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Convegno “Le Garanzie e i Valori: l’Internazionale Minorile”

Convegno organizzato da I.N.PE.F. e dall’Ambasciata della Repubblica dell’Ecuador in Italia – Torino, 1 Aprile 2016 ore 16. Centro Incontri della Regione Piemonte, Corso Stati Uniti 23

Torino, (informazione.it – comunicati stampa – politica e istituzioni) Nell’ultimo periodo, sono stati oltre 100 i bambini ecuadoriani residenti in Italia allontanati dalle famiglie di origine e collocati in case famiglia o centri di accoglienza. Un fenomeno che ha allertato il Governo dell’Ecuador, Paese da sempre attento ai Diritti Umani ed in particolare ai Diritti dei Minori, spingendolo a dare avvio ad una serie di iniziative di sensibilizzazione delle Istituzioni locali a tale problematica. Già dal 2014, del resto, l’Ecuador ha istituito insieme all’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare un gruppo di lavoro che, oltre ad agire concretamente su alcuni casi di ricollocamento dei minori preso le famiglie di origine, si è anche fatto carico di numerose iniziative legislative e mediatiche per sensibilizzare il Governo Italiano e l’opinione pubblica ad un cambiamento importante nel rispetto dei Diritti dei Minori.
Da Torino, scelta per l’alta presenza di cittadini ecuadoriani che vi risiedono e per il ruolo strategico che questa città metropolitana riveste, a livello nazionale, nelle Politiche per l’Infanzia, partirà dunque la prima di una serie di iniziative che attraverseranno l’Italia, con tale fine.

Convegno “Le Garanzie e i Valori: l'Internazionale Minorile”

All’evento, dal titolo “Le Garanzie e i Valori: l’Internazionale Minorile”, che si terrà il prossimo 1° aprile presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, parteciperanno, oltre ad alcuni rappresentanti delle Amministrazioni Comunali, Provinciale e Regionali, Juan Fernando Holguín Flores, Ambasciatore dell’Ecuador in Italia e la Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente I.N.PE.F., insieme all’Avv. Francesco Miraglia e all’Avv. Francesco Morcavallo, ​triade ​ che costituisc​e​ il Gruppo di Lavoro dell’INPEF per la tutela dei Diritti dei Minori in Italia.
Tra i relatori, sarà presente anche l’On. Eleonora Bechis, membro della Commissione Infanzia della Camera dei Deputati, originaria proprio della città di Torino.

Juan Fernando Holguín Flores, Ambasciatore dell’Ecuador in Italia, ha dichiarato: “Los excelentes resultados obtenidos por la estrategia desarrollada por el Gobierno del Ecuador en su apoyo a los niños y familias ecuatorianas en conflicto con los servicios sociales y/o tribunales de menores en Italia nos llenan de satisfacción. Ecuador protege a la familia como un núcleo de la sociedad y pilar de su desarrollo. Su integridad y protección es una prioridad nacional. Independientemente de su lugar de residencia, los ciudadanos ecuatorianos conocen que están respaldados por el Gobierno del Presidente Rafael Correa a través de su Embajada y Consulados”.
In occasione del Convegno, sarà anche inaugurata la mostra itinerante
“Storie di Padri, di Madri e soprattutto di Bambini”
per dare voce a quei bambini – di tutte le nazionalità – che sottratti alle proprie famiglie chiedono di essere ascoltati, scrivono diari e inviano lettere ai giudici per dire “Voglio tornare a casa!!”.
La Professoressa Palmieri, Presidente dell’INPEF, infatti, ha “raccolto disegni, lettere, poesie di bambini che sono “trattenuti” in talune strutture e che chiedono di potere tornare a casa dai loro genitori, dai fratelli, d​ai giochi lasciati nella cameretta quando sono stati portati via. La Mostra da’ voce a questi bambini e vorrei che si arricchisse man mano che toccherà altre città, con l’aiuto di quanti potranno e vorranno contribuire. Perché se nessuno li ha mai ascoltati, noi​ amplificheremo le loro voci!​”.
Il Gruppo di Lavoro sollecita la più ampia partecipazione possibile all’iniziativa, sottolineando che “Non è mai abbastanza quello che facciamo per i Diritti Umani ed i Diritti delle fasce più fragili: i bambini!”

