Fa causa al comune di Modena e vince
L ‘avvocato Miraglia: «Ci sono voluti sette anni, ma abbiamo ottenuto giustizia»
MODENA. Metti un buio pomeriggio d’autunno e un marciapiede dissestato ricoperto da foglie: fatale mix che espone i passanti a potenziali cadute e scivoloni. E infatti così accadde nell’ottobre del 2008 a un’attrice sessantenne, scesa sotto casa a Baggiovara a gettare i rifiuti nei bidoni. La coltre di foglie cadute dagli alberi e non ancora spazzate via aveva mascherato alcune asperità del marciapiede, sulle quali la donna ha accidentalmente poggiato il piede, trovandosi suo malgrado protagonista di una rovinosa caduta a terra. Non una cosa da poco, peraltro, in quanto si provocò una frattura scomposta all’omero destro e una frattura al polso sinistro. Iniziò per lei un calvario durato ben quattro mesi, fatto di ingessature e di un intervento chirurgico, seguiti da un lungo periodo di riabilitazione fisioterapica. Periodo durante il quale l’attrice non poté lavorare e in seguito al quale ha riportato un’invalidità permanente del 15,5 per cento.
«La signora si è rivolta quindi al mio studio legale, intenzionata ad ottenere giustizia» racconta l’avvocato Miraglia «e abbiamo pertanto presentato una causa di risarcimento contro il Comune di Modena, per i danni che la caduta le ha provocato».
A poco è valsa la difesa del Comune di Modena, che ha resistito in giudizio, sostenendo che la signora conoscesse lo stato del marciapiede e avrebbe dovuto prestare quindi maggiore attenzione. Un’osservazione valutata come pertinente dal giudice, il quale ha stabilito infatti che al Comune attenesse il 40 per cento della responsabilità di quanto accaduto. Responsabilità che si è tradotta in un risarcimento economico pari a 27 mila euro circa tra danno subito, spese legali e perizia del medico legale. Il giudice ha tenuto conto del fatto che l’attrice, in seguito alla caduta sulla buca non sistemata e nemmeno segnalata, ha attraversato un periodo molto doloroso, che le ha impedito per mesi di esercitare la sua professione, oltre a cagionarle un’invalidità permanente.
«Ci sono voluti sette anni, ma alla fine siamo riusciti a dimostrare le nostre ragioni e ad ottenere giustizia» conclude l’avvocato Miraglia. «Una vittoria che assume un gran valore se si considera che è stata ottenuta contro un ente pubblico, categoria verso la quale solitamente i cittadini si sentono impotenti».