Dramma carceri: Lettera aperta al presidente Napolitano
Lettera aperta
29 magg – Poco tempo fa su tutti i mezzi d’informazione Lei sig. Presidente nel giorno della canonizzazione a San Pietro di San Giovanni Paolo II ha ringraziato pubblicamente Sua Santità Papa Francesco per avere convinto Pannella a sospendere lo sciopero della fame sul dramma carceri.
Il problema delle carceri nel nostro paese è un problema serio, malato, concreto ma è altrettanto vero che chi è causa del proprio male pianga se stesso!!
Questa mia non vuole essere un atto di difesa d’ufficio di Domenico ma piuttosto un grido d’allarme di come non funziona il nostro sistema.
Non è certamente intenzione del sottoscritto entrare nel merito della vicenda giudiziaria di Domenico ma piuttosto far presente le anomalie del nostro sistema.
Domenico ha patteggiato una pena di 3 anni e 5 mesi nel mese di novembre 2013.
Lo stesso di trovava agli arresti domiciliari dall’8 giugno 2013, cioè da quando è stato arrestato.
Già prima del patteggiamento Domenico era in misura cautelare; ebbene in piena “crisi carceraria” in data 8 aprile 2014 veniva emessa un ordinanza di esecuzione affinché la restante pena da scontare di 2 anni e 4mesi venisse scontata in carcere.
Sottolineo che negli 11 mesi di detenzione domiciliare mai Domenico è venuto meno alle prescrizioni o quant’altro, in altre parole non c’era nessun motivo che potesse ostacolare Domenico nel continuare a scontare la pena a casa propria e anche a spese proprie.
In altre parole Domenico era a casa ed è stato portato in carcere.
Allora mi chiedo ma soprattutto Vi chiedo, i Vostri appelli, le Vostre raccomandazioni e sollecitazioni a chi sono dirette?
Com’è possibile che la nostra magistratura è spesso lontana anni luce dalla realtà??
Ma come è possibile che chi è fuori lo mettono dentro e chi è dentro lo mettono fuori?
Lei stesso sig. Presidente ha lanciato un appello al nostro Parlamento affinché facesse subito qualcosa sull’insostenibile condizione carceraria.
La stessa Corte Europea dei diritti dell’uomo ha punito il nostro paese per le “torture” che causa il sovraffollamento e il disumano degrado.
Addirittura Lei stesso ha definito “mortificante” per l’Italia la condanna dell’Europa.
Ebbene, sig. Presidente, Sua Santità, in qualità di avvocato di fiducia di Domenico, detenuto presso il carcere di Como, sento il dovere di rivolgermi direttamente a Voi e all’opinione pubblica tutta.
Non è mia intenzione dare consigli o soluzioni ma è altrettanto vero che se si fanno appelli, proclami e quant’altro e poi nessuno si prende la responsabilità e se poi succede quello che è successo a Domenico si fa la figura di predicare bene e razzolare male.
A questo punto spero per tutti noi cittadini italiani che i Vostri appelli non rimangano solo tali se poi accade quello che è accaduto a Domenico.
Avv. Francesco Miraglia