Un jackpot da sogno, "ma il Casinò non paga"

Incontro istituzionale presso la sede nazionale dell'INPEF in difesa dei diritti dei bambini

 Ambasciata dell’Ecuador, INPEF, Gruppo Istituzionale a garanzia dei Diritti dei Minori ecuadoriani in Italia in un incontro storico: un passo fondamentale sulla strada dei Diritti Umani, dei Minori e della Multiculturalità nel nostro Paese – 
Si è svolto ieri, presso la sede dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare,  un importante incontro operativo-istituzionale tra le figure più alte e rappresentative dell’INPEF, l’Ambasciatore dell’Ecuador in Italia Juan Holguìn Flores – accompagnato dalle alte cariche della rappresentanza diplomatica ecuadoriana nel nostro Paese – ed il Gruppo di Lavoro Istituzionale a Garanzia dei Diritti dei Minori Ecuadoriani in Italia, nelle persone della Prof.ssa Vincenza Palmieri e dell’Avvocato Francesco Miraglia, alla presenza dell’On. Eleonora Bechis, in qualità di membro della Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza presso la Camera dei Deputati.
Molti i punti all’ordine del giorno, parecchie le questioni di peso e le urgenze affrontate, con l’intento di fortificare il modello operativo già in essere ed estendere il partenariato. Innanzitutto, è stato chiarito lo stato dell’arte sul lavoro di rappresentanza legale e di supporto psico-pedagogico per le famiglie ecuadoriane i cui bambini sono stati ingiustamente allontanati. Dopo un anno e mezzo di intervento coordinato tra Governo dell’Ecuador e Gruppo di Lavoro Istituzionale, l’Ambasciatore Juan Holguìn Flores ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti dei risultati ed abbiamo ritenuto di rinnovare l’intesa e di siglare un nuovo Protocollo, in conseguenza del grande successo che ha permesso di tornare a casa a oltre trenta bambini”.
Un tema a cui si è dedicata grossa attenzione è stato quello della possibile applicazione dello Ius Solis in Italia e la concessione della Cittadinanza Italiana ai figli degli immigrati nati nel nostro Paese: il Governo Ecuadoriano, infatti, guarda con vivo interesse e favore a tale processo normativo mediante il quale i figli di cittadini ecuadoriani nati nel territorio d’Italia accederebbero per diritto alla Cittadinanza.
Fondamentale, in questo contesto, è la verifica della situazione attuale e l’implementazione di sistemi innovativi di integrazione tra migranti e cittadini italiani, nell’ottica di favorire metodi, approcci, attività di costruzione di una reale multiculturalità integrata nel nostro Paese, fondata su un lavoro comune in materia.
Si è ribadita, dunque, la necessità di realizzare eventi di comunicazione, formazione, informazione e sensibilizzazione per la comunità ecuadoriana in Italia, in tutto il territorio del nostro Paese. Oltre al lavoro ampio, profondo e concreto svolto dal Gruppo di Lavoro Istituzionale composto dalla Prof.ssa Vincenza Palmieri e dagli Avvocati Francesco Miraglia e Francesco Morcavallo, si caldeggia una collaborazione fattiva da parte di tutte le forze politiche italiane e delle Istituzioni preposte a tali attività, nel Paese, per creare nuovi spazi e ambiti di promozione dei Diritti, dell’Integrazione e della multiculturalità.
L’incontro, svoltosi in un clima di grossa stima ed attiva collaborazione tra i Soggetti, ha visto moltiplicarsi gli stimoli reciproci e le proposte concrete.
Una riunione – per dirla con le parole dell’Ambasciatore dell’Ecuador – molto interessante creativa e produttiva, in cui c’è stato un vivace scambio di punti di vista su temi che riguardano i bambini in particolare, ma anche tutta la comunità ecuadoriana in Italia; un incontro importante, da cui credo partiranno tanti nuovi bei progetti”.
Anche l’On. Bechis ha sottolineato la crucialità dei temi trattati e la convinzione che “la collaborazione con l’INPEF e l’Ambasciata dell’Ecuador darà ottimi risultati, soprattutto nel moltiplicare il lavoro, attraverso il dialogo con altri ambasciatori. In più occasioni ​ la Presidente Palmieri ​ha ribadito di puntare ad assicurare a tutti il diritto alla felicità, io vorrei andare oltre, mirando al diritto alla serenità”.
L’incontro si deve, dunque, considerare come uno dei passi, forse dei primi passi, nella costruzione di una realtà multiculturale integrata, viva e propositiva sul fronte dei Diritti Umani, delle famiglie e dei Minori. Si apre quindi una stagione densa di lavoro ed eventi, per la costruzione e la realizzazione
http://www.cronacasociale.it/wp/incontro-istituzionale-presso-la-sede-nazionale-dellinpef-in-difesa-dei-diritti-dei-bambini/
 

"Sull'autismo #metticilcuore perché #civorrebbeunamico"

