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Trento, una sentenza innovativa che restituisce una famiglia a due bambini

L’avvocato Francesco Miraglia, il CCDU e Gabriella Maffioletti di ADIANTUM, esprimono la loro grande soddisfazione per il primo affidamento intra-familiare giudiziale non richiesto dai servizi sociali.

Oggi infatti il Tribunale dei minorenni di Trento ha deciso di affidare due minori di 1 e 3 anni a una zia della madre, che è attualmente ospitata in una comunità di recupero. Da quanto ci è dato sapere, questa è la prima volta che il tribunale accetta questo tipo di collocamento non richiesto dai servizi sociali. Il provvedimento è immediatamente esecutivo e già domani i due bambini in tenera età potranno ritornare a godere dell’affetto di una famiglia e uscire dalla struttura residenziale.
Questa è una sentenza innovativa per il Trentino dato che è la prima volta, per quanto ne sappiamo, in cui si verifica questa eventualità, visto che solitamente questo tipo di affidamento viene proposto dai servizi sociali. In questo caso i servizi, sebbene i parenti avessero comunicato verbalmente la loro disponibilità, non li avevano informati della necessità di richiedere formalmente l’affido dei bambini e il tribunale si era convinto che non fossero interessati, decretando pertanto il collocamento in struttura dei bambini.
Interrogata in merito a ciò, l’assistente sociale incaricata del caso ha affermato che i parenti avrebbero dovuto attivarsi e che lei non aveva il compito di sollecitarli (…). Ci auguriamo che questo sia di monito per i parenti di famiglie che rischiano l’allontanamento dei figli affinché si attivino immediatamente per iscritto. Non è sufficiente comunicarlo verbalmente all’assistente sociale.
La storia di questi bambini era già salita all’onore delle cronache per le modalità di allontanamento, dato che il bambino di soli due anni era stato allontanato dalla madre mentre era in ospedale per partorire la seconda figlia. Un trauma gravissimo sia per la madre e la famiglia sia per il bambino, che non aveva potuto nemmeno salutare la madre. La vicenda aveva anche avuto dei risvolti politici con ben tre interrogazioni e una domanda di attualità presentate dal consigliere comunale Gabriella Maffioletti in merito alle modalità dell’allontanamento, alle scarse informazioni fornite alla famiglia e al mancato utilizzo delle risorse consistenti in una famiglia solida e unita. Questi due bambini hanno dovuto stare per più di un anno in una struttura: un trauma che probabilmente li segnerà per tutta la vita.
Ma questa vicenda è anche la dimostrazione di come un lavoro sinergico di rete può condurre a un esito positivo in situazioni anche apparentemente senza speranza. Grazie all’intervento dell’avvocato Miraglia, tutte le zie del bambino hanno ottemperato alle regolari procedure legali offrendosi di accogliere il bambino. I responsabili della comunità di San Patrignano, contattati da Antonella Flati dell’associazione Pronto Soccorso Famiglia, in stretta cooperazione con il consigliere Gabriella Maffioletti (che in pratica ha svolto le funzioni di assistente sociale) sono riusciti a convincere la mamma ad intraprendere un lavoro serio di recupero. Per non allontanare la mamma dal bambino e su suggerimento del SERT, la mamma è stata collocata presso la comunità di Camparta che ha svolto e sta svolgendo un ottimo lavoro. I famigliari invece, si sono impegnati a frequentare e frequentano regolarmente le riunioni del gruppo di San Patrignano per poter aiutare meglio la mamma nel suo percorso di recupero.
Così, il tribunale non solo ha decretato la revoca della sospensione della potestà genitoriale per la mamma, ma ha anche disposto che potrà vedere i bambini in visite non protette. Se pensiamo che solo un anno fa era stata avviata la procedura di adottabilità possiamo capire che in poco tempo sono stati fatti dei passi avanti prodigiosi. Il consigliere comunale Gabriella Maffioletti – che il 5 e 6 aprile prossimo sarà a Roma assieme ad altri professionisti come relatore del corso intensivo organizzato dall’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare – ha affermato: “Questa vicenda è un esempio lapalissiano di come, attraverso un lavoro sinergico con lo scopo condiviso di tutelare il diritto del minore a una famiglia, la possibilità di evitare o far cessare gli allontanamenti dalle famiglie sia reale e concreta, anche in casi molto complessi e delicati”.
Oltre al comportamento omissivo dell’assistente sociale, dobbiamo però muovere una critica ai servizi sociali e all’EMAF (Équipe multidisciplinare per l’affidamento familiare). Infatti i servizi (e in seguito l’equipe) erano stati incaricati di valutare questo affidamento intra-famigliare il 29 maggio 2012. Ora siamo a marzo e finalmente abbiamo una decisione definitiva: con un calendario intensivo di incontri e di visite questo si sarebbe potuto e dovuto fare in tempi molto più brevi. Non dimentichiamo che nel frattempo due minori in età tenerissima vivevano lontani dall’affetto di una famiglia in una struttura residenziale.

