29 Aprile 2013
Lavoratori precettati senza avviso colpa dell’Atcm, la Prefettura paga
Caso unico in Italia Ventitrè autisti hanno fatto ricorso e saranno risarciti con 661 euro a testa pari a 15mila euro
Finirà nei volumi della Utet che fanno giurisprudenza, in quanto prima e unica in Italia, la sentenza che ha condannato la Prefettura a rifondere i lavoratori multati. La Prefettura è quella di Modena e la “colpa” è dell’Atcm. Com’è andata? Siamo nel 2003, periodo di forti agitazioni per i lavoratori dipendenti delle aziende pubbliche di trasporto a causa del mancato rinnovo del contratto. Le proteste crescono in tutta l’Italia e anche a Modena. Il 22 dicembre di quell’anno, durante una di queste agitazioni, gli autisti dell’Atcm indicono uno scipero spontaneo a cui aderiscono numerosi, bloccando il trasporto pubblico in città.
L’azienda grida allo “sciopero selvaggio” e chiede la precettazione per i suoi dipendenti. Per precettare dei lavoratori in sciopero (cioè per impedire loro di interrompere il servizio e multare chi non torna al lavoro) l’Atcm si rivolge, come previsto dalla legge, alla Prefettura di Modena che, su richiesta dei dirigenti dell’azienda, dichiara lo sciopero non valido. A quel punto, sempre per legge, l’Atcm, in quanto datore di lavoro, avrebbe dovuto bloccare lo sciopero avvisando i lavoratori di aver ottenuto la precettazione. Ed è proprio qui che qualcosa non ha funzionato.
L’Atcm ha, infatti, considerato precettati i suoi dipendenti ma non li ha avvisati, come doveva, di questa decisione. Qualche mese dopo i lavoratori che avevano aderito allo scioperosi sono visti recapitare una sanzione pecuniaria di 172 euro a testa, per aver violato la precettazione e non aver ripreso il servizio nonostante la protesta fosse stata dichiarata illecita. Dei lavoratori che si sono visti recapitare l’ammenda quasi tutti hanno pagato, non trovando nei sindacati di categoria alcuna indicazione precisa su come muoversi. 23, di loro, invece, hanno fatto ricorso. Ed hanno vinto su tutta la linea.
L’Atcm, infatti – dice la legg – per convalidare la precettazioe ottenuta dalla Prefettura avrebbe dovuto comunicare immediatamente ai lavoratori che lo sciopero era stato dichiarato illegittimo, uilizzando mezzi di informazione, avvisi, affissioni nel luogo di lavoro e tutti i canali possibili, accertandosi anche che la comunicazione risultasse efficace. In aula di tribunale i ricorrenti hanno invece dimostrato il contrario: molti scioperanti, nonostante avessero contattato l’azienda per avere informazioni o si fossero, addirittura, recati sul posto di lavoro non erano venuti a conoscenza del provvedimento.
In sostanza i 23 autisti che avevano fatto ricorso attraverso l’associazione Atala avvalendosi della consulenza legale dell’avvocato Francesco Miraglia, lo hanno vinto e la Prefettura di Modena è stata condannata a rifondere ognuno con 661 euro, comprensivi delle spese legali sostenute, per un totale di più di 15mila euro.
L’azienda grida allo “sciopero selvaggio” e chiede la precettazione per i suoi dipendenti. Per precettare dei lavoratori in sciopero (cioè per impedire loro di interrompere il servizio e multare chi non torna al lavoro) l’Atcm si rivolge, come previsto dalla legge, alla Prefettura di Modena che, su richiesta dei dirigenti dell’azienda, dichiara lo sciopero non valido. A quel punto, sempre per legge, l’Atcm, in quanto datore di lavoro, avrebbe dovuto bloccare lo sciopero avvisando i lavoratori di aver ottenuto la precettazione. Ed è proprio qui che qualcosa non ha funzionato.
L’Atcm ha, infatti, considerato precettati i suoi dipendenti ma non li ha avvisati, come doveva, di questa decisione. Qualche mese dopo i lavoratori che avevano aderito allo scioperosi sono visti recapitare una sanzione pecuniaria di 172 euro a testa, per aver violato la precettazione e non aver ripreso il servizio nonostante la protesta fosse stata dichiarata illecita. Dei lavoratori che si sono visti recapitare l’ammenda quasi tutti hanno pagato, non trovando nei sindacati di categoria alcuna indicazione precisa su come muoversi. 23, di loro, invece, hanno fatto ricorso. Ed hanno vinto su tutta la linea.
L’Atcm, infatti – dice la legg – per convalidare la precettazioe ottenuta dalla Prefettura avrebbe dovuto comunicare immediatamente ai lavoratori che lo sciopero era stato dichiarato illegittimo, uilizzando mezzi di informazione, avvisi, affissioni nel luogo di lavoro e tutti i canali possibili, accertandosi anche che la comunicazione risultasse efficace. In aula di tribunale i ricorrenti hanno invece dimostrato il contrario: molti scioperanti, nonostante avessero contattato l’azienda per avere informazioni o si fossero, addirittura, recati sul posto di lavoro non erano venuti a conoscenza del provvedimento.
In sostanza i 23 autisti che avevano fatto ricorso attraverso l’associazione Atala avvalendosi della consulenza legale dell’avvocato Francesco Miraglia, lo hanno vinto e la Prefettura di Modena è stata condannata a rifondere ognuno con 661 euro, comprensivi delle spese legali sostenute, per un totale di più di 15mila euro.