– La Prof.ssa Vincenza Palmieri e l’Avv. Francesco Miraglia lanciano una Campagna virale che raccolga testimonianze, denunce, ma anche percorsi virtuosi e buone pratiche legate all’Autismo” –
“Ci sono mamme e mamme. Mamme che al mattino corrono già, tra il lavoro e i figli che devono essere accompagnati a scuola, i compiti ancora da finire, la merenda… e “mamme NO”, mamme che vengono guardate ed ignorate, non conosciute, spaventate, a volte sole. Per loro non c’è il pensiero del dopo di noi. Perché non c’è il noi. Non c’è un dopo perché non c’è l’oggi.
Sono tragedie che si articolano in uno “Spettro”: lo spettro autistico. Mi chiedo se invece di spettro avremmo potuto chiamarlo “range”, o “forchetta” o “campo”. Mai definizione fu più paradossale, restimolativa, diabolicamente evocativa.
Certo, lo spettro fa più impressione perché non se ne capisce la ragione originaria, il senso. E ci si chiede cosa sia successo, quando sia cominciato. E, soprattutto, se mai finirà.” Queste le parole della Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, che, insieme all’Avv. Francesco Miraglia  – a proposito di un caso importante a lui affidato a Modena, hanno deciso di affrontare, in maniera integrata, un tema oggi ancora molto dibattuto: quello dell’Autismo.
 
Poco si sa con certezza delle cause e della natura profonda di tale disturbo ma, certamente, lo si può definire come “un giardino della diversità” che, in quanto tale, necessita di tutele altrettanto particolari.
Nel nostro Paese, invece, si assiste a numerosi casi in cui si riscontra un vuoto di assistenza e di cura che, di fatto, configura una situazione profondamente discriminatoria: molti bambini, ragazzi e poi adulti, vengono lasciati indietro, tenuti da parte, per l’inadeguatezza e l’assenza di misure che dovrebbero, invece, essere costituzionalmente garantite.
E’ il caso denunciato da A.G., una mamma modenese, che si è rivolta all’Avvocato Francesco Miraglia raccontando proprio di questo vuoto colpevole: “Un progetto di vita, per mia figlia, non è mai stato fatto. E’ stata abbandonata. Perché esistono autistici di serie A e di serie B?”. A.G. si è accorta della patologia della propria bambina molto presto e ha tentato, in linea con la normativa vigente, di accedere al Programma regionale integrato per l’assistenza alle persone con disturbo dello spettro autistico. Eppure, anche a causa di un sostegno scolastico discontinuo ed insufficiente, non ha visto alcun miglioramento nel tempo.
“Nel corso dei cinque anni delle elementari – racconta – mia figlia ha avuto sempre un’insegnante di sostegno diversa, senza alcuna continuità didattica. Ho chiesto all’Amministrazione che mi venisse fornito personale per seguirla nel doposcuola ma non sono stata mai richiamata”. Non solo: A.G. non usufruisce nemmeno degli assegni di cura che in alcune città viene erogato ai familiari di minori con disabilità gravi, visto che la scelta da parte dei singoli Enti è discrezionale. “Di fatto – spiega l’Avv. Miraglia – si ignora il richiamo dettato dal Garante Regionale che invita il Comune a considerare in maniera preminente l’interesse del fanciullo e un livello di vita adeguato per lui e per la sua famiglia. Si configura, così, una forma di discriminazione indiretta ed una disparità di trattamento rispetto ad altri minori, con problematiche affini, risiedenti in territori limitrofi”.
Il dibattito sul sostegno scolastico è, in questi giorni, particolarmente vivo. La stessa Palmieri – in un recente articolo – denuncia l’inadeguatezza del sistema, ravvisando come si assista a casi in cui il sostegno viene imposto a ragazzi che non avrebbero bisogno di “alcuna stampellina” perché in grado di camminare con le proprie gambe,  mentre invece spesso si procede con un sostegno che non serve e, anzi, crea esso stesso quel ritardo e quella difficoltà presunti che si dovrebbero andare a risolvere.
Di contro, in casi in cui l’educatore di sostegno rappresenterebbe quella cura e quella tutela fondamentali per il minore, questo invece non sempre risulta disponibile.
Viene, dunque, negata l’assistenza domiciliare e quel sostegno a scuola, fondamentale, che garantirebbe il Diritto all’Apprendimento – e non il ‘semplice’ Diritto allo Studio, ma soprattutto il Diritto alle relazioni sociali! Relazioni sociali ed integrazione che nell’attuale organizzazione della didattica, più che servire al cosiddetto disabile, in effetti dovrebbero servire ai cosiddetti “abili”, che così vanno a misurarsi con l’incomprensibile, la diversità, la paura della differenza inguaribile e riescono così forse a sviluppare buoni sentimenti e sensibilità.
Ci vorrebbe un amico, si! Un bambino disabile a scuola ci sta 4 ore. È il resto del tempo? Come può recuperare, riabilitarsi, integrare ed integrarsi se non c’è nessuno, oltre la mamma, nelle altre 20 ore? A volte c’è la famiglia allargata che si struttura intorno al bisogno, ma quando non c’è nessun altro?
Dal punto di vista numerico e di competenza, la figura di un educatore – che sia presente a scuola così come nell’ambiente domestico – è ancora profondamente insufficiente, a tal punto che non si riesce ad offrire, nonostante la presenza spesso anche di provvedimenti emessi dalle Autorità locali di Garanzia, quel Diritto ai Livelli di Vita Adeguati propri di ogni Cittadino.
Come è possibile, dunque, che in molti casi specifici tali dettati rimangano lettera morta e che pochissimi Cittadini siano a conoscenza dei propri diritti in tal senso? Uno degli incubi ricorrenti, all’interno delle famiglie con figli autistici, è la domanda costante dei genitori: “cosa accadrà, dopo di noi?”, perché questi bambini nascono, crescono ed invecchiano discriminati.
“Sono discriminati – incalzano Miraglia e Palmieri, che hanno preso in carico e a cuore la storia di A.G. come quella di molte altre famiglie con la stessa angoscia – perché fin dall’inizio manca un perché chiaro alla loro condizione: nascono sani e poi ad un certo punto non comunicano più. Sono discriminati perché inseriti in uno “spettro” con sfumature incerte, che diventano un lager, più che un giardino. Discriminati perché considerati ‘migliorati’ quando ‘obbediscono’. Discriminati perché anche quando il sostegno c’è, è a macchia di leopardo, insufficiente e precario. Avrebbero bisogno di altissime professionalità, in grado di cogliere le loro sfumature, e invece sono pochissime le persone formate e gli spazi d’offerta di tale ascolto e sostegno.
Avrebbero bisogno di un amico, dunque. Anche di quel dio minore, fuggito da Modena, passato per Eboli, che ha accompagnato Cristo un po’ più lontano”.
Per questo, la Prof.ssa Palmieri e l’Avv. Miraglia, lanciano oggi insieme ed in rete una Campagna.
L’idea è quella di rendere virale un hashtag, utilizzando gli strumenti che ci mette a disposizione la tecnologia oggi, al servizio delle persone; un hashtag che raccolga in pagine e pagine le parole, le denunce, ma anche le azioni positive e le buone pratiche legate e dedicate all’autismo: per rendere “questo spettro meno spettro”, per fare rete e per divenire, tutti insieme, un dio maggiore:   #metticilcuore   perché   #civorrebbeunamico
 
