Violenza sul figlio il pubblico ministero chiede nove anni
Villafranca, ai primi di novembre sarà emessa la sentenza Sette anni di denunce e battaglie legali tra la mamma e l’Usl
VILLAFRANCA. Mano pesante del pubblico ministero Emma Ferrero, che ha chiesto una pena di 9 anni per un uomo accusato di violenza sessuale sul figlio. Il processo è stato rinviato al 3 novembre prossimo per la sentenza. La fase finale del dibattimento si è svolta ieri in tribunale a porte chiuse per la delicatezza del caso. La vicenda emerge nel 2007, quando la madre comincia a sospettare dei comportamenti del compagno e del disagio del figlioletto. Ha il coraggio di denunciare tutto, ottiene l’allontanamento del padre di suo figlio da casa e inizia una lunga battaglia legale, contro di lui, ma anche contro i Servizi sociali dell’Usl 15, che per anni hanno obbligato il piccolo a vedere il padre, nonostante questi sia accusato, appunto, di abusi sessuali e il ragazzino si dimostri sempre più insofferente a incontrare il genitore. Con la continua insistenza della madre e del suo legale, gli incontri tra padre e figlio vengono infine sospesi nel 2013. Siccome la madre si rifiuta di far incontrare padre e figlio, i Servizi sociali decidono di programmare un percorso di allontanamento del ragazzino dalla madre e il Tribunale dei minori stabilisce una limitazione della potestà genitoriale sia per il papà che per la mamma. Viene disposto quindi l’affidamento diurno del ragazzino a una comunità protetta di Marghera, a 50 chilometri di distanza da casa. Sarebbe toccato alla madre il compito di portarlo al mattino e di andarlo a riprendere ogni sera, tutti i giorni, fine settimana compresi, fino a Marghera, a spese proprie. Trovando inconcepibile tale provvedimento la donna si è opposta, presentando un’istanza, sulla base della quale il Tribunale dei minori di Venezia ha sospeso il provvedimento e chiesto ulteriore documentazione all’Usl 15. Poche settimane fa, la mamma del ragazzino ha organizzato una manifestazione di solidarietà per combattere il rifiuto che certi compagni gli manifestavano, proprio perché vittima della violenze degli abusi del padre. Un atto deciso, con cui la madre ha voluto dare un segnale agli altri genitori: il piccolo è stato vittima di abusi da parte del padre ma è anche vittima di bullismo e isolato dagli altri ragazzini, istigati, come racconta la madre, da alcuni genitori, che non hanno esitato, mesi fa, a firmare una petizione per farlo allontanare da scuola. Temono che possa comportarsi in maniera non appropriata con i loro figli. E pertanto impediscono ai figli di parlare o giocare con lui.