Fonte: Redazione
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Trento, 8 Giugno. Convegno: la crisi economica colpisce le famiglie, ma non le case famiglia

Trento 25maggio 2012
Trento. Il CCDU, il PSF (Pronto Soccorso Famiglie) e ADIANTUM hanno organizzato il convegno dal tema “Ridateci i nostri figli!” che si terrà venerdì 8 giugno alle ore 16.30 presso la Sala di Rappresentanza del Palazzo della Regione a Trento. “La crisi economica colpisce le famiglie ma non le case famiglia. Perché psichiatri, psicologi e assistenti sociali hanno il potere di portar via i nostri figli?”: è questo il leit-motiv dominante dell’evento, che tenterà di spiegare (e informare) gli intervenuti e la cirradinanza sulle problematiche del sistema e sulle possibili soluzioni.

Durante i lavori grande enfasi verrà data ai cambiamenti in atto. Primo tra tutti, quello che scaturisce dal Senato, che il 22 maggio 2012 ha approvato all’unanimità la richiesta di dichiarazione d’urgenzaper l’esame congiunto in Commissione giustizia dei DDL vertenti su materie relative all’istituzione di sezioni specializzate per le controversie in materia di persone e di famiglia e di soppressione dei tribunali per i minorenni.
Il convegno dell’8 Giugno trae spunto da un sistema giudiziario – per i più di chiaro stampo autoritario e fascista – che, negli ultimi due anni, ha messo in luce tutti i suoi problemi di arbitrarietà, incompetenza e anti-democraticità. Molti i cittadini che partecipano alle manifestazioni e segnalano nuovi casi, tantissimi quelli che vorrebbero cambiare questo stato di cose, e finalmente pare che anche il Senato si sia accorto della scandalo italiano delle case famiglia, dove migliaia di bambini soffrono lontani forzatamente dai propri affetti, e che è necessaria una riforma urgente.
Il Trentino da anni, grazie al lavoro di associazioni locali ben ramificate e all’attivismo di alcuni amministratori, non solo non è immune a questa tragedia, ma è secondo solo alla Liguria per percentuale di bambini sottratti alle famiglie, mentre si spendono più di 10 milioni e mezzo di euro per “tutelare” i bambini. A differenza del resto d’Italia, dove il dibattito sui cambiamenti è comunque presente nelle Istituzioni, il “sistema trentino” si oppone a qualsiasi tentativo di riforma. La mozione di riforma dei servizi sociali del consigliere comunale Gabriella Maffioletti non è stata approvata. Lo stesso per le misure di sostegno ai genitori separati. Anche i documenti e DDL presentati da Bruno Firmani e Pino Morandini sono stati bocciati. Nella nostra regione, pochi giorni fa, un bambino di tre anni è stato sottratto alla famiglia mentre la mamma partoriva un’altra bambina, sebbene avesse una forte rete famigliare di sostegno. Piange disperato in una casa famiglia e nessuno lo ascolta. Ci sono decine e decine di segnalazioni di bambini sottratti che vorrebbero tornare in famiglia e non vengono ascoltati. Le recenti fughe di bambini dalla comunità di Bedollo e dal villaggio SOS sono solo la punta dell’iceberg.
Finché non verrà cambiata la legge, nessuna famiglia potrà dirsi al sicuro in questo sistema malato. Gli organizzatori del convegno hanno messo a disposizione dei partecipanti un documento con informazioni utili su come difendere i propri figli proprio dal sistema di cui si parlerà. L’evento sarà moderato da Silvio De Fanti, Vice Presidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, mentre i relatori saranno l’On. Antonio Guidi, Specialista in neurologia e neuropsichiatria infantile e medico neurologo, l’avv. Francesco Miraglia, Avvocato del foro di Modena e coautore del libro “Ridateci i nostri figli”, Antonella Flati, Presidente dell’Associazione Pronto Soccorso Famiglie e Gabriella Maffioletti, Consigliere del Comune di Trento e delegata Adiantum per il Trentino.