Inchiesta “Angeli e demoni”: bisogna verificare i casi giacenti in Corte d’Appello. Avvocato Miraglia: «L’inchiesta non può limitarsi ai fascicoli giacenti al Tribunale dei Minorenni di Bologna»
BIBBIANO (30 Ottobre 2019). In queste ore si sta cercando di minimizzare l’inchiesta “Angeli e demoni” sugli affidamenti di minori nella zona di Bibbiano in Val d’Enza (Reggio Emilia): su 100 segnalazioni dei Servizi sociali al Tribunale per i Minorenni negli ultimi due anni, in 85 casi il tribunale aveva stabilito di lasciare i bambini in famiglia e solo in 15 casi i giudici avevano deciso per l’allontanamento. Di questi, solo in sette casi i genitori hanno presentato ricorso contro le sentenze di allontanamento, tutti successivamente respinti dalla sezione minori della Corte d’Appello.
«E chi ha accertato questi dati?» dichiara l’avvocato Francesco Miraglia, che segue molti casi di allontanamento in Val d’Enza. «Ma soprattutto dalla verifica mancano tutti i casi, compresi molti di quelli che sto seguendo personalmente, che non giacciono al Tribunale dei Minorenni di Bologna, ma che sono già stati trasmessi alla Corte d’Appello. Casi che si riconducono al medesimo “sistema Bibbiano”, che devono essere presi in esame proprio come gli altri. Invito pertanto la Corte d’Appello di Bologna a prenderli tutti in esame e a fare chiarezza anche su di loro».
Tra questi c’è il caso di una giovane coppia che, in effetti, aveva avuto in passato problemi di tossicodipendenza, ma al momento della nascita della loro figlioletta nel 2016 avevano svoltato vita: la mamma ha seguito un percorso, anche psicologico e insieme ai Servizi sociali, mentre il padre si è totalmente disintossicato da anni e ha trovato adesso un lavoro stabile. Attorno alla coppia c’è tutta una rete familiare disposta ad aiutare la coppia e la loro figlioletta. Invece la piccola è stata loro strappata e dichiarata adottabile. «Il collocamento extrafamiliare del minore» prosegue l’avvocato Miraglia, «deve essere inteso quale extrema ratio qualora si trovi in stato di assoluta carenza di assistenza morale e materiale e di indisponibilità di parenti fino al quarto grado. Non è il caso dei miei assistiti, che oltre ad aver ripreso in mano la loro vita, hanno una rete parentale solida e unita. Ma i miglioramenti e l’impegno della madre non sono stati minimamente presi in considerazione dal Servizio sociale, che ha definito i genitori del tutto incapaci di svolgere il proprio ruolo. E guarda caso ad occuparsi di questa bambina sono stati l’assistente sociale Francesco Monopoli e la dottoressa Federica Anghinolfi, agli arresti domiciliari perché coinvolti nell’inchiesta denominata “Angeli e Demoni” dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, e definiti i veri e propri “deus ex machina” delle modalità di verifica di presunti abusi pregiudizi sui minori, con l’unico scopo di allontanarli dalla famiglia di origine. Ecco perché abbiamo presentato istanza alla Corte d’Appello di Bologna per anticipare l’udienza e riprendere i contatti tra la bambina e genitori e perché chiediamo alla medesima Corte di prendere in esami tutti i casi in giacenza».