Leggi Cronaca Sociale.itRivista culturale sui Diritti Umani e le Riforme Sociali

Il valore dei risultati e della qualità

– Siglato il nuovo Protocollo d’Intesa tra Ambasciata dell’Ecuador in Italia e Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare –

 

– Riconfermato il Gruppo di Lavoro Istituzionale per garantire i Diritti dei Minori Ecuadoriani in Italia – 

 

 Alla luce dei risultati straordinariamente positivi ottenuti nel corso del 2015, lo Stato dell’Ecuador ha confermato per un altro anno il Progetto

Integrato per la Tutela dei Minori Ecuadoriani in Italia, previsto dall’accordo siglato tra Ambasciata  e INPEF.
Lo scorso 19 dicembre, dunque, Sua eccellenza l’Ambasciatore Dr. Juan Holguin ha ufficializzato la proroga del progetto, riconfermando la medesima squadra: la professoressa Vincenza Palmieri, Presidente INPEF, e gli avvocati Francesco Miraglia e Francesco Morcavallo.
Molto è ancora il lavoro da fare: “Continueremo a prenderci cura dei Minori e delle Famiglie – dichiara la Prof.ssa Palmieri – perché ora è il momento di formare ed informare. Bisogna fare in modo che tali risultati si radicalizzino. Aver riportato a casa i bambini che erano stati allontanati dalle loro famiglie – per interventi autoritativi – non esaurisce il nostro compito. Ora bisogna riallacciare i fili tagliati e fornire gli strumenti e le informazioni necessarie anche a prevenire gli allontanamenti e a sostenere le famiglie più fragili.” La formazione – uno dei punti fondamentali indicati tra gli obiettivi del Progetto Integrato di quest’anno – infatti, non è altro che uno dei passaggi fondamentali del sostegno alle famiglie.
Corsi di formazione ed informazione, diretti alle comunità ecuadoriane dislocate nelle diverse regioni italiane, andranno ad affiancare l’ormai consolidato impegno a fornire tutela legale, interventi pedagogico-familiare e consulenza peritale nei casi in cui un bambino, figlio di cittadini provenienti dal Paese sudamericano, venisse allontanato dal nucleo familiare per iniziativa dell’Autorità Amministrativa o Giudiziale.
Il progetto è nato dall’escalation di affidamenti a strutture protette, che avevano interessato minori ecuadoriani: un fenomeno che ha coinvolto circa un centinaio di bambini colpiti da provvedimenti definitivi di allontanamento dalla casa parentale. Bambini che poi i genitori non riescono più a rintracciare, a differenza di quanto accade in altri Paesi, come la Spagna, in cui i minori allontanati dalla famiglia vengono affidati ai parenti rimasti in Ecuador.
“Siamo onorati per la fiducia che il Governo dell’Ecuador ci ha accordato e confermato – commentano gli avvocati Francesco Miraglia e Francesco Morcavallo – e sarebbe auspicabile che un progetto come questo fosse di esempio anche per gli altri Paesi che in Italia annoverino comunità numerose, e per lo stesso Governo italiano, che parla spesso di famiglia, ma non per la famiglia, mai in suo vero favore”.
“A differenza di altri Sistemi – fa eco Vincenza Palmieri – che, chiamati in causa, assumono un atteggiamento negazionista rispetto al  problema e ne sminuiscono l’entità, il Governo dell’Ecuador rappresenta un modello, perché richiede di comprendere il fenomeno e di intervenire, strutturando una solida alternativa.
Aver riportato a casa tutti questi bambini significa, fattivamente, aver scritto progetti, aver denunciato gli abusi, aver agito dal punto di vista normativo, delle relazioni umane, ma anche sul piano politico e mediatico. Credo non sia un caso che, ad oggi, non ci siano nuovi allontanamenti tra le famiglie ecuadoriane! E’ proprio da questo successo che dobbiamo partire; su questo valore dobbiamo poggiare la nostra azione, amplificandola e moltiplicandone il risultato. E’ il momento di standardizzare il ‘Metodo’ del Gruppo di Lavoro Integrato Inpef (Palmieri – Miraglia – Morcavallo) di modo che tale metodologia operativa venga fatta conoscere. Tale metodo – basato sulla sinergia degli aspetti Legali, Familiari,  Sociali e Peritali, rappresenta un sistema funzionale “a pieno regime”,  alla luce del quale continueremo ad attuare la nostra azione, a dire ciò che si deve dire, a dare il sostegno alle famiglie. Perché non si avveri più il castigo della buona fede e della povertà!”
La redazione
 
