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E’ nato un gruppo di lavoro di lavoro istituzionale per garantire i diritti dei minori ecuadoriani in Italia

 

Presentato oggi lo storico protocollo d’intesa tra ambasciata dell’Ecuador in Italia e Istituto nazionale di pedagogia familiare

 

L’emergenza riguarda almeno un centinaio di famiglie

 

Accade solo in Italia: i bambini, figli di immigrati ecuadoriani in situazioni di difficoltà economica, vengono allontanati dai genitori e trasferiti in strutture protette, affidati ai Servizi sociali e obbligati a vivere in Case famiglia. Il rischio è che i genitori non possano più rivedere i loro bambini.

Dati precisi non ce ne sono, ma stando al Governo dell’Ecuador, preoccupato per l’escalation dei casi in aumento, sono circa un centinaio i minori colpiti da provvedimenti definitivi di allontanamento dalla casa parentale. Un’emergenza che coinvolgerebbe circa 30 mila famiglie, su una comunità di 200 mila cittadini ecuadoriani stabilitisi in Italia. In altri Paesi non succede: in Spagna, ad esempio, i minori allontanati dalla famiglia vengono affidati ai parenti in Ecuador.

 

Il grido di allarme del Governo ecuadoriano è stato raccolto dalle istituzioni italiane: né è nato un gruppo di lavoro costituito da professionisti, che da sempre lottano per affermare i diritti umani fondamentali e che ogni giorno combattono la battaglia di tutte quelle famiglie che se li si vedono negare: la professoressa Vincenza Palmieri, psicologa clinica, pedagogista familiare e consulente tecnico di parte, nonché presidente dell’Istituto nazionale di pedagogia familiare (Inpef), l’avvocato Francesco Miraglia, esperto di Diritto minorile e della famiglia, e l’avvocato Francesco Morcavallo, già magistrato minorile, esperto di Diritto di famiglia e Diritto civile italiano ed europeo. Il signor Juan Carlos Lara, per la sua esperienza sul tema e per il lavoro svolto da anni nella comunità ecuadoriana, ricopre il fondamentale ruolo di mediatore interculturale e linguistico nell’approccio con le comunità e le istituzioni dell’Ecuador.

 

L’accordo è stato presentato oggi, giovedì 9 ottobre, presso l’ambasciata dell’Ecuador a Roma, dal dottor Juan Holguin, ambasciatore dell’Ecuador in Italia, e dai consoli ecuadoriani di Milano, Napoli, Perugia, Genova e Torino, insieme ai tre professionisti.

Questo importante accordo è finalizzato alla realizzazione di un progetto integrato di tutela per i minori ecuadoriani, in termini di assistenza immediata e permanente, volta a risolvere le situazioni di disagio familiare, in particolare nel caso in cui i minori vengano allontanati dai genitori per iniziativa delle autorità amministrative o giudiziarie. Il progetto prevede per loro assistenza legale e psicologica gratuita.

Il gruppo di lavoro agirà in stretta collaborazione con le istituzioni dell’Ecuador per riaffermare con forza quei diritti umani inalienabili che devono essere garantiti, primo tra tutti il diritto a vivere all’interno della propria famiglia di origine, e, non ultimo, il diritto alla dignità, che appare negata ascoltando le storie in cui sono protagonisti genitori e bambini dell’Ecuador, intrappolati in un sistema a loro sconosciuto.

«All’Istituto nazionale di pedagogia familiare il compito di fornire tutta l’assistenza psicologica ai bambini e ai loro genitori» ha dichiarato la presidente dell’Inpef, Vincenza Palmieri, «con l’obiettivo di tutelare i loro diritti umani, civili e familiari».

L’accordo internazionale è un grande passo di apertura e collaborazione, che pone massima attenzione ai diritti dei più piccoli e pertanto anche più indifesi: l’Ecuador è il primo Stato dell’America Latina a porre al centro della propria azione, una politica di valorizzazione e protezione delle famiglie e delle comunità migranti, soprattutto in favore dei diritti inalienabili dei bambini.

«E’ davvero apprezzabile la sensibilità dimostrata dal Governo dell’Ecuador» commenta l’avvocato Francesco Miraglia «e auspicabile che sia di esempio anche per gli altri Paesi e per lo stesso Governo italiano: attualmente ci sono circa 30 mila bambini italiani allontanati dai propri genitori e affidati a Case famiglia talmente piene da essere ormai sull’orlo del collasso».