23 Marzo 2018
Modena, lì 23 marzo 2018
Oggetto: Richiesta di appuntamento urgente
Preg.mo Presidente,
prima in qualità di avvocato e poi in qualità di cittadino italiano, sento il bisogno di rivolgermi direttamente alla Preg.ma S.V.
Nella giornata del 21 marzo u.s., al Quirinale sono state convocate le attrici meritevoli di riconoscenze ma anche portatrici di un messaggio: “Nuove sfide, grazie alle donne che hanno denunciato”, “il monologo di Paola Cortellesi in difesa delle donne ai David 2018 dovrebbero ascoltarlo tutti contro ogni discriminazione”.
Ebbene, caro Presidente, occorre far sì che questi messaggi riguardino anche la povera gente, spesso senza difesa, spesso senza voce, spesso oggetto di vere e proprie discriminazioni; non vorrei che anche per Lei valesse quel detto “si predica bene e si razzola male”.
La realtà, purtroppo, è ben diversa dai salotti de Quirinale, dalle cerimonie e dai convegni.
Tanti, troppi, sono i casi in cui le donne subiscono le discriminazioni proprio da quelle istituzioni a cui si rivolgono per essere tutelate.
Com’è possibile che una mamma si rivolga all’autorità giudiziaria per i reati p.e.p dagli artt.61 n.11 quinquies, 572 c.p, n. 582 I comma, 585 in relazione all’art 576 n.5.1, N.582 I comma, 585 in relazione all’art. 576 n.5.1 c.p., N. 628 comma 2 e 3 N. 3 bis, c.p., N.. 628 comma 2 e 3 n.3 bis c.p., N. 582 commi 1 e 2 in relazione all’art. 585 comma I, 576 comma 1 n. 1 in relazione all’art. 61 n. 2 c.p., art. N. 574 c.p., N. 572 c.p., e come risultato si ottiene l’allontanamento dei figli e addirittura la disposizione degli incontri protetti.
Certo che non sarà questa mia comunicazione a far cambiare le cose, ma sono certo che la Sua sensibilità avrà il sopravvento sulle carte e sulle relazioni.
Occorre che i Magistrati, nel caso specifico, prima di prendere delle decisioni, siano preparati a prenderle, prima di decidere, abbiano la conoscenza e la preparazione di affrontare e di prendere determinate decisioni.
Non vorrei che questa mia comunicazione passasse come una sorta di difesa d’ufficio di tanti miei assistiti.
Questa vuole essere una sorta di invito a una presa di coscienza di un problema serio; è troppo facile, a disgrazia accaduta, commentare: “si poteva evitare”, “potevamo intervenire prima”, “non abbiamo ascoltato”.
Caro Presidente, sarebbe importante capire la realtà e invitare al Quirinale non solo chi ha la possibilità economica di difendersi e di far valere i propri diritti, ma anche quelle povere mamme che oltre a subire le umiliazioni e le botte dei propri uomini, subiscono anche l’umiliazione delle istituzioni che come primo atto di aiuto decidono, incredibilmente, di allontanarle i figli collocandoli presso il proprio carnefice.
Sicuramente non avrà bisogno dei miei consigli, ma sono certo che la realtà che Le spesso raccontano sia completamente diversa.
Basterebbe poco affinché molte di queste tragedie potessero essere evitate.
La preparazione, il buonsenso, la sensibilità, sono questi i pregi che devono appartenere in primis a chi raccoglie le denunce e in secondo luogo a chi le deve valutare per prendere delle giuste decisioni.
Le chiedo, non certo come cittadino, ma come avvocato, di essere convocato da Lei il prima possibile, per rappresentarLe, “carte alla mano”, che “nuove sfide, realmente possono essere affrontate grazie alle donne che hanno denunciato”.
Per puro tuziorismo voglio riprendere le Sue parole:
“Attrice, registe, operatrici del mondo del cinema hanno, con forza, denunciato mancanza di parità nei diritti, nelle opportunità, nelle condizioni di lavoro; una inaccettabile pretesa di considerarle in condizione di inferiorità. pretesa che non di rado sfocia anche in pressioni indebite e in violenze, morali e fisiche. Desidero ringraziare per la lettera che ho ricevuto da donne del cinema. Questa distorta concezione nei confronti delle donne, presente in tanti ambiti della società, è insopportabile per persone libere, che concepiscono la parità come premessa irrinunciabile di ogni comunità umana. Nessuno, in alcun ambiente, deve sottrarsi a questo dovere di civiltà ed è sorprendente che vi sia ancora bisogno di richiamarlo”
Auguro a tutti voi e a coloro che lavorano nel cinema una nuova primavera. Abbiamo le risorse intellettuali, le energie umane, le forse organizzative per affrontare la nuova stagione con fiducia”.
Mi sembra superficiale ricordarLe che i nostri concittadini non sono tutte attrici con possibilità economiche per far valere i propri diritti.
Le chiedo quindi, di considerare quanto le ho riportato, considerato che Lei è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Rimanendo a disposizione per l’appuntamento da concordare, porgo cordiali saluti.
Avv. Francesco Miraglia