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Esclusivo: intervista all’avvocato della madre troppo amorevole

Quattro anni fa, quando aveva 9 anni, il Tribunale dei Minori di Trento aveva sottratto questo bambino alla madre, affidandolo a una comunità.

Un allontanamento drammatico, avvenuto mentre il bambino si trovava scuola, dove le assistenti sociali giunsero insieme ai vigili durante la ricreazione, per portarlo via.

La madre, accorsa con la nonna appena saputo del provvedimento, aveva cercato in ogni modo di impedire che le venisse tolto il figlio. Le si imputava un eccessivo amore verso il bambino, un attaccamento ossessivo tale da non lasciarlo crescere nella sua individualità e, temendo i pericoli, di volerlo tenere lontano da tutto e da tutti, specialmente dal padre, da cui vivevano separati. Ora dopo quattro anni il bambino è tornato finalmente a casa.

L’avvocato della mamma è Francesco Miraglia del foro di Modena insignito del Premio Internazionale Medaglia D’oro “Maison des Artistes 2012” con la seguente motivazione: “Avvocato penalista, giornalista pubblicista ed esperto di diritto Minorile e di Famiglia, si è generosamente schierato in difesa dei più deboli, dei senza ascolto e nelle condizioni socio-economiche più svantaggiate, sfidando apertamente e controcorrente le autorità costituite.“

Recentemente Miraglia ha partecipato al convegno “La Tutela dei Diritti dei Minori” presso l’Hotel Adige di Trento.

Perché ha accettato di rilasciare quest’intervista?

Quando alcuni anni fa sono stato incaricato dalla mamma di assisterla a riportare il figlio a casa, dopo aver letto le carte ho individuato degli aspetti discutibili e poco chiari. Ho mandato una lettera ai servizi sociali per chiedere spiegazioni su questi aspetti, in particolare in merito al progetto stilato dai servizi per sostenere e aiutare per la famiglia.

Per tutta risposta il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Trento mi ha denunciato presso l’ordine degli avvocati. Non riuscivo a comprendere il senso di questa segnalazione per il semplice fatto di aver chiesto dei chiarimenti. E per mia fortuna l’ordine è stato del mio stesso avviso ed ha archiviato la segnalazione perché manifestatamente infondata. Ma questo episodio mi ha fatto riflettere.

Che cosa non le quadrava?

Per prima cosa il fatto che il padre non vedesse il bambino da ben due anni. E poi le continue richieste inascoltate del bambino di tornare a casa con manifestazioni anche plateali come il fatto di scrivere su tutti i quaderni di scuola o il fatto di non tagliarsi i capelli.

Ho semplicemente chiesto per capire qual era il progetto alla base della decisione di allontanare il bambino. Che cosa si stesse facendo per riportare il bambino a casa. Ma questa mia semplice richiesta è stata considerata tale da influire sulla serenità degli operatori. Tutto questo mi sembra assurdo.

Come siete riusciti a sbloccare la situazione?

Devo ringraziare le associazioni che si sono mosse per mediare tra la madre e il padre. L’associazione Figli per sempre, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e il gruppo multidisciplinare del consigliere Gabriella Maffioletti sono riusciti a far incontrare il padre e la madre per il bene del bambino.

Da lì in poi le cose sono cominciate a migliorare. Il padre e la madre hanno cominciato a collaborare: pensi che hanno persino chiuso il divorzio in maniera consensuale e la madre ha cercato di convincere il bambino a vedere il padre. Alla fine il bambino ha accettato di farlo e man mano le cose si sono tranquillizzate e rasserenate. In altre parole si è riusciti a fare tutto ciò che il servizio sociale non è riuscito a fare.

Quindi ora stava andando tutto bene?

Magari fosse così. Per cominciare i Servizi Sociali hanno ritardato l’esecuzione del decreto adducendo dei problemi organizzativi e logistici: in pratica gli operatori coinvolti erano in ferie e quindi il calendario delle visite è stato ridotto. Ma la sorpresa più grande è stata dopo l’udienza di ottobre.

Perché?

