diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro, dal rispetto della vita privata alla partecipazione alla vita politica e pubblica, e così via lungo tutti gli aspetti normativi ed esistenziali, analizzati compiutamente e con attenta e partecipe cognizione di causa.
La presentazione dell’avvocato Francesco Morcavallo e la postfazione della pedagogista Vincenza Palmieri, anch’essi nomi ben conosciuti in riferimento alle problematiche in questione, completano questo interessante libro rivolto a coloro che sanno perché sappiano ancora di più e a coloro che non sanno perché imparino innanzitutto a capire e poi ad agire di conseguenza in una prospettiva sociale ed inclusiva in cui, se tanto è stato fatto, molto resta ancora da fare.
In tutte le librerie “Ci sono anch’io” La disabilità è una dimensione della diversità umana.
Daniela Maria Vita e Francesco Miraglia sono in tutte le librerie con un nuovo libro: “Ci sono anch’io. La disabilità è una dimensione della diversità umana” (Armando Editore). Un volume sui diritti spesso disattesi delle persone con disabilità, scritto a quattro mani. Il libro sarà presentato in anteprima nel capoluogo reggino venerdì 20 gennaio alle ore 17, presso la Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio durante il convengono “La disabilità a fumetti” promosso dall’Assessorato al Welfare del comune di Reggio Calabria.
Interverranno, oltre agli autori, anche la psicologa Menita Crucitti, la psichiatra Caterina De Stefano, l’avvocato Antonella Cilione e l’assessore alle Politiche sociali Demetrio Delfino.
La prefazione del libro è affidata all’avvocato Francesco Morcavallo e la postfazione alla Prof. Vincenza Palmieri.
Attraverso la storia di Sara si percorrerà il cammino che una persona affetta da disabilità deve affrontare all’interno della società attuale, alle prese con la legittima rivendicazione dei propri diritti – spesso ignorati dalla persona stessa.
Disabili si nasce, ma si può anche diventare lungo il cammino della propria vita: può toccare quindi a chiunque, in qualunque momento. Nessuno può dirsi immune, nessuno può dire “questo argomento non mi interessa, non mi sfiora”.
La storia di Sara è un invito a riflettere sull’unicità di ogni persona, sul diritto di essere diversi e di potersi esprimere in condizione di parità con gli altri. È un viaggio attraverso quei principi di diritto posti a fondamento della tutela della persona nei suoi aspetti più profondi che traggono origine dalla Dichiarazione universale dei diritti umani promulgata dall’Onu nel 1948, successivamente ribaditi nella Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità nel 2006.
Principi troppo spesso trascurati e che hanno pertanto il bisogno di essere riaffermati, in una prospettiva sociale e inclusiva: se tanto è stato fatto, molto resta ancora da fare.
Questo libro è dedicato a coloro che non sanno affinché imparino innanzitutto a capire e poi ad agire di conseguenza. Questa è la storia di Sara, disabile, che racconta la sua diversità giorno per giorno illustrando gli sforzi, le difficoltà e la forza interiore per non lasciarsi abbandonare e dare una dignità positiva alla propria vita.
La storia di Sara, che parla della sua disabilità, è un invito a riflettere sull’unicità di ogni persona, sul diritto di essere diversi e di potersi esprimere in condizione di parità con gli altri.
Affermare la propria esistenza, dire ci sono anch’io, significa riconoscere l’essere umano e trovarlo anche dove la voce è troppo flebile per arrivare da sola.
Questo libro si propone come un viaggio attraverso quei principi di diritto posti a fondamento della tutela della persona nei suoi aspetti più profondi.
Principi, troppo spesso trascurati, e che perciò hanno il bisogno di essere riaffermati, senza retorica.
In una prospettiva sociale e inclusiva, se tanto è stato fatto, molto resta ancora da fare.