 

Da gennaio la giovane promessa della danza studierà a Milano

Lacrime di gioia e valigie in preparazione per inseguire il suo sogno

 

 

FERRARA. Quando i giudici sabato scorso le hanno annunciato che avrebbe potuto frequentare la scuola di danza Aida a Milano e un liceo linguistico nella medesima città, è scoppiata in un pianto liberatorio: la quattordicenne ferrarese, da mesi nell’angoscia a causa di un provvedimento di allontanamento da casa emesso dal Tribunale di Roma, ha accolto così la fine di un incubo. Il collegio dei giudici l’ha ascoltata, ha capito che per lei la danza è fondamentale e che il provvedimento di allontanamento dalla madre e la sua reclusione in una casa famiglia romana non fosse motivato e pertanto nemmeno necessario.

Nonostante la giovane età, la ragazzina ha dimostrato di possedere una grande determinazione a voler perseguire il suo sogno, tanto che al giudice, durante l’audizione, ha detto: «Le danzatrici sono come gli uccelli, hanno bisogno di volare». E ha annunciato l’intenzione di partecipare alle audizioni anche all’estero.

Adesso nella sua casa ferrarese sta preparando le valigie, perché il giudice le ha concesso di iniziare a frequentare la scuola di danza Aida e il liceo linguistico già a partire dal 7 gennaio.

«La vicenda si è concluso per il meglio e non potremmo essere più contenti» commenta l’avvocato cui si è affidata la madre della ballerina, Francesco Miraglia «ed è la dimostrazione che una giustizia più umana è possibile, se non passa l’automatismo nei Tribunali per il quale, alle prime avvisaglie di un problema, bambini e ragazzi vengono immediatamente allontanati da casa. Se i giudici, invece, ascoltassero anche loro direttamente, molto di quei 40 mila minori italiani che si trovano attualmente in affidamento, sarebbero a casa propria».

La vicenda porta  alla luce anche un altro aspetto positivo: la determinazione di una giovane a seguire il proprio sogno.

«Si dice spesso che i giovani d’oggi siano superficiali» prosegue l’avvocato Miraglia, «invece questa ragazzina ha dimostrato che con la grinta e la perseveranza nel voler seguire il proprio sogno, ha combattuto contro le istituzioni e ha vinto. Se questa storia deve insegnare qualcosa, potrebbe proprio essere l’invito ai giovani a non lasciarsi scoraggiare mai e di combattere sempre per ottenere quello che si desidera».

