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L’avv. Francesco Miraglia riferisce in Commissione Infanzia

In seguito all’interpellanza parlamentare  presentata dal Presidente della commissione  infanzia  Michela Maria Vittoria Brambilla su tema: case-famiglia,  minori, allontanamenti e Tribunale per i Minorenni,  si terrà giovedì 13 febbraio dalle 9.30 alle 12 presso la sala Aldo Moro della Camera dei Deputati una conferenza stampa sul argomento.
Sul tema sarà relatore il noto legale Modenese Francesco Miraglia che da anni si occupa a livello nazionale della difesa, tra l’altro, di quei nuclei familiari a cui molto spesso vengono allontanati i figli dalle istituzioni.
Il legale riferirà, attraverso la sua esperienza  sulle varie segnalazioni e denunce di sospetti maltrattamenti o abusi su minori, bambini ospitati in case-famiglia dalle condizioni igieniche intollerabili, allontanamenti “troppo facili” dai nuclei familiari, fiumi di denaro pubblico speso senza trasparenza.
Secondo lo stesso  Miraglia: sono numerosi gli abusi e le violazioni che caratterizzano da alcuni anni l’attività dei Tribunali per i minorenni, che molto spesso servendosi di relazioni superficiali e approssimativi dei servizi sociali allontanano i minori dalle propri famiglie senza se e senza ma!
Molti, inoltre, sono i casi i di maltrattamenti e abusi che i minori subiscono nelle varie case famiglie che sono dei veri e propri orfanatrofi senza controllo e senza vigilanza.
In sostanza, lo stesso avvocato da anni sostiene la necessità di un vero è proprio  censimento diretto alla rilevazione esatta delle sopra indicate residenze presenti su tutto il territorio; un sistema di rilevazione articolata dei dati sulla condizione dei bambini allontanati dalle proprie famiglie ed un monitoraggio periodico sulle strutture residenziali di accoglienza.
Occorre istituire, inoltre, un apposito registro degli affidamenti temporanei; se risultino indagini penali in corso al fine di accertare eventuali negligenze, responsabilità o comportamenti illeciti dei gestori e degli operatori; nuovi e più rigorosi meccanismi di controllo, anche attraverso organismi indipendenti, per garantire la sicurezza e la protezione dei minori nelle comunità; verifiche periodiche sulla sussistenza delle condizioni di idoneità e agibilità dei luoghi adibiti a casa famiglia e dei requisiti di legge; misure tempestive “per rendere trasparente la gestione dei fondi pubblici stanziati per l’ accoglienza dei minori nelle strutture residenziali”; provvedimenti per superare l’attuale frammentazione delle competenze e per una migliore distribuzione delle risorse sul territorio.
M.D
 
 
Francesco Miraglia:
Avvocato del Foro di Modena, Cassazionista-penalista, esperto di Diritto di Famiglia e Diritto Minorile;giornalista-pubblicista; mediatore familiare (Iscra di Modena 2012); mediatore criminale e inteligence nell’investigazione (Istituto Universitario dell Mediazione Vibo Valentia 2013); docente e direttore di master all’INPF (Istituto Nazionale Pedagogia Familiare) Roma; presidente Comitato Scientifico Associazione “Pronto Soccorso Famiglia” Milano; medaglia d’oro Premio internazionale “Maison des Artistes” 2012 per l’impegno sociale, conferito presso l’Università La Sapienza Roma.  Nel 2008 è stato premiato dal Comitato Cittadini Umani per l’impegno proficuo nella tutela dei diritti degli svantaggiati e , in particolare nella sorveglianza dei diritti fondamentali delle persone, (Milano). Nel  2011 è stato conferito  dell’Alto riconoscimento “OGNI BAMBINO E’ UNA STELLA” (Verona)
Per info: cronacaenotizie@gmail.com
 

L’esperto: “Migliaia di bambini iperattivi o ‘troppo amati’ vengono sottratti alle famiglie. Legalmente”

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30 gennaio 2014 0 commenti di 

L’eccessiva o sproporzionata cura del minore, una casa disordinata, un bambino poco attento a scuola, i suoi commenti sui genitori che litigano sono tutte potenzialimotivazioni che potrebbero far allontanare il bambino dal nucleo familiare di origine. Con una modalità che lascia perplessi.
Come spiega Francesco Miraglia, avvocato modenese specializzato in casi di bambini tolti alle famiglie, è sufficiente una segnalazione dei Servizi Sociali arrivata alla Procura della Repubblica per far sì che una richiesta di allontanamento del bambino al Tribunale dei Minori si trasformi in un provvedimento: ”Manca tutta la parte dedicata a una giusta istruttoria – racconta il legale che ha anche un sito internet nel quale riepiloga i casi a lui sottoposti -. Dopo che arriva una segnalazione si dovrebbe indagare e verificare i fatti riportati. Si devono convocare le parti, far parlare l’assistente sociale, valutare il perché della sua segnalazione e confrontarla con la realtà in cui è inserito il bambino. Inoltre chiamare a colloquio gli avvocati, la famiglia e in caso in cui il bambino sia capace di intendere e di volere, richiedere anche la sua testimonianza”. L’avvocato Miraglia aggiunge anche che l’allontanamento debba essere immediato nei casi di violenza ma non in quelle situazioni in cui si parla di bambini iperattivi, di case disordinate o di genitori che litigano. In tutte queste situazioni si devono andare a verificare le reali condizioni in cui vive il minore.
Molto controversa e clamorosa la vicenda, seguita dallo stesso legale emiliano, di un bambino di Bolzano prelevato da scuola e trasferito in una comunità di Forlì senza vedere per mesi i genitori. La ‘colpa’ del piccolo è quella di essere iperattivo. Il punto critico del sistema sono i tribunali dei minori: “A mio parere – osserva Miraglia – quello di Bologna funziona male”. Se Sparta piange, Atene di sicuro non ride: “La situazione della nostra regione è perfettamente in linea con il resto dell’Italia, se non peggio”.
Oggi in Italia, fa sapere il giurista modenese, il giro economico dietro ai bambini dati in affido è di circa 170 milioni di euro. “Un vero e proprio mercato, che costa ogni giorno dai 100 ai 300 euro a caso – puntualizza -. Non considerando il fatto che i bambini nelle case-famiglia o nelle famiglie affidatarie non sono sempre soggetti a verifiche che attestino l’esistenza di un contesto adatto e di qualità per la crescita del bambino stesso”.
Nel momento in cui è in atto un provvedimento di questo tipo non si può ricorrere alla Corte di Appello, perché il provvedimento è definito provvisorio e quindi il ricorso è inammissibile: “Si tratta di ‘adozioni mascherate’, perché cinque o sei provvedimenti di questo tipo, uno dopo l’altro, vanno a immobilizzare la situazione e a far sì che questo bambino non torni più a vivere con la sua famiglia di origine”. Sono pochissimi infatti i minori che fanno ritorno in famiglia, la maggior parte rimangono nelle strutture apposite fino al raggiungimento della maggiore età. Bambini imprigionati dalle regole, trattati con una durezza che non di rado il sistema risparmia agli adulti.
“Di sicuro c’è un problema strutturale, poco personale, tanti casi da osservare, ma sono tante le cose che non quadrano – prosegue -. Come è possibile, ad esempio, che una bambina venga adottata dagli stessi educatori che l’hanno fatto allontanare dalla madre? Mi riferisco al caso forlivese. Quella mamma ha tutto il diritto di dire ‘chi mi ha giudicato adesso ha mia figlia!’”.
L’avvocato Miraglia intravede però un barlume di speranza grazie alla nuova presidenza del Tribunale dei Minori di Bologna, affidata al dottor Giuseppe Spadaro: “Speriamo che con questo cambiamento ci sia un’apertura in questo senso”.
Per visitare il sito dell’avvocato Francesco Miraglia, clicca qui

Vincenza Palmieri e Francesco Miraglia per la prima volta in Basilicata

download basilicataCOMUNICATO STAMPA

                                                                 

Vincenza Palmieri e  Francesco Miraglia 

presentano, per la prima volta,

in BASILICATA

 

“I Malamente” (Armando Editore)

Lunedì 27 Gennaio 2014 – Ore 17.00 – 19.00

Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Potenza III

Via Enrico Toti – Potenza

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   Nell’ambito della sesta edizione di “Incontriamoci e parliamo di…”, percorso formativo per genitori e docenti organizzato dall’AID di Potenza, lunedì 27 Gennaio,  l’Avv. Francesco Miraglia e la Prof.ssa Vincenza Palmieri presenteranno, per la prima volta in Basilicata, l’ultimo volume (scritto assieme all’Avv. Eleonora Grimaldi), 
I Malamente“, edito da Armando Editore.
 
Un libro dirompente e innovativo, che capovolge lo stigma che associa il cattivo alla mente malata, motivazione grazie alla quale si riempiono le case famiglia e le comunità di giovani a cui somministrare terapia psico-farmacologica. “O reo o malato”, o bianco o nero, in quella assenza di sfumature che invece è propria della variabile adolescenziale.
 
“I Malamente, oggi, sono ragazzi fuori dai margini dell’ascolto, allontanati da una scuola che li perde e non va a riprenderseli, costretti o decisi ad avviarsi verso una carriera di devianza e malattia”.
Protagonisti di molte coraggiose battaglie civili che li vedono affiancati, Palmieri e Miraglia ripercorreranno, dunque, i passaggi salienti di un volume di straordinaria attualità, in cui si racconta di come i nostri ragazzi, pieni di istanze, difficoltà, caratteristiche particolari e bisogni speciali, siano menti meravigliose, bisognosi di una scuola che onori costantemente il Diritto allo Studio ma soprattutto il Diritto all’Apprendimento.
 
L’evento, particolarmente in linea con l’argomento della serata, concluderà degnamente la lezione magistrale che la stessa Prof.ssa Palmieri, in apertura del lavori,  terrà sul tema “Aspetti etici e pedagogici dei D.S.A. e dei B.E.S. – Comprendere per evitare la medicalizzazione dell’insegnamento”.
 

Sabato 25 gennaio l’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena, sarà ospite alle ore 18 alla Libreria Grimorio di Pistoia durante la presentazione del film sociale “Un amore strappato dagli occhi di Greta”

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Appuntamento alle ore 18 di sabato 25 gennaio per la presentazione del film intitolato “Un Amore Stappato dagli occhi di Greta”, prodotto da Tripla Difesa Onlus, con la sceneggiatura di Floriana Ventura e la regia di Salvatore Orlando. Una tematica dura e tragica di violenza sulla donna e della violenza sui minori. I fondi che verranno raccolti saranno utilizzati per ripristinare una casa già di proprietà di “tripla difesa “, un PROGETTO FAMIGLIA che vuole mirare a tutelare le famiglie a cui il tribunale vorrebbe sottrarre il minore o i minori. Con la presenza della cantante Maria Teresa De Pierro, presente al prossimo Festival di Sanremo, Testimonial dell’Associazione TRIPLA DIFESA ONLUS. Numerosi gli ospiti d’onore che saranno presenti: il generale LEON LYON ZAGAMI , Comandante cavaliere dei templari a cui sarà dedicato il progetto” FAMIGLIA LEO LYON ZAGAMI”. Christy Andersen ,pittrice di fama internazionale. La D.ssa Antonella Gramigna , esperta in comunicazione, impegnata politicamente a difesa delle donne con il Partito Democratico. In attesa di conferma della presenza dell’Avv. Matteo Santini Oltre Cinquemila (Presidente associazione studi e ricerche del diritto di famiglia ) e consigliere ordine degli avvocati di Roma.
Potrete ascoltare la canzone “OCCHI CHE SI PARLANO” di Di Carlo e Centorame, interpretata dalla bravissima cantante De Pierro Maria Teresa in arte MERYSSE dedicata ai bambini e ai loro genitori. Sarà presene, inoltre, l’avvocato Miraglia sarà ospite in qualità di esperto di Diritto Minorile e Di Famiglia e per le pubblicazioni dei libri “Casi da Pazzi-Francesco Miraglia un avvocato controcorrente” di Nunzia Manicardi; (Koinè Editore),  “Ridateci i nostri figli! Storie di bambini sottratti alle famiglie raccontate dal loro avvocato Francesco Miraglia” di Nunzia Manicardi, “Mai più un bambino” (Armando Editore) e “ I Malamente” (Armando Editore).
 
Sono onorato di partecipare ad un appuntamento così importante quale la  presentazione di un  film su un tema sociale così importante e grave che colpisce migliaia di famiglie– sottolinea l’avvocato Miragliasi tratta di un dramma, nei confronti del quale, le nostre istituzioni dovranno dare al più presto una soluzione. E’ inaccettabile, infatti, che venga alimentato un  vero e proprio  mercato sulla pelle dei nostri bambini, con gli  allontanamenti, consulenze, affidamenti e case famiglie, sotto la completa indifferenza. Allontanare i bambini, se non in casi gravi, è una violazione del nostro diritto naturale perché ogni bambino ha il sacro santo diritto di vivere crescere nella propria famiglia.”
 
 
 
 
 
 
 
 

INTERPELLANZA URGENTE sugli «allontanamenti facili»

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Posted on 21 gennaio 2014 by admin
ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00373

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 154 del 17/01/2014

Firmatari
Vittoria Brambilla

Primo firmatario: BRAMBILLA MICHELA VITTORIA
Gruppo: FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 16/01/2014

Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BINETTI PAOLA PER L’ITALIA 16/01/2014
AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2014
FUCCI BENEDETTO FRANCESCO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2014
BIONDELLI FRANCA PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2014
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2014
GIGLI GIAN LUIGI PER L’ITALIA 16/01/2014
PIEPOLI GAETANO PER L’ITALIA 16/01/2014
RAVETTO LAURA FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
CALABRIA ANNAGRAZIA FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
SANTELLI JOLE FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
MATARRELLI TONI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ 16/01/2014
CASTIELLO GIUSEPPINA FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
PALMIZIO ELIO MASSIMO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
ARCHI BRUNO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
PICCHI GUGLIELMO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
POLVERINI RENATA FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
PETRENGA GIOVANNA FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
MARTI ROBERTO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
SAMMARCO GIANFRANCO NUOVO CENTRODESTRA 16/01/2014
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 16/01/2014
SCOPELLITI ROSANNA NUOVO CENTRODESTRA 16/01/2014
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 16/01/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 16/01/2014
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 16/01/2014
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L’ITALIA 16/01/2014
PALESE ROCCO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
LATRONICO COSIMO FORZA ITALIA – IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – BERLUSCONI PRESIDENTE 16/01/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 16/01/2014
NASTRI GAETANO FRATELLI D’ITALIA 16/01/2014
TOTARO ACHILLE FRATELLI D’ITALIA 16/01/2014
Destinatari

Ministero destinatario:

  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL’INTERNO

Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/01/2014

Stato iter:

IN CORSO

Atto CameraInterpellanza urgente 2-00373 presentato da BRAMBILLA Michela Vittoria testo di Venerdì 17 gennaio 2014, seduta n. 154

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della giustizia, il Ministro dell’interno, per sapere – premesso che:
il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia;
la legge 4 maggio 1983, 184 «Diritto del minore ad una famiglia» e successive modificazioni, prevede l’affidamento del minore ad una famiglia o ad una persona singola in grado di garantirgli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno nel caso in cui il minore sia temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo o, qualora questo non sia possibile, l’inserimento in una comunità di tipo familiare o in un istituto di assistenza pubblico e privato;
la condizione dei minori allontanati dalla famiglia di origine con provvedimento di un’autorità giudiziaria è in Italia e nel resto del mondo oggetto di discussioni e confronti spesso aspri;
la legge n. 184 del 1983 prevede altresì il diritto del minore alla propria famiglia, precisando «le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto»;
l’articolo 2 della legge n. 219 del 2012 cha ha conferito la delega al Governo per la modifica delle disposizioni in materia di filiazione e di dichiarazione dello stato di adottabilità ha introdotto tra i numerosi principi e criteri direttivi dettati dal comma 1 la specificazione della nozione di abbandono morale e materiale del figlio, con riguardo all’irrecuperabilità delle capacità genitoriali, fermo restando che le condizioni di indigenza non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia (lettera n);
il decreto legislativo 28 dicembre 2013, n. 154 «Revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, a norma dell’articolo 2 della legge 10 dicembre 2012, n. 219», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 5 dell’8 gennaio 2014, che entrerà in vigore il 7 febbraio 2014, emanato in attuazione della suddetta delega, ha introdotto modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, tra le quali l’introduzione dell’articolo 79-bis che prevede che il giudice segnali ai comuni le situazioni di indigenza di nuclei familiari che richiedono interventi di sostegno per consentire al minore di essere educato nell’ambito della propria famiglia;
in una risoluzione del 2009 (Linee guida relative all’accoglienza eterofamiliare dei minori, adottate dall’Assemblea generale delle Nazioni unite il 18 dicembre 2009 con risoluzione A/RES/64/142, pubblicata il 24 febbraio 2010), le Nazioni Unite impegnano gli Stati con ogni mezzo (finanziario, psicologico e organizzativo) a preservare il rapporto del minore con la sua famiglia di origine e ad impedire che il bambino ne debba uscire e, in tal caso, ad agevolarne il rientro dettando criteri ben precisi sull’affidamento temporaneo, quali: che il minore sia tenuto in luoghi vicini alla sua residenza abituale; che si ponga attenzione a che il minore non sia oggetto di abuso o sfruttamento; che l’allontanamento si prospetti temporaneo e si cerchi di preparare il rientro in famiglia al più presto possibile; che il dato della povertà familiare non sia da solo sufficiente a giustificare l’allontanamento del minore; che i motivi d’ordine religioso, politico ed economico non siano mai causa principale dell’invio di un minore fuori famiglia; che sia preferita, ove possibile, l’assegnazione ad un ambiente familiare rispetto all’istituto (soprattutto sotto i tre anni d’età). In tutti i casi, comunque, si richiede il coinvolgimento del minore nelle decisioni che lo riguardano;
in Italia durante la fase transitoria pre-affidataria, il bambino viene accolto presso comunità di tipo famigliare (cosiddette «case famiglia»), con sede in civili abitazioni, per la durata dell’impedimento o del periodo di difficoltà, con l’obiettivo principale di trovare successivamente una collocazione familiare;
nel provvedimento di affidamento familiare devono essere indicate specificatamente le motivazioni e la durata dell’affidamento, che deve essere rapportabile al complesso di interventi volti al recupero della famiglia d’origine. Tale periodo non può superare la durata di ventiquattro mesi ed è prorogabile, dal tribunale per i minorenni, qualora la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al minore;
nei fatti, in Italia, tale pratica giuridica sottopone il minore ad un lungo ed estenuante iter prima dell’affidamento dando luogo al fenomeno dei cosiddetti «allontanamenti facili»;
secondo la prassi che vige negli affidamenti temporanei, da quando il giudice tutelare assegna il minore alla casa famiglia al termine delle verifiche da parte degli uffici competenti e si dispone l’affidamento, trascorrono addirittura anni (la media si aggira intorno ai 3 anni), dando origine a vergognose lunghissime permanenze nelle case famiglia con ripercussioni gravissime sulla salute e sulla formazione del minore;
recenti stime attestano che il numero di bambini fuori famiglia è oscillato in Italia negli ultimi anni tra le 25 e 30 mila unità rispetto agli anni passati, e che l’affidamento temporaneo è cresciuto intorno al 24 per cento;
in Italia non esiste un sistema di monitoraggio strutturato a livello istituzionale che rilevi dati omogenei e confrontabili, né tanto meno una mappatura degli istituti residenziali di accoglienza, sulla qualità di tali strutture, sulla qualifica del personale, sul valore dei servizi erogati e sulla progettualità dell’affido;
la mancanza di rilevazioni periodiche e di una vera e propria organizzazione a livello istituzionale hanno portato, in molti casi, alla necessità di proporre valori di stima per molte realtà regionali, evidenziando serie difficoltà nel reperire informazioni trasparenti sul fenomeno dei bambini fuori dalla famiglia e sulle loro condizioni di vita nelle comunità residenziali di accoglimento, rendendoli dei bambini invisibili;
stime recenti fanno riferimento a più di 1.800 centri, con alcune regioni, come l’Emilia, il Lazio, la Lombardia e la Sicilia, che registrano una concentrazione di 300 strutture. Una discreta differenziazione, in termini quantitativi, si riscontra anche fra le regioni del Sud: in assoluto, la regione che presenta il maggior numero delle strutture è la Sicilia con 63 Istituti per minori. In definitiva, emerge che in Italia ci sono oltre 30 mila minori ospitati presso strutture di accoglienza;
dal rapporto elaborato dall’istituto degli Innocenti con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali pubblicato nel 2011 emerge un quadro complesso e variegato dei bambini fuori famiglia le cui risultanze risentono delle difficoltà di copertura territoriale dei monitoraggi attivi;
in assenza di informazioni attendibili su ciò che avviene nelle case famiglia, i minori passano dalla condizione di «allontanati» a quella di «abbandonati», spesso senza possibilità di avere contatti col mondo esterno;
a quanto ci è dato sapere, poco meno di un bambino su 10 presenta una qualche forma di disabilità certificata o un motivo grave per giustificare un allontanamento dalla famiglia: infatti oltre il 50 per cento degli inserimenti in struttura è dovuto soprattutto ad inadeguatezza/incapacità genitoriale o assenza di una rete famigliare adeguata o problemi giudiziari di uno o entrambi i genitori: motivi che consentirebbero di agire in prima istanza attraverso un’adeguata azione domiciliare dei servizi sociali;
l’allontanamento del minore dalla famiglia e la sua conseguente istituzionalizzazione rappresenta un vero e proprio trauma per il bambino che nella maggior parte dei casi viene strappato nel giro di pochi giorni dal nucleo familiare senza che sia predisposto un percorso psicologico di sostegno, e deve attendere mesi, e spesso anni, per essere reinserito;
sono numerosissime le segnalazioni pervenute in questa e nelle precedenti legislature alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, da parte di privati e associazioni no profit, che denunciano il cosiddetto fenomeno degli «allontanamenti facili», quasi tutti conseguenza di analisi frettolose di separazioni conflittuali o di difficoltà economiche familiari;
altrettanto numerose risultano le denunce da parte di genitori nei riguardi delle strutture in cui versano i figli «ospitati», nella maggior parte dei casi edifici inospitali, con carenze igienico-sanitarie e inagibili o peggio ancora denunce di casi di maltrattamenti e abusi sui minori;
il controllo dei «flussi» impone un’azione urgente dal punto di vista della sicurezza negli Istituti dove spesso si celano casi di maltrattamenti, adescamento e pedofilia, prima che diventino casi di cronaca nera come quello relativo alla cooperativa Forteto, dopo trentanni oggi finalmente sotto inchiesta;
ogni minore ospitato in una casa-famiglia costa mediamente intorno ai 200 euro al giorno, una retta che viene erogata fino a quando il minore risiede nella struttura;
la Federcontribuenti stima in 2 miliardi di euro la spesa pubblica annua destinata a sostenere gli affidamenti di minorenni;
sussiste un «turnover» di bambini allontanati, per cui abbiamo circa 10.000 dimessi a fronte di un pari numero di nuovi ingressi nelle case famiglia;
da quanto è emerso, anche a seguito di recenti inchieste giornalistiche, il fenomeno degli «allontanamenti facili» ha assunto sempre più la connotazione di un vero e proprio giro d’affari dove i minori rappresentano merce di scambio per lucrare sui fondi destinati all’accoglienza residenziale dei minori;
le residenze protette possono rappresentare una risorsa importante per la tutela del minore in difficoltà, ma a condizione che la permanenza del bambino venga gestita, contrariamente a quanto avviene nella realtà, in modo trasparente e con criteri precisi, avendo come obiettivo quello di preservare, il minore da traumi psicologici e assicurargli una collocazione familiare in tempi ragionevoli;
è affidato alle Regioni – previa verifica dei requisiti minimi fissati dalla legge nazionale – il compito di controllare di propria iniziativa e sotto la propria responsabilità le case famiglia già esistenti e autorizzare l’eventuale apertura delle nuove, che devono soddisfare anche requisiti specifici oltre a quelli standard, stabiliti dalle singole regioni di appartenenza;
di fatto, anche sotto il profilo amministrativo, non esiste alcun controllo sulla gestione delle case famiglia e sul corretto utilizzo delle risorse loro assegnate esclusivamente a favore degli «ospiti»;
in Italia, rispetto ad altri paesi europei, si ravvisano troppe deleghe affidate ai vari ministeri: la mancanza di un unico soggetto con piena e totale competenza in materia, o almeno titolare di poteri di coordinamento, genera inevitabilmente incertezza e confusione –:
se alla luce di quanto emerso, i Ministri interpellati intendano assumere iniziative per avviare un censimento finalizzato alla rilevazione esatta delle residenze protette presenti su tutto il territorio nazionale al fine di tracciare la mappatura delle stesse;
se non ritengano altresì necessario introdurre, di concerto con le singole realtà regionali, un sistema di rilevazione sistematica dei dati sulla condizione dei bambini fuori famiglia ed un monitoraggio periodico sulle strutture residenziali di accoglienza, istituendo un apposito registro degli affidamenti temporanei, attivo invece in molti Paesi europei;
se risultino avviate indagini a seguito delle numerose denuncie nelle quali si segnalavano negligenze e condotte asseritamente illecite degli operatori;
se non ritenga necessario assumere iniziative normative per istituire, anche riconsiderando l’attuale assetto delle competenze costituzionali, nuovi e più rigorosi meccanismi di controllo per garantire la sicurezza e la protezione dei minori nelle comunità prevedendo l’istituzione di organi di vigilanza (anche indipendenti) per individuare meccanismi di verifica della validità e della utilità dei progetti di affido previsti per ciascun minore;
se non si ritenga opportuno, ogniqualvolta ne emergono i presupposti, inviare apposite ispezioni del comando dei carabinieri per la tutela della salute onde verificare la sussistenza delle condizioni di idoneità igienica dei luoghi adibiti a casa famiglia e degli istituti residenziali di accoglienza presenti sul territorio italiano;
come intendano procedere, nell’ambito delle rispettive competenze, per promuovere nelle opportune sedi di confronto con le regioni e gli enti locali il regolare controllo sulla costante sussistenza da parte delle comunità censite dei requisiti previsti per legge adeguati alle necessità educative-assistenziali dei bambini e degli adolescenti ospitati e verificare che il rendiconto delle spese da esse sostenute sia pubblicizzato e giustificato;
quali misure tempestive intendano adottare, in raccordo con gli enti pubblici coinvolti, per rendere trasparente la gestione dei fondi pubblici stanziati per l’accoglienza dei minori nelle strutture residenziali e il loro effettivo e corretto stanziamento da parte delle amministrazioni locali;
se non valutino opportuno, nell’ambito di una generale riflessione sullo stato delle politiche sociali e familiari in Italia, assumere iniziative normative per ridefinire i ruoli e le competenze di chi è deputato alla tutela del minore fuori dalla famiglia (il giudice tutelare e gli assistenti sociali in primo luogo) al fine di migliorare le procedure di affidamento familiare e disincentivare la odiosa prassi degli allontanamenti «non giustificati» e i continui «spostamenti» dei minori da una struttura all’altra, nonché favorire programmi di supporto a sostegno della genitorialità da attivare all’interno della famiglia stessa, incentivando l’ascolto del minore interessato;
se intendano intraprendere, nella prospettiva di una prossima realizzazione del piano nazionale di azione per l’infanzia e l’adolescenza, misure strategiche ed iniziative normative, anche di revisione dell’attuale quadro costituzionale di ripartizione delle competenze, tali da superare l’attuale frammentazione delle competenze tra più organi statali, regionali e locali, al fine di garantire la corretta tutela dei minori in difficoltà e una migliore distribuzione delle risorse economiche sul territorio, per ridare dignità ad un istituto giuridico importante come quello dell’affido temporaneo.
(2-00373) «Brambilla, Binetti, Amato, Fucci, Argentin, Biondelli, Grassi, Gigli, Piepoli, Ravetto, Calabria, Santelli, Chiarelli, Matarrelli, Castiello, Palmizio, Archi, Picchi, Polverini, Petrenga, Marti, Sammarco, Bossi, Scopelliti, Buonanno, Rondini, Fedriga, Vargiu, Palese, Latronico, Borghesi, Nastri, Totaro».

Lunedì 20 gennaio l’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena, sarà ospite alle ore 12.30 della trasmissione, condotta da Giancarlo Magalli, “ I Fatti Vostri” .

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L’avvocato Miraglia sarà ospite quale legale della famiglia Fiore, coinvolta in un calvario personale e giudiziario durato tre anni.
 
 
 
Era infatti il 7 aprile 2010 quando, a seguito della dichiarazione di aver subìto abusi sessuali in ambito familiare, ( accuse  successivamente  ritenute infondate con decreto di archiviazione del 22 dicembre 2011), veniva eseguito da parte dei  servizi sociali l’allontanamento della figlia minorenne della coppia ed il conseguente inserimento nella comunità educativa “Progetto Pegaso”. 
 
 
 
Tuttavia il 2 maggio 2012 la ragazzina della coppia, M.F di 15 anni, all’epoca dei fatti, dopo l’orario scolastico scelse di non rientrare nella comunità, per fare ritorno nella casa genitoriale.
 
 
 
Di conseguenza l’intervento, in questa vicenda, dell’avvocato Miraglia, che ha instaurato nell’immediato una fitta rete di comunicazioni tra istituzioni ed autorità, ha fatto sì, dapprima che la ragazzina potesse restare a casa dei genitori e, successivamente, con l’accoglimento del ricorso presentato al Tribunale dei Minori di Milano lo scorso 6 maggio 2013, potesse la stessa rientrare nella patria potestà dei coniugi Fiore.
 
 
 
Questo ennesimo caso è la dimostrazione palese di come, ormai, vi sia la consuetudine di certi automatismi nei provvedimenti, presi con molta superficialità”- sottolinea l’avvocato Miraglia- “Non esistono contraddittori e non ci sono dei riscontri oggettivi; mancanze che ledono completamente il diritto della difesa delle parti coinvolte.
 
 
 
 

Bambino tolto ai genitori. Dura battaglia legale

images trento 2BOLZANO. Una famiglia bolzanina sta vivendo un vero e proprio incubo. Dopo aver chiesto l’aiuto dei servizi sociali per assistere un figlioletto di 9 anni considerato problematico per «iper attività», due coniugi se lo sono visti strappare dal contesto famigliare ed ora sono stati costretti a rivolgersi ad un avvocato specializzato di Modena per cercare di ottenere la revoca del provvedimento disposto dal tribunale dei minorenni sette mesi fa. Il piccolo venne prelevato a scuola da una pattuglia della polizia e trasferito, su disposizione come detto di un magistrato, in una comunità di Forlì, a 400 chilometri da casa. Il padre (meccanico in Alto Adige) e la madre (casalinga) sono già genitori di una figlia quasi maggiorenne con cui non hanno mai avuto alcun problema. Con il secondo figlio la musica è stata diversa. Il bambino si è reso protagonista di una serie di comportamenti problematici tanto che i genitori hanno chiesto aiuto, come detto, ai servizi sociali. La situazione è precipitata dopo che il bimbo ha minacciato a scuola una compagna di classe utilizzando un coltellino da campeggio. Il dirigente scolastico ha segnalato il caso ed il tribunale dei minori, accogliendo una richiesta dei servizi sociali, ha disposto l’allontanamento del bimbo dal contesto famigliare. Negli ultimi sette mesi papà e mamma (a cui è stato anche negato il diritto di verificare dove si trovi fisicamente e come venga trattato) hanno potuto incontralo soltanto tre volte e non all’interno del centro dove il piccolo è tenuto e seguito. Gli incontri si sono svolti ad una decina di chilometri e sotto il controllo a distanza degli stessi assistenti sociali. Pare che il centro di neuropsichiatria infantile non abbia assolutamente contestato la decisione dei giudici nonostante il minore (di lingua tedesca) sia stato completamente «sradicato» dal contesto famigliare e nonostante il bambino abbia più volte espresso il proprio dolore di vivere lontano dai genitori ed il desiderio di tornare a casa. Il decreto di allontanamento dal contesto famigliare ha una validità di due anni ma la famiglia sta cercando in tutte le maniere di far rientrare il provvedimento. Si è affidata all’avvocato Francesco Miraglia, del Foro di Modena, che sta facendo leva sui diritti linguistici del bambino sudtirolese. (ma.be.)Prelevato a scuola da una pattuglia della polizia e trasferito in comunità a Forlì L’avvocato: ragazzino difficile sradicato dal suo contesto di lingua tedesca

Convegno: FAMIGLIE E MINORI: ABUSO O TUTELA?

Convegno Malamente - Roncegno 20 dicembre 2013-page-001 (1)Convegno: FAMIGLIE E MINORI: ABUSO O TUTELA?

Tribunali, perizie, allontanamenti facili, sistema psichiatrico e giuridico; e nuove marginalità…

Venerdì 20 dicembre ore 20.00
Sala Oratorio – Roncegno Terme
Via Don Alessio De Pretis, 2

Introduzione
Giuliana Gilli
Assessore alle Politiche Sociali Comune di Roncegno

 
Autori
Prof. Vincenza Palmieri
Presidente INPEF, Consulente Tecnico di Parte

Avv. Eleonora Grimaldi
Esperto in diritto di famiglia

Avv. Francesco Miraglia
Cassazionista, esperto in diritto minorile

Moderatore e interventi
Alberto Faustini
Direttore de Il Trentino

Elena Artioli
Consigliere Regionale Trentino Alto Adige

Gabriella Maffioletti
Consigliere Comune di Trento

Avv. Francesco Morcavallo
Cassazionista, già Giudice del Tribunale dei Minori

Silvio De Fanti
Vicepresidente Comitato Cittadini Diritti Umani

 Dirompente, coraggioso, innovativo. Non si può che definire così l’ultimo volume di Palmieri, Grimaldi e Miraglia dall’evocativo titolo “I Malamente” Il termine, con cui si indica un modo sbagliato, non opportuno o sconveniente di agire, un comportamento deplorevole, una condizione infelice è sempre stato associato all’idea di una persona poco raccomandabile cui non era opportuno affiancarsi.
Un concetto ormai entrato nell’uso comune che gli autori hanno voluto riprendere, con amore e un pizzico di polemica, per andare nella direzione opposta. Da sempre, e ora più che mai, il cattivo viene associato ad una mente malata; motivazione per cui si riempiono le case famiglia e le comunità di giovani a cui somministrare terapia psicofarmacologica: “o reo, o malato”. O bianco o nero, in quell’assenza di sfumature che è invece propria della variabile adolescenziale. Gli autori, dunque, si schierano proprio contro tale stigma, capovolgendone il significato. “I Malamente”, oggi, sono ragazzi fuori dai margini dell’ascolto, allontanati da una scuola che li perde e non va riprenderseli, costretti, obbligati o decisi ad avviarsi verso una carriera di devianza, prima, e malattia, dopo.
Cambiare il corso dei destini può essere un gioco. Un progetto letterario non è una guerra ma certamente, noi, vogliamo rappresentare una sfida

Bimbi sottratti. Udienza Anna Giulia Camparini

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Dopo l’udienza celebrata ieri al Tribunale per i minorenni di Bologna e i vari articoli pubblicati sui quotidiani locali, sembra opportuno fare alcune precisazioni. Non può e non deve meravigliare che i genitori di Anna Giulia siano rimasti equilibrati e sereni pur sapendo da più di un anno dove si trovi la figlia, non deve assolutamente meravigliare che questa difesa abbia chiesto che la bambina venga ascoltata dai Giudici, naturalmente nel modo più tutelante per la stessa, non deve assolutamente meravigliare che i genitori di Anna Giulia non si arrendano all’idea che Anna Giulia diventi orfana, come del resto non può e non deve meravigliare che la tutrice abbia sostenuto che la bambina non chieda più dei genitori come non desta meraviglia il fatto che la stessa tutrice si sia opposta a che la bambina venga sentita dai Giudici del Tribunale e che abbia negato, seppur in modo balbuziente, che Anna Giulia si trovi in un posto segreto, e che ella stessa non abbia un profilo Facebook e che non faccia parte di una fantomatica “Combriccola del Casale”: “Non so che cos’è, o meglio posso spiegare ma meglio di no”
 
Piuttosto quello che deve indignare l’opinione pubblica e anche le autorità giudiziarie è quanto si è fatto presente ieri all’udienza: pare che tutti i protagonisti di questa vicenda (tutrice, avvocati di controparte, presunta famiglia affidataria e altri…) facciano tutti parte della cosiddetta “La Combriccola del Casale” del resto quanto questa difesa sostiene è facilmente dimostrabile da Facebook senza contare che sullo stesso Social Network pare che girino le foto di Anna Giulia mentre va a scuola, mentre recita, mentre fa attività sportiva etc….
 
A questo punto mi rivolgo pubblicamente sia al Presidente del Tribunale per i Minorenni, sia al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni e alla stessa Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, affinché si faccia chiarezza su questi presunti intrecci. Sarebbe davvero grave che si alimentasse quel sospetto attraverso cui gli affidamenti siano considerati un vero e proprio scippo che va ad alimentare quel vero e proprio mercato sulla pelle dei bambini anche da questa difesa più volte denunciato.
 
Mi rivolgo inoltre al Ministro di Grazia e Giustizia per invitarlo ad inviare gli ispettori del Ministero presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna affinché si accerti su come siano stati gestiti in passato affidamenti e adozioni e faccia chiarezza su tutti quegli affidamenti e su tutte quelle adozioni che si presentano come veri e propri scippi non solo ai danni dei bambini stessi ma anche di intere famiglie. Sin da adesso tutta la documentazione riferita alla cosiddetta Combriccola del Casale è a disposizione sia delle Autorità giudiziarie e sia eventualmente dello stesso Ministro di Grazia e Giustizia.
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWS dic 6, 2013

Torna a casa la bambina della Valsugana allontanata ai genitori

ValsuganaTorna a casa la bambina della Valsugana allontanata ai genitori

È tornata a casa dal suo papà e dalla sua mamma la bambina del piccolo paese della Valsugana che nel giugno scorso era stata allontanata dalla famiglia a causa di una presunta “conflittualità” e “inadeguatezza” dei genitori. La vicenda di questa ragazza, nasce nell’ambito di una vicenda familiare come centinaia nel nostro paese. Quello che è veramente grave ancora una volta, è l’inadeguatezza e la superficialità del servizio sociale a gestire dei casi così particolari visto che – sostiene l’avv. Francesco Miraglia, avvocato di fiducia del papà – l’unica soluzione prospettata al Tribunale per i Minorenni è stata quella dell’allontanamento e contestuale collocazione in casa famiglia della bambina. Per l’ennesima volta il nostro comitato che, insieme alla consigliera comunale di Trento Gabriella Maffioletti, da anni si occupa della tutela dei minori, ha dovuto constatare l’automatismo tra le relazioni del servizio, le richieste della Procura e il provvedimento del Tribunale senza un minimo di istruttoria che potesse giustificare la sospensione della potestà genitoriale e addirittura gli incontri protetti. All’udienza dello scorso 8 novembre il tribunale effettivamente si è reso conto, dopo la convocazione delle parti e soprattutto dopo aver sentito la minore che la stessa doveva tornare immediatamente nella sua famiglia. Ma allora perché solo tre mesi fa è stato disposto l’allontanamento? Forse si era dato eccessivo peso agli aspetti psicologici? Quali erano i motivi oggettivi? Cosa è cambiato in soli tre mesi? Ci piacerebbe che qualcuno rispondesse a queste domande, anche se temiamo che nessuno lo farà. In seguito all’allontanamento, il papà si è rivolto al nostro comitato che non solo si è limitato ha fornire informazioni ma ha trovato il sostegno per questa famiglia di tutta la comunità del paese della Valsugana, soprattutto di alcune mamme che si sono messe a disposizione della famiglia impegnandosi formalmente in una lettera consegnata all’assistente sociale di Borgo Valsugana. Ci auguriamo ora che la bambina possa prima possibile dimenticare questa brutta esperienza e tornare ai suoi affetti e a una vita serena. Speriamo altresì che l’assistente sociale riveda il suo operato e aiuti veramente la famiglia a superare le proprie difficoltà senza dover ricorrere a provvedimenti tanto gravi o invasivi. Continueremo tuttavia a seguire la vicenda e a vigilare sul servizio sociale affinché questi errori non si ripetano più.