Caro Ministro Di Maio, la commissione sigli affidi deve valutare anche i Tribunali per i Minorenni
Lettera aperta dell’avvocato Francesco Miraglia, che da oltre dieci anni denuncia casi eclatanti di adozioni mascherate, affidamenti “facili”, servizi sociali incompetenti, case famiglia degli orrori
«Continua a inorridire, man mano si conoscono le storie agghiaccianti, quanto emerso dall’inchiesta sugli affidi denominata Angeli e demoni a Reggio Emilia: ed è giusto che si sappia cosa accade e si provino orrore e sgomento, perché queste cose succedono e anche troppo spesso e non soltanto in Emilia. Solo che chi come me le denuncia da anni rimane inascoltato». L’avvocato modenese Francesco Miraglia, esperto in Diritto minorile, negli ultimi quindici anni ha affrontato casi simili in tutta Italia: ecco perché chiede che la commissione che dovrà far luce sugli affidi, annunciata dal vicepremier Luigi Di Maio, sia estesa a livello nazionale, certo, ma coinvolga oltre ai Servizi sociali anche i Tribunali dei minorenni.
«Caro vicepremier Luigi Di Maio» prosegue Miraglia, «ben venga la commissione che lei ha annunciato, coinvolgendo il ministero della Famiglia, cui io stesso mi sono rivolto anche di recente per casi che sto seguendo. Ben venga che si faccia chiarezza sulla facilità con cui i bambini vengono strappati ai genitori e dati in affido o collocati in case famiglie, dove insieme ad ogni bambino entrano anche 150 euro al giorno. Perché di questo stiamo parlando: di un business fatto sulla pelle dei bambini e su quella di genitori fragili e in difficoltà, cui vengono tolti i figli senza motivi reali, facendoli passare per inetti o squilibrati perché qualcuno deve guadagnare per ogni affidamento, ogni ingresso in comunità. Ed è proprio qui il nocciolo della questione che deve venire affrontata seriamente, anche dopo che l’ondata emotiva sui casi di Reggio Emilia si sarà attenuata. Se è vero che questo sistema si regge sulle relazioni redatte dagli assistenti sociali, che mettono in moto il meccanismo, è però un giudice di un tribunale a emanare una sentenza. Ecco dove bisogna andare a controllare, a mettere il naso, a spulciare caso per caso. Perché troppo spesso i giudici si limitano a “copincollare” le relazioni dei Servizi sociali, senza entrare nel merito della vicenda, senza predisporre ulteriori perizie. E molto, anzi troppo spesso, persino senza ascoltare i bambini o il loro genitori. Che si trovano quindi doppiamente vittime di un sistema che da un lato lucra su di loro, dall’altro dimostra assoluta inerzia e noncuranza. Un’ultima cosa, caro ministro Di Maio, vorrei portare alla sua attenzione: adesso che, mi auguro come da lei annunciato, si farà chiarezza su decine di casi di allontanamenti ingiustificati, chi risarcirà questi genitori? Chi restituirà loro i figli? Ma soprattutto, a questi bambini, alcuni ancora piccoli, in altri casi adolescenti, chi dirà la verità? Chi dirà loro che vivono da anni insieme ad estranei, lontani dai genitori, dai nonni, dagli amichetti di scuola perché qualcuno ha voluto guadagnare sulla loro pelle? Chi lo farà? E con che metodo, poi? Possiamo solo immaginare quanto devastante potrà essere per un ragazzo apprendere di essere vittima di un sistema. Si essere stato allontanato da casa per mero lucro, per mero guadagno. Ecco, ministro, mi permetta allora di suggerire anche di predisporre, nella commissione che immagino e spero lei vorrà portare avanti, anche di un pool di psicologi e psicoterapeuti in grado di sostenere le decine, chissà forse pure centinaia, di casi che credo emergeranno in tutta Italia. Perché, caro ministro, io non sono incappato in situazioni di allontanamenti “dubbi” o quantomeno “facili” soltanto con il Tribunale dei minorenni di Bologna, ma anche con quello di Venezia e di Torino, tanto per citarne alcuni. Dai genitori fatti passare per pazzi a quelli accusati di essere spacciatori, fino ai bambini allontanati dalle madri dopo che queste hanno denunciato abusi da parte degli ex compagni contro di loro o i loro figli. Esiste un numero enorme di genitori che sta piangendo per i figli strappati dalle loro amorevoli braccia, esiste un numero enorme di bambini che piange per non avere più l’abbraccio della propria mamma. E non solo per colpa di assistenti sociali inette o, peggio, criminali, ma anche per i provvedimenti finali emanati dai Tribunali dei minori, perché per ogni relazione e richiesta di allontanamento presentata da un’assistente sociale, c’è comunque un giudice a pronunciare la parola “affido”».