La giovane ballerina sarà ascolatata dal giudice

Dopo mesi di richieste il Tribunale di Roma ha acconsentito a darle ascolto
Si accende la speranza di archiviare il suo trasferimento a Roma e di poter studiare danza a Milano
 
 
FERRARA. Occhi puntati sull’esito dell’audizione che il Tribunale di Roma ha stabilito per il 19 dicembre, durante la quale sarà ascoltata la giovane promessa della danza ferrarese, che il giudice vuol trasferire in una casa famiglia della Capitale, allontanandola da una madre che secondo i vari consulenti del Tribunale la condizionerebbe in maniera eccessiva e un padre quasi mai presente nella vita della giovane.
La ragazzina quattordicenne, che si presenterà accompagnata dall’avvocato Francesco Miraglia, ha più volte detto e ribadito – anche lo scorso 25 novembre in questura a Ferrara – che non intende lasciare la madre né trasferirsi a Roma, ma semmai proseguire gli studi di danza classica in una scuola di Milano nella quale era già stata ammessa: è una ballerina promettente e sogna di danzare alla Scala e la formazione in quella scuola le fornirebbe la possibilità di diventare professionista, trampolino di lancio per scuole internazionali. Aveva pianificato di conseguire contemporaneamente il diploma in un liceo linguistico, appunto per essere pronta a un eventuale trasferimento all’estero.
Per ora invece sta chiusa in casa e non può proseguire gli studi, a causa della disposizione del Tribunale di Roma, che impedisce a ogni altra scuola di accettare la sua eventuale iscrizione. Il suo caso ha suscitato un grande interesse mediatico e la costituzione di un gruppo Facebook sostenuto da oltre cinquemila iscritti; lo scorso  21 novembre il Comitato Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu) ha organizzato in piazza del Municipio a Ferrara una manifestazione in suo favore e contro le perizie psichiatriche nei tribunali.
L’avvocato Miraglia ha inoltre scritto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia Andrea Orlandi, chiedendo un loro interessamento e un intervento diretto e magari anche di incontrare la giovane ballerina.
Intanto la incontrerà sabato prossimo il giudice del Tribunale di Roma. Nel frattempo la giovane ha ottenuto che la questura di Ferrara, dopo averla sentita per ben quattro ore a novembre, stabilisse che il decreto di allontanamento non possa essere eseguito.
 

Premio Nazionale in Pedagogia Familiare 2015 in Difesa dei Diritti Umani e dei Diritti dei Bambini e a sostegno del Programma Vivere senza Psicofarmaci

Sì è conclusa da poche ore a Roma la quinta edizione del Premio Nazionale in Pedagogia Familiare, nel corso dell’ormai tradizionale Gala natalizio dell’ANPEF – Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari, dedicato quest’anno alla Difesa dei Diritti Umani e dei Diritti dei Bambini e a sostegno del Programma Vivere senza Psicofarmaci.
Il riconoscimento è stato tributato – alla presenza di numerose personalità italiane ed internazionali, capitanate dall’Ambasciatore dell’Ecuador in Italia Juan Fernando Holguìn Flores, dal Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri e dall’ex Ministro per la Famiglia Antonio Guidi – alcune persone che si sono distinte per il loro impegno quotidiano, facendosi portatori e promotori di valori morali e sociali.
Marco Alessandro
La Professoressa Vincenza Palmieri, Presidente dell’ANPEF e dell’INPEF -Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, ha voluto personalmente consegnare il Premio, alla presenza di alcuni rappresentanti del mondo dello sport e del Comitato Italiano Sport contro Droga – Associazione benemerita del Coni – a Marco Alessandro, per un gesto straordinario nella sua quotidianità, mai riconosciuto prima d’ora: aver salvato, nel corso di una partita di calcio, un bambino dall’esplosione di un petardo, rimanendone lui stesso ferito gravemente e permanentemente; la motivazione apposta sulla sua targa è stata dunque “Per il suo coraggio nel difendere il futuro e la vita di un bambino, senza alcun timore per la propria. Un grande, silenzioso eroe dei nostri tempi”.
Selene e Mario
La senatrice Rosetta Enza Blundo – Vicepresidente della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza – e l’onorevole Eleonora Bechis – membro della medesima Commissione e della Commissione Parlamentare per la Cultura, la Scienza e l’istruzione – hanno consegnato la targa a Selene e Mario, accompagnati dalle proprie figlie, a cui è stato riconosciuto il Premio “Per aver coraggiosamente combattuto e vinto, oltre ogni vincolo e barriera, tutte le battaglie in difesa della loro splendida famiglia”.
De Colle
La famiglia De Colle, che ha colpito profondamente tutti i presenti, è stata invece premiata “Per aver combattuto forti, affiatati, insieme, nel nome del Diritto all’Apprendimento per tutti”.
Luigi Oppido
Sono stati altresì premiati alcuni esponenti del mondo delle Arti e dello Spettacolo: Luigi Oppido, Segretario Generale della Maisons des Artistes, “Per una vita spesa tra valori sociali ed impegno artistico. Per il costante, appassionato sostegno al Programma Vivere Senza Psicofarmaci”;
Rocco Magnante
il cantante Rocco Magnante “Per una vita dedicata alla musica, oltre ogni tempesta. Per il suo sguardo profondo, mai rivolto al passato, dedito a cantare la bellezza e il futuro”; il gruppo teatrale integrato dei Diversi Talenti – diretti dal regista Fabio La Rosa, unitamente alla Presidente Titti Mazza – “Perché rappresentano la sintesi tra la bellezza spirituale, l’arte, il sapere, le emozioni e la scienza. Conoscerli è rappacificarsi con l’Universo”.
Avv. Francesco Morcavallo
Gli Avvocati Francesco Morcavallo e Francesco Miraglia sono stati premiati per il loro impegno professionale e sociale, frutto dello loro qualità personali:
Avv. Francesco Miraglia
rispettivamente “Perché il coraggio è una qualità dell’anima, della conoscenza, della mente e del cuore” e “Per le battaglie vinte, per la dignità restituita a tante Famiglie, perché la prima linea è l’unica che garantisce il Futuro”.
Daniela Scarpetta
A Daniela Scarpetta, “esemplare Pedagogista Familiare” è stato riconosciuto dallo staff dei suoi colleghi docenti presso l’INPEF, “il suo impegno come donna di Giustizia” ma anche la sua forza nel combattere un’ostinata malattia, dunque “per aver fatto della sua battaglia per la vita un modello di coraggio”.
Pamela Acosta
A Pamela Acosta, pilastro dello staff dell’INPEF, è stato tributato dal Vice Presidente dell’Istituto stesso, il dott. Pierluigi Bonici, visibilmente commosso, un particolare Premio “Per la dedizione, la semplicità, la determinazione. Per esserci sempre, col sorriso, nel nostro grande gioco di squadra”.
Un momento di alta commozione si è avuto quando, a sorpresa, l’intero staff dell’INPEF ha consegnato alla Prof.ssa Vincenza Palmieri uno speciale riconoscimento “Per la sua grande capacità di rendere gli altri più forti”.
Sul palco erano presenti anche i premiati delle scorse edizioni, che hanno voluto ancora una volta dare il proprio contributo e ribadire il comune impegno affinché, attraverso piccoli e grandi gesti di ogni giorno, siano sostenuti i principi ispiratori e la mission della Pedagogia Familiare, in particolare la difesa dei Diritti Umani e dei Diritti dei Bambini, contro l’abuso diagnostico e terapeutico, a sostegno del Programma Vivere Senza Psicofarmaci.
I premiati delle scorse edizioni
“L’appuntamento – ha concluso la Professoressa Palmieri – è per il prossimo anno, per continuare a sottolineare l’impegno ed il coraggio di chi, quotidianamente insieme a noi, rende il nostro Pianeta più bello, accogliente e sicuro”.
 

Minori vittime dei divorzi: l'appello di Chiara, "Aiutatemi, conosco i miei diritti"

Minori vittime dei divorzi: l’appello di Chiara, “Aiutatemi, conosco i miei diritti”
In Italia, sono più di 19 mila i minori ospitati nelle strutture di accoglienza. A dichiararlo è l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Fra questi ci sarebbe anche Chiara, l’adolescente di Ferrara che si nega al provvedimento del giudice di trasferirsi in una casa-famiglia
03 dicembre 2015

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ROMA – “In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”. Così recita l’articolo 3 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata dall’Italia il 27 maggio del 1991. Il luogo in cui la “preminenza” dell’interesse del minore viene compromessa maggiormente è la famiglia. A segnalarlo è l’AGIA, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, all’interno della relazione presentata a maggio del 2015 in Parlamento.
Il rapporto del Garante. Delle 506 segnalazioni ricevute nel 2014  –  non dissimili dai dati raccolti nel biennio precedente  –  si registra una “netta prevalenza di casi inerenti alla conflittualità familiare”. Si tratta soprattutto di “coppie gravemente conflittuali”. Dalla prima raccolta dati sperimentale, elaborata dall’AGIA in collaborazione con le 29 Procure della Repubblica, si evince che, fino al 2014, gli ospiti minorenni presenti nelle strutture del territorio nazionale sono 19.245.
Il disperato appello di una 14enne. In una di queste strutture è stata destinata anche Chiara, nome di fantasia scelto per tutelare la privacy dell’adolescente di Ferrara, vittima della diatriba giudiziaria tra i genitori che le sta impedendo di vivere serenamente, privandola della possibilità di studiare e di danzare. Chiara è una ballerina da quando era piccola. Oggi ha 14 anni e danzare, per lei, è molto più di un sogno: è una ragione di vita. A dimostrarlo sono le parole che la minore ha rivolto al Garante per l’Infanzia. Un appello disperato: “Aiutatemi. Conosco i miei diritti”.
Il minore dice “No!” al provvedimento del giudice. Quattro ore le sono servite per chiarire la sua posizione, quando il 25 novembre scorso è stata convocata in Questura a Ferrara, dove ha incontrato la tutrice e l’assistente sociale che si stanno occupando del caso. In quest’occasione, l’adolescente si è opposta al provvedimento dell’autorità giudiziaria, che prevede l’allontanamento dalla madre e il trasferimento della minore a Roma, presso una casa-famiglia, ribadendo la volontà di perseguire il suo sogno di ballerina a Milano.
Vita da reclusa: niente scuola né danza. Un sogno, però, al momento infranto. Infatti, Chiara vive reclusa in casa oramai da tre mesi. I mancati nullaosta non le consentono di andare a scuola e, sebbene dimostri particolare dedizione, tanto da tenersi aggiornata sui programmi scolastici per mezzo del web, questa condizione non le assicura il diritto allo studio né una vita serena e normale, come dovrebbe essere quella di una ragazzina della sua età.
La danza e le lingue: un sogno spezzato. La giovane promessa della danza ferrarese vede sfumare gli obiettivi che si era prefissata per quest’anno: frequentare una prestigiosa scuola di danza a Milano (dopo aver conseguito l’ammissione) e iscriversi a un liceo linguistico per imparare l’inglese e il francese, che  –  come lei stessa sottolinea nell’appello  –  “serviranno per la carriera da danzatrice”. Ad oggi, però, le vicende giudiziarie tra i genitori, seguite dal Tribunale di Roma, non le consentono di portare a compimento i suoi desideri e la costringono a vivere nell’angoscia.
La testimonianza del legale. “La ragazza teme ogni squillo del campanello, terrorizzata che la portino di forza nella capitale”, scrive Francesco Miraglia, legale della madre, all’interno della lettera aperta inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. E continua: “Sta vivendo peggio che se fosse stata condannata alla detenzione carceraria, senza però aver commesso reato alcuno. Può dirsi una colpa quella di essere nata da due genitori che non vanno d’accordo?”. L’avvocato fa sapere anche che “il giudice, nonostante la minore lo abbia richiesto, si è rifiutato di incontrarla personalmente”.
La solidarietà del web e degli amici. La stessa Chiara si interroga sul motivo di tali privazioni: “Ho sempre studiato e ho sempre preso bellissimi voti. Non capisco perché mi si dovrebbe punire in questo modo”. In difesa della minore si è schierato il CCDU, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (https://www. ccdu. org/comunicati/ferrara-circa-200-giovane-ballerina), presente durante la manifestazione dello scorso 21 novembre nella città estense. Anche il web si è mobilitato in suo favore: sono oltre cinquemila i sostenitori del gruppo pubblico, presente su Facebook, “Amici della giovane promessa ferrarese della danza”.
Art. 34 e art. 3 della Costituzione. Risulta evidente, nella storia di Chiara, che il tempo della giustizia sia diverso da quello dell’esistenza, ancor più quando  –  come nel suo caso  –  una innocente, minore, paga a carissimo prezzo gli errori altrui, subendo una condizione disumana che la vede privata a soli 14 anni del diritto allo studio, sancito dall’art. 34 della Costituzione, e della libertà di avere un sogno (diventare una ballerina professionista) come invece le assicurerebbe l’art. 3 che stabilisce l’impegno della Repubblica a “rimuovere gli ostacoli, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
 
 
http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/12/03/news/minori_vittime_dei_divorzi_l_appello_di_chiara_aiutatemi_conosco_i_miei_diritti_-128734162/

Minori, genitori e libri

A Napoli – presso la Biblioteca Comunale “Benedetto Croce” in via Francesco De Mura 2/bis – nell’ambito dell’evento “Minori, genitori e libri” voluto e coordinato da Giacomo Rotoli, Presidente Adiantum, venerdì 27 novembre alle ore 17.00, ancora un momento che unisce cultura, conoscenza e battaglie in difesa dei bambini.
Presenteremo “Papà portami da qui” (Armando Editore 2015) di Vincenza Palmieri e Francesco Miraglia: la storia di Anna Giulia, 7 anni, rapita alla sua famiglia da un sistema che l’ha resa fantasma, cittadina italiana senza alcun diritto, svuotata della sua storia ed identità.
Un crimine verso l’Umanità che è il crimine commesso verso ogni bambino a cui viene negato il diritto alla propria famiglia, laddove non ci siano violenze o pericoli.
Il sistema delle valutazioni genitoriali e ,di conseguenza , il rito dell’inidoneità genitoriale, può essere considerato -oggi – una delle pratiche più invasive è sconvolgente, che ha portato al massacro e distruzione di molte famiglie. E che ha allontanati dai propri cari migliaia di bambini con le motivazioni più assurde, perpetrando il contorto sistema delle perizie e consulenze di parte e di ufficio, ed alimentando collusioni tra sistemi forti ed istituzioni totali: il sistema psichiatrico, quello giuridico e le lobby dei centri di valutazione diagnostica , fino alle case famiglia o alle comunità ad alti contenimento.
Finché non mettiamo le mani in tutto questo, non abbiamo fatto ne’ informazione ne’ cultura. Con un solo scopo: riportare a casa Anna Giulia e migliaia di bambini allontanati e sottratti ingiustamente alla Vita.