Le visite stavano andando bene e il bambino vedeva sia il padre che la madre. Finalmente in ottobre il tribunale ha deciso di sentire il bambino che ha espresso la sua volontà di tornare a casa tanto, che il redattore del verbale ha scritto: “Il bambino ribadisce che vuole tornare a casa.”

Ma il giudice, nonostante la manifesta volontà del bambino, ha deciso di rimandare tutto a giugno dell’anno successivo adducendo delle motivazioni di natura psicologica senza alcun reale indicatore di pericoli o pregiudizi per il bambino. Quindi abbiamo fatto appello. Ma nel frattempo il minore ha preso in mano la situazione.

Che cosa è successo?

Un bel giorno il bambino è uscito da scuola e invece di tornare in struttura è andato a casa della madre dicendole che non sarebbe più tornato in struttura.

La madre quindi ha chiamato il padre e mi ha informato degli avvenimenti e abbiamo informato i Servizi Sociali che in un primo momento hanno continuato a seguire il modello coercitivo e volevano forzare il bambino a tornare in struttura senza ascoltare le sue richieste ed esigenze, ma poi hanno deciso di lasciarlo a casa.

Infatti il ragazzo, ormai dodicenne, era sereno, viveva con la mamma e vedeva regolarmente il padre, cui si era progressivamente avvicinato. Il suo profitto scolastico era buono e anche il suo atteggiamento psicologico: il suo avvicinarsi alla madre, pertanto, ha avuto effetti soltanto positivi.

E la Corte di Appello di Trento ci ha dato ragione: il ragazzino, vista la serenità che aveva raggiunto, poteva rimanere con lei, poteva continuare a vedere il padre ogniqualvolta lo desiderasse, sempre seguito dai Servizi sociali, che periodicamente dovranno relazionare al Tribunale i suoi progressi. Una grande vittoria: finalmente il bambino veniva “ascoltato”. Ora però tutto torna al Tribunale dei minorenni anche se siamo certi che non potrà far altro che confermare la soluzione positiva della vicenda.

Lei ha detto che state valutando di agire legalmente. Perché? 

Il Tribunale dei Minori spesso interviene con dei provvedimenti sulla base di principi che salvaguardino la sicurezza dei bambini, senza però entrare nella specificità delle situazioni.

Il giudice avrebbe dovuto ascoltare il ragazzo, che aveva persino scritto una lettera al Presidente del Tribunale, chiedendo di poter rientrare a casa dalla madre. Se le procedure seguite dai Tribunali dei Minori sono corrette nella forma, dovrebbero però avere maggiore elasticità, valutando i casi nella loro specificità. Esattamente come si è comportata la Corte di Appello con il decreto del 27 marzo scorso, che non si è limitata ad applicare la legge, ma ha dato ascolto alle richieste del ragazzino.

Per tutto il tempo in cui il ragazzo è rimasto inascoltato e lontano da casa: i danni e le sofferenze che tutto questo gli ha causato sono stati immensi. Oltre al necessario risarcimento alla famiglia e al minore per i danni subiti, è necessario che chi ha sbagliato se ne assuma le sue responsabilità e che le procedure e i protocolli errati vengano cambiati.

È indispensabile passare da una cultura della forza e della sopraffazione a una cultura dell’ascolto e della comprensione. Nessuno ha la verità in tasca e certe decisioni integraliste imposte con la forza della legge a dispetto delle sofferenze e opposizioni dei minori e delle famiglie devono finire. I minori vanno ascoltati non contenuti, vanno compresi non forzati. Le azioni legali che intraprenderemo non sono dettate da un desiderio di rivalsa ma dalla volontà di dare l’opportunità di cambiare affinché queste cose non debbano più verificarsi.

Gian Piero Robbi – giampi.robbi@gmail.com

Maison Des Artistes: premio ai meritevoli della crescita sociale

Nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’, ha luogo il Premio Internazionale Medaglia d’oro ‘Maison des artistes’, cerimonia di Gala pubblica di consegna del prestigioso riconoscimento istituito dall’Associazione ‘Maison des artistes’, a coloro che, nell’anno in corso, si sono distinti in vari settori culturali, artistici, scientifici e nell’impegno sociale e che hanno contribuito alla crescita della società. Alla presenza di autorevoli esponenti istituzionali si svolgerà la premiazione, con il contributo di Fondazione Roma Arte Musei, con il patrocinio di Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Biblioteche di Roma,con  ingresso gratuito, alternata da momenti musicali di qualità.
In questo 2012 i premiati dal Presidente di ‘Maison des artistes’ Ing. Vittorio Barbagiovanni sono: la conduttrice TV Eleonora Daniele, Federico Ferrandina Chitarrista Concertista, Film Maker Produzioni Cinematografiche, Prof. Fabrizio Maria Frattaroli Docente Chirurgia Generale Univ. ‘La Sapienza’, mons. Renzo Giuliano Rettore della Basilica S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma – Chiesa di Stato, Prof. Daniele Gui Direttore Divisione Chirurgica d’Urgenza Policlinico A. Gemelli e Docente Emergenze Clinico Chirurgiche Univ. Cattolica S. Cuore Roma, Prof. Roberto Lala Presidente Ordine dei Medici Roma e provincia, il regista Carlo Lizzani, il Prof. Mario D’Onofrio Docente di Storia dell’Arte medievale, l’Avv. Francesco Miraglia per impegno sociale, Marcos Madrigal pianista e concertista cubano, l’attore Giorgio Marchesi, il Prof. Corrado Moretti, Direttore reparto pediatria d’urgenza terapia intensiva pediatrica e docente Dipart. Pediatria neuropsichiatria infantile Univ. ‘La Sapienza’, la Prof.ssa Vincenza Palmieri per impegno sociale, il baritono Alessio Quaresima Escobar, il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano e l’Orchestra Sinfonica di Roma.
 
Diversi i temi che la ‘Maison des artistes’, Associazione no profit di Cultura, Arte, Scienza e Impegno Sociale, rievoca con il Premio Internazionale omonimo, valori ed esigenze della nostra società sottoposte all’attenzione pubblica e mediatica: nel 2012, ad esempio, dalla conduzione televisiva femminile intelligente e costruttiva a favore anche dell’ambiente, della conoscenza del nostro Bel Paese e delle sue tradizioni (E. Daniele), alla diffusione della musica di qualità nel mondo (Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano, Orchestra Sinfonica di Roma, M. Madrigal, A. Quaresima Escobar, F. Ferrandina), alla promozione del concertismo proiettato verso nuove leve (New Musical Academy), al merito di produzioni cinematografiche italiane anche all’estero (Film Maker), all’importanza della formazione dei giovani (Prof. Mario D’Onofrio) e delle categorie professionali tra cui a tutela dei medici e pazienti (prof. M. Frattaroli, R. Lala), ai valori insiti nell’Arte e nella Bellezza che unisce tutti quale sorgente di opportunità e progetti validi per vivificare il Brand Italia ed incrementare in un momento così delicato l’economia italiana
(R. Giuliano), all’attenzione sulle attività pro vittime della strada e delle loro famiglie il cui numero ogni anno è più alto di qualunque altro caso cui vengono destinati fondi e sostegno (D. Gui, Presidente Associazione Advanced Trauma Life Support – ATLS Alumni Italia), alla necessità di realizzazione del nuovo reparto di Terapia Intensiva pediatrica e di una unità operativa d’emergenza pediatrica a Roma sempre più forte per il territorio regionale del Lazio nonché unità di misura nel nostro Paese (C. Moretti), per i diritti della persona umana contro il trattamento TSO e gli abusi per la tutela dei bambini sottratti ai genitori (F. Miraglia), contro l’uso degli psicofarmaci (V. Palmieri), a supporto della crisi della Famiglia anche a mezzo TV e media (G. Marchesi), della bellezza e dignità della figura femminile, di uno sviluppo sostenibile per le generazioni future.
 
Motivazioni e premiandi sono presentati da Viviana Normando giornalista e storico dell’arte che si occupa di comunicazione etica in rete e Direttore del Gruppo Editoriale ComunicareITALIA.IT della Fondazione Paolo di Tarso.
Scopo del Premio ‘Maison des artistes’è altresì di contribuire alla diffusione della cultura in tutte le sue articolazioni, di supportare, incoraggiare e accompagnare al successo giovani talenti, di encomiare quanti si sono distinti in attività di impegno sociale.