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A 3 anni tolto a chi  l'ha cresciuto «Così  si abitua all'adozione»

14.12.2018

Forse, non è stata la festa magica che hanno avuto i suoi «fratelli piovuti dal cielo», quelli con cui ha vissuto dai suoi 8 mesi fino a quando il Tribunale dei minori di Venezia, in ottobre, ha messo sulla sua vita il timbro di «bambino in stato di adottabilità». Marco (nome di fantasia) ha solo 3 anni ed è già un numero: per i giudici lagunari è il «caso» 118 del 2018.
È di Verona e anche in Comune, così come all’Ulss 9, c’è un fascicolo a suo nome gonfio di carte. E’ nato da una ventenne con seri problemi di salute a cui i giudici hanno sospeso ancora nel 2016 la «responsabilità genitoriale» in quanto incapace di occuparsi del figlio (inesistente pure il papà che non l’ha riconosciuto ed è scappato appena nato). Ha due nonni materni (ancora giovani, under 60, e quindi con un’età compatibile per crescere il nipote), uniche figure positive nella sua già difficile vita: due mesi fa le assistenti sociali hanno avviato l’iter concluso in modo drammatico, con la sentenza di adottabilità del piccolo.
«Doveva andare diversamente e invece è stato un incubo», si disperano i familairi del piccolo Marco attraverso il loro avvocato, Francesco Miraglia di Roma, «abbiamo presentato ricorso in appello a Venezia, a gennaio ci sarà l’udienza, intanto ce l’hanno portato via perchè, hanno detto, si deve abituare al distacco. Ma scherziamo? Ma si gioca così con i bambini? Non è orfano, ha una mamma che si sta curando per tornare prima o poi ad occuparsi di lui e, non dovesse farcela, ci siamo noi, i suoi nonni, che non chiediamo altro che averlo in affido». Poi, l’urlo disperato: «Vogliamo assolutamente riabbracciare il nostro nipotino, vogliamo crescerlo e fargli capire che una famiglia ce l’ha, chi può pensare che sia più felice con degli estranei che con noi, che sia meglio per lui fare il Natale in Comunità che in casa tra i suoi affetti, i suoi giochi, le sue abitudini? Ma cosa costava lasciarlo tranquillo, povero bambino, almeno sotto le feste e aspettare il ricorso di gennaio? Ci sono i suoi regali di Santa Lucia ad aspettarlo in salotto, e anche quelli del 25 dicembre, glieli daremo, deve essere per forza così…». La storia di Marco è complicata. Attraverso un tira-molla durato mesi passato attraverso varie fasi – dalla giovane mamma giudicata «inadeguata» nel ruolo genitoriale, al collocamento nella famiglia disponibile ad accudirlo fino a soluzione dello stato di emergenza, dai nonni che hanno chiesto al Tribunale di essere scelti come affidatari del nipote fino invece alla nomina di un tutore legale – il risultato è che Marco è rimasto «da solo», a tre anni, schiacciato dalla sentenza numero 118 del 2018: è in Comunità, da alcuni giorni ormai, in attesa di adozione.
Ieri, la grande festa dei giocattoli di Santa Lucia, se l’è passata lì, in mezzo ad altri «casi» come il suo: via dalla sua casa, dai suoi tre fratellini «affidatari» e da quelli che ha imparato a chiamare «mamma e papà», senza i suoi nonni, lontano da tutti i suoi punti di riferimento. L’avvocato Miraglia è agguerrito. «A Venezia hanno giustificato la scelta spiegando che così il bambino si abitua all’adozione. Ma scherziamo?», sbotta, «il Tribunale dei minorenni strappa un piccolo di tre anni ai nonni e alla famiglia affidataria e lo mette in Comunità perchè così si tempra e comincia a capire quale sarà il suo destino? Ma questa è cattiveria pura, questa è crudeltà, questa non è tutela dei minori ma un modo per opprimerli». Poi, in un crescendo di rabbia: «Qual è la ratio nella scelta di stravolgere la vita di una creatura nata già sotto una stella poco buona, finalmente messa in sicurezza grazie a dei genitori affidatari e in stretto contatto con i nonni materni, sbattendolo in una struttura educativa?». Miraglia non usa mezzi termini: «La cosa più incredibile è che tutto ruota attorno al giudizio dei Servizi sociali di Comune e Ulss che hanno giudicato la nonna incapace di occuparsi di lui perchè vent’anni fa non è stata una madre ferma e autorevole con la figlia. Sembra una barzelletta se non fosse che di mezzo c’è il piccino che fino a ieri dormiva nel suo letto e oggi si trova circondato da perfetti sconosciuti».
L’avvocato conclude puntando il dito contro «Tribunale dei minorenni nato con lo scopo di tutelare i bambini e non con quello di opprimerli. Questa vicenda è una beffa per tutti: i nonni avevano chiesto aiuto all’assessorato per un sostegno e la risposta è stata invece quella di dare il piccolo ad una famiglia, con la quale per fortuna hanno da subito instaurato buoni rapporti. Poi, altra decisione improvvisa: Marco con i genitori collocatari non può stare per sempre, non può neanche tornare dalla nonna perchè appunto non ha mostrato polso fermo con la figