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  Brescia: dopo 4 anni revocato l’affidamento ai servizi sociali per una mamma brasiliana

 

Avvocato Miraglia «Gravissimo pregiudizio»

 BRESCIA (18 novembre 2023). In Italia guai a essere una madre single, straniera e pure ballerina: ti ritrovi per quattro anni con il fiato dei Servizi sociali sul collo e la necessità di difenderti da accuse infamanti e ingiuste. Una donna brasiliana per quattro anni ha dovuto lottare per dimostrare di essere una brava mamma, come d’altronde è ed è sempre stata; e per tenere con sé i figli, dal momento che erano stati affidati ai Servizi sociali con la responsabilità sospesa «Contro ribattendo punto per punto alle accuse – dichiara l’avvocato Miraglia, al quale la donna si è rivolta – siamo riusciti a dimostrare che lei è sempre stata una mamma attenta e premurosa. Si occupa dei figli, si interessa della scuola, si è rivolta a una neuropsichiatra infantile per alcune difficoltà di una dei bambini. È forse una colpa essere brasiliana, farsi aiutare dalla propria madre nella gestione dei figli e lavorare nel mondo dello spettacolo? I Servizi sociali in questo caso hanno messo in atto un vero e proprio pregiudizio nei suoi confronti».

Dal 2019 questa donna si è dovuta difendere da accuse ingiuste: additata come madre poco presente e inadeguata, i figli sono stati affidati i Sevizi sociali. «Siamo riusciti a dimostrare, evidenza alla mano, che invece questa donna è una madre adeguata, attenta e amorevole – prosegue l’avvocato Miraglia – e il Tribunale per i minorenni di Brescia ha accolto le nostre istanze e revocato l’affidamento ai servizi sociali e il suo pieno reintegro come genitore. Ma sono dovuti trascorrere quattro anni di angoscia. Ancora una volta mi trovo a sottolineare la superficialità con la quale i Servizi sociali operano, pur sapendo di avere una grande responsabilità poiché i tribunali deliberano spesso sulla base delle loro relazioni, prendendole per oro colato e senza avviare istruttorie supplementari. Ecco perché dovrebbero agire con assoluta e totale imparzialità e oggettività: ma in questo caso la loro decisione è stata assunta sulla base di una preclusione nei confronti di questa donna, del suo lavoro e della sua cultura, per certi aspetti molto meno rigida nell’educazione rispetto a quella tradizionale italiana. Siccome di errori come questi se ne commettono ogni giorno, e sempre sulla pelle delle famiglie più fragili o indifese, mi sento di proporre al Governo di emanare una legge che preveda un indennizzo ai genitori che si trovassero ingiustamente accusati per il comportamento superficiale dei Servizi sociali o dei tribunali. È giusto che chi subisca un trattamento in giusto e debba pagare per difendersi da accuse immeritate, venga adeguatamente risarcito». I nostri politici tutti, si riempiono la bocca di paroloni quando si parla di stranieri. Inclusione, integrazione, collaborazione, confronto tra culture diverse ma poi non si perde occasione di giudicare le persone proprio per la loro diversa cultura anzi spesso questa diventa un pregiudizio.

È proprio vero che si predica bene e si razzola male!!

Torino: fratellini, no all’adozione affidati ai nonni materni

Avvocato Miraglia: «Vittoria amara. Persi tre anni tra psicofarmaci e comunità»

TORINO (14 novembre 2023). Non tutte le vittorie hanno lo stesso sapore: ci sono vittorie amare, quando si è perso tempo prezioso, quando si potevano evitare delle sofferenze. Come è successo a una coppia di fratelli che vivono nel Torinese, che dopo tre anni trascorsi divisi tra comunità e famiglie affidatarie (uno dei due bombardato pure di psicofarmaci), finalmente il Tribunale per i minorenni ha deciso non luogo a procedere all’adozione   e contestuale  affidamento ai nonni  materni. «Chi ridarà però il tempo e la serenità perduti a questi due bambini?» commenta l’avvocato Miraglia, legale dei nonni.

La situazione familiare da cui provengono questi due ragazzini, che oggi hanno 11 e 4 anni, è alquanto complessa, con molte conflittualità tra i genitori.

Il caso è diventato  un caso mediatico,  difatti  è stato creato un gruppo Facebook  ” aiutiamo il piccolo Leonardo ” con più di 1.500 iscritti ed una petizione online con migliaia di firmatari .

Fu la madre nel 2020 a rivolgersi ai Servizi sociali, i quali però, anziché prevedere un programma di aiuto a questa donna e cercare altri parenti che intervenissero nell’accudimento dei bambini, provvidero a redigere una relazione in seguito alla quale non solo si allontanavano i due figli da lei, ma addirittura si avviò la pratica di adottabilità. Senza minimamente pensare di avviare un percorso di sostegno ai genitori né cercare altri parenti – in questo caso i nonni materni – come soluzione meno traumatica al collocamento presso estranei.

Tra l’altro i due bambini sono stati divisi, creando in loro un profondo stato di prostrazione: il più grande è stato ospitato in comunità, il piccolino presso una famiglia affidataria. E come metodo per contenere la sua rabbia e frustrazione, il maggiore dei bambini è stato sottoposto a una pensante cura farmacologica. Fortunatamente i nonni insistettero più volte per avere i bambini collocati presso di sé, affidandosi appunto all’avvocato Miraglia per superare la sorda ostinazione dei Servizi sociali.

«C’è da dire che alla fine, lo scorso ottobre, il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta ha ascoltato le varie parti – prosegue l’avvocato Miraglia – e accolto le nostre istanze, assumendo la decisione di collocare i due minori presso i nonni materni, figure amorevoli che i bambini conoscono bene, ricongiungendoli così alla loro famiglia d’origine e soprattutto riunendoli di nuovo insieme. Però ci sono voluti tre anni di tempo, durante i quali i bambini hanno subito un trauma che difficilmente riusciranno a rimarginare. Il più grande non assume oggi più farmaci, ma glieli hanno somministrati per anni e si è perso davvero troppo tempo. Come al solito i Servizi sociali fanno il bello e il cattivo tempo, frettolosi nell’allontanare i ragazzini dalle famiglie, nell’indifferenza dei Tribunali per i minorenni. Abbiamo dovuto lottare strenuamente per opporci all’adottabilità, altrimenti con altrettanta fretta avrebbero fatto adottare due ragazzini ad altre famiglie, separandoli per sempre dal loro nucleo originario e tra loro. Vado ripetendo ormai da anni che i Tribunali per i minorenni non dovrebbero prendere per oro colato le relazioni spesso approssimative dei Servizi sociali, ma prima di emettere dei provvedimenti drastici dovrebbero avviare un’attenta e scrupolosa valutazione». Fintantoché i controllori e i controllati sono la stessa cosa, purtroppo,  non ci sarà riforma che possa far cambiare le cose e si possa veramente arrivare ad una giustizia minorile compiuta e tutelate.

Dopo il premio “il libro dell’anno” per Francesco Miraglia due convegni internazionali

ROMA. (8 novembre 2023). Dopo aver ritirato il premio come “Il libro dell’anno” , promosso dall’associazione Area cultura il 4 novembre, per Francesco Miraglia il mese di novembre prosegue con due convegni internazionali, entrambi presso università della Romania, in qualità di relatore. E ad Oradea anche come membro del comitato scientifico della rivista The International Journal of Legal and Social Order.

Un grande onore, che arriva a livello internazionale, oltre i confini dell’Italia, come riconoscimento per i meriti ottenuti in qualità di “avvocato dei bambini”. È proprio il suo ultimo libro “L’avvocato dei bambini. Troppo potere senza controllo: ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti” ad aver ricevuto il premio come libro dell’anno e di questo parlerà il 10 novembre presso l’università “Aurel Vlaicu” di Arad, in Romania, dove all’interno del convegno “La sicurezza pubblica e la necessità di un elevato capitale sociale” il suo intervento tratterà appunto l’argomento della sua ultima fatica letteraria, che ripercorre i casi più importanti della sua lunga carriera di legale al fianco dei più deboli, a far luce sul sistema malato e corrotto degli affidi illeciti e delle adozioni mascherate, di cui la nota vicenda di Bibbiano è soltanto la punta di un iceberg.

Gli impegni internazionali per Miraglia proseguiranno il 24 e 25 novembre al Oradea, sempre in Romania, dove sarà relatore in un convegno e dove è stato inserito nel comitato scientifico della rivista “The International Journal of Legal and Social Order (IJLSO)”, che pubblica articoli in materia di diritto mirati ad una visibilità internazionale.

 

Francesco Miraglia, è esperto di Diritto di Famiglia e Diritto Minorile, giornalista e scrittore. Ha svolto numerosi incarichi tra i quali mediatore familiare (Iscra di Modena 2012), mediatore criminale e intelligence nell’investigazione (Istituto Universitario della Mediazione Vibo Valentia 2013), docente e direttore di master all’Inpef (Istituto Nazionale Pedagogia Familiare) e relatore alla Commissione d’inchiesta sugli affidi Comune di Ferrara (dicembre 2020). È autore anche dei volumi “L’avvocato dei bambini”, “Bambini prigionieri”, “Papà portami via da qui”, “Servizi sociali, affidi e genitorialità”, “Mai più un bambino”, “Ridateci i nostri figli!”. Tutte pubblicazioni rivolte ai tanti problemi della violazione dei diritti dei minori, degli emarginati e dei più deboli in generale. Temi cui Francesco Miraglia si dedica da oltre vent’anni, con risultati che ne hanno fatto uno degli esperti più noti e seguiti in tutta Italia, soprattutto in materia di Diritto di famiglia e minorile.

 

Numerosi, poi, i riconoscimenti pubblici ricevuti fino ad oggi: Premio “Il libro dell’anno” (2023); Premio “Solidarietà Italiana 2023”, organizzato dal Comitato Internazionale Cooperazione Sviluppo; Premio “Colosseo d’oro 5.0” (Roma, 2023); Premio del Comitato Cittadini umani per l’impegno proficuo nella tutela dei diritti degli svantaggiati e, in particolare, nella sorveglianza dei diritti fondamentali delle persone (Milano, 2008); Alto riconoscimento “Ogni bambino è una stella” (Verona, 2011); Medaglia d’oro premio internazionale “Maison des artistes” per l’impegno sociale (università La Sapienza, Roma, 2012); Riconoscimento “Life Gates 2015” per l’impegno in difesa dei minori e del diritto alla vita (2015); Finalista della 44a edizione di Le Fonti legal awards Diritto penale (Milano, 4 aprile 2019); Premio nazionale “Pedagogia familiare” (V edizione) “Per le battaglie vinte, per la dignità restituita alle famiglie, perché la prima linea è l’unica che garantisce il futuro”.

Borgo Valsugana: Francesco Miraglia alla presentazione del libro di Vincenza Palmieri “Non so  se sai di Bibbiano”

BORGO VALSUGANA (17 ottobre 2023). L’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Madrid  sarà ospite venerdì 20 ottobre, alle ore 18, alla presentazione del libro “Non so se sai…di Bibbiano” (Armando Editore) di Vincenza Palmieri. L’incontro, moderato dal giornalista Emanuele Paccher, si svolgerà alla sala Marcellina Paternolli nel municipio di Borgo Valsugana (Trento): presenzieranno, oltre a Francesco  Miraglia, autorità istituzionali, il pedagogista familiare Salvo Pappalardo, gli attivisti per i diritti umani e testimoni eccellenti.

Il libro ripercorre la vicenda dello scandalo di Bibbiano: quattro anni anni fa, grazie all’inchiesta della procura di Reggio Emilia denominata “Angeli e Demoni“, è stato scoperchiato un sistema di affidamenti illeciti di bambini, sottratti alle famiglie sulla base di dichiarazioni e relazioni manipolate, esclusivamente a scopo di lucro. Una vicenda abietta, di cui si è occupata la magistratura e anche professionisti come Francesco Miraglia, uno dei massimi esperti in Diritto minorile e familiare e considerato uno dei fautori della scoperta e messa in luce del sistema, che oltre ad aver seguito dei casi collegati alla vicenda di Bibbiano si è battuto affinché questo scandalo non passasse sotto silenzio. Perché il principio ispiratore del lavoro di  Miraglia da sempre è quello di impegnarsi costantemente contro la prassi, attuata di molti istituzioni, di valutare anziché aiutare i genitori in difficoltà, alimentando poi un vero e proprio mercato sulla pelle dei loro bambini, che vengono allontanati spesso con pretesti pretestuosi, in affidamenti temporanei che finiscono con il trasformarsi in adozioni mascherate.

Francesco Miraglia, “l’avvocato dei bambini”, è esperto di Diritto di Famiglia e Diritto Minorile, giornalista e scrittore. Ha svolto numerosi incarichi tra i quali mediatore familiare 2), mediatore criminale e intelligence nell’investigazione (Istituto Universitario della Mediazione Vibo Valentia 2013), docente e direttore di master all’Inpf (Istituto Nazionale Pedagogia Familiare) e relatore alla Commissione d’inchiesta sugli affidi Comune di Ferrara (dicembre 2020). È autore anche dei volumi “L’avvocato dei bambini”, “Bambini prigionieri”, “Papà portami via da qui”, “Servizi sociali,a ffidi e genitorialità”, “Mai più un bambino”, “Ridateci i nostri figli!”. Tutte pubblicazioni rivolte ai tanti problemi della violazione dei diritti dei minori, degli emarginati e dei più deboli in generale. Temi cui  si dedica da oltre vent’anni, con risultati che ne hanno fatto uno degli esperti più noti e seguiti in tutta Italia, soprattutto in materia di Diritto penale, di famiglia e minorile.

Verona: fratellini allontanati dai genitori, il più grande scappa e torna a casa.

Il ragazzo ha detto: “Voglio stare con il mio papà e la mia mamma”, ma il piccolo è ancora lì.

Verona (29 luglio 2023). Ieri sera il più grande dei due fratellini di Verona è scappato dalla comunità ed è tornato a casa in treno: un ragazzino di soli 13 anni da solo sui mezzi pubblici. Per fortuna il viaggio è andato bene e verso le sei di sera ha suonato al campanello di casa dei genitori. La mamma lo ha accolto in casa e ha chiamato subito la comunità. Ha provato anche a chiamare la tutrice e i servizi sociali ma non ha trovato nessuno.

Ecco il racconto concitato della mamma: “Appena l’ho visto, l’ho abbracciato forte e ho cercato di parlare con lui. Lui non voleva dire nulla. Ho avvisato subito la comunità. Hanno parlato con lui dicendogli che se non tornava in comunità aggravava le cose e quando ha detto che non sarebbe tornato gli hanno detto che avrebbero chiamato le forze dell’ordine. Lui era molto scosso dopo la telefonata. Quindi ho provato a chiamare i servizi sociali ma con esito negativo e ho cercato anche di contattare la tutrice ma non c’è stato nulla da fare. A quel punto ho chiamato i Carabinieri. Si è presentato un brigadiere che ha parlato con mio figlio. Nel frattempo è arrivata anche l’educatrice della comunità che ha parlato con lui ma non ha voluto in nessun modo andarsene dicendo «voglio stare con il mio papà e la mia mamma». Alla fine vista la determinazione del bambino e constatato che era in una casa accogliente dove vivono serenamente i suoi due fratelli più piccoli sono andati via dicendo che avrebbe deciso il tribunale cosa fare.”.

Questa mattina il ragazzino ha colazionato felicemente con la mamma e il papà; dopo ben quattro anni di istituzionalizzazione era molto felice di questo momento di normalità. “Ora dobbiamo ridargli la serenità e la felicità che solo la sua famiglia può dargli. Ho provato più volte a contattare i i servizi e la tutrice anche per il fratellino più piccolo che ora si sentirà sperduto da solo in comunità senza il fratello a cui era molto legato. Visto che non rispondono lascerò che sia l’avvocato a contattarli”, ha concluso la mamma.

Secondo la prof.ssa Vincenza Palmieri, Consulente Tecnico della famiglia: “Il rocambolesco rientro a casa del ragazzino non ci stupisce. Aveva manifestato più volte il desiderio di rientrare in famiglia e la sua è la reazione di un essere umano esasperato dalla mancanza di ascolto da parte delle Istituzioni. Non si può ignorare o peggio sedare per sempre la naturale aspirazione di un bambino. Quello che preoccupa è la situazione del piccolino che è rimasto da solo in comunità, dato che da quattro anni a questa parte il fratellino maggiore era ormai diventato il suo punto di riferimento affettivo perché il calendario delle visite con i genitori, che non posso che definire disumano, prevedeva incontri di un’ora ogni due settimane in una situazione di cattività. Non posso nemmeno immaginare che cosa proverà adesso questo bambino. È urgente riportarlo a casa per permettere all’affetto dei genitori e del fratello di lenire e curare il trauma della lontananza dai suoi affetti e per prevenire qualunque altra reazione traumatica.
Il piccolino, in questa situazione è oggetto di una grave tortura fisica e mentale. E, a riguardo, sarà interessante sentire anche dal più grande, ora a casa, cosa accadeva in struttura…”.

Per l’avvocato Miraglia: “La vicenda dei fratellini è una delle tante situazioni che dimostrano ancora una volta come la giustizia minorile ha bisogno di una profonda riforma che riguardi soprattutto i giudici che devono mettere al centro delle loro decisioni il diritto del minore a vivere nella propria famiglia.
È inammissibile che il Tribunale, abbia fondato la sua decisione appiattendosi completamente alle relazioni dei servizi sociali.
Addirittura non considerando la volontà degli stessi minori che lo hanno gridato a tutti compreso il Giudice di voler tornare dalla loro mamma e dal loro papà.
Anni fa, dopo la vicenda del piccolo Marco, l’allora amministrazione si è preoccupata di difendere la propria immagine invece che attivare un processo di riforma. Oggi si vedono le conseguenze della loro latitanza oltre che nella storia di questi due fratellini anche per quanto riguarda il piccolo Luca. Lancio un appello al Sindaco per questa famiglia ma anche per tutte le altre famiglie e bambini di Verona che chiedono giustizia.”.

Nel frattempo in città stanno continuando ad essere appesi cartelli e selfie di sostegno per i due fratellini che sono poi postati nel gruppo Facebook Io sto con i fratellini veronesi. Le firme per la petizione online per i due fratellini strappati di Verona (indirizzate a: Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni, Presidente della Regione Veneto dott. Luca Zaia, Assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali dott.ssa Manuela Lanzarin, Garante dell’Infanzia e Adolescenza avv. Mario Caramel e Sindaco di Verona dott. Damiano Tommasi) continuano ad aumentare con ben 500 sottoscrizioni. Siamo ancora in attesa della risposta del Sindaco alle 1.000 firme depositate alcuni giorni fa.

 

In considerazione della situazione del piccolo fratellino ancora rinchiuso in comunità e dell’inerzia dell’Amministrazione e dei Servizi Territoriali, oltre a continuare le azioni di supporto per questa famiglia, la manifestazione indetta sabato 2 settembre alle ore 11.00 in Piazza Brà non verrà cancellata.

Pisa: bimba affetta da un tumore può vedere la mamma solo in videochiamata

La bimba è affidata al padre e i Servizi sociali negano alla madre le visite in ospedale

PISA (27 Luglio 2023). Una ragazzina undicenne di Pisa si trova in questi giorni ricoverata in ospedale per accertamenti: tre settimane fa si era recata al pronto soccorso lamentando dolori lancinanti e i medici hanno scoperto che ha una formazione tumorale a livello ginecologico. Formazione che al momento pare benigna, ma che ha richiesto un ricovero ospedaliero proprio per approfondire le valutazioni mediche. La ragazzina, a causa della forte conflittualità tra i genitori, al momento è affidata al padre e può vedere la madre solo nel corso di incontri protetti. Eppure, in un frangente così delicato, vista anche la localizzazione della formazione tumorale, i Servizi sociali non autorizzano la donna a recarsi al capezzale della figlia. Al massimo possono vedersi in videochiamata e sempre in spazio neutro, vale a dire con qualcuno ad assistere.

Solo nel caso la bambina venisse operata allora sì, la madre potrebbe recarsi in ospedale a trovarla, ma sempre con una operatrice.

«Ma dico io – commenta l’avvocato Miraglia, legale della donna – a parte il buon senso, dove sono finite la pietà, la compassione umana? Siamo di fronte a una preadolescente con un problema di natura tutto femminile, che avrebbe quanto mai la necessità di avere accanto la madre, una donna. Invece a questa ragazzina, in un momento così delicato e doloroso, viene negato di essere accudita, assistita e rincuorata dalla sua mamma. Capisco il dovere di ottemperare alle disposizioni dei Giudici, ma in questo caso va da sé che la ragazzina, per il suo benessere fisico e morale, avrebbe bisogno del conforto materno».

 

La madre, attraverso l’avvocato Miraglia, si è immediatamente rivolta alla Corte d’Appello di Firenze, presentando un’istanza urgente con cui chiede l’autorizzazione a stare accanto alla figlia fino a che non si sarà completamente ristabilita.

 

«A questo punto ci appelliamo alla Corte – prosegue l’avvocato Miraglia – ricordando come lo scopo primo dei provvedimenti emessi nei confronti dei minori debba essere la loro tutela, ma soprattutto il loro benessere e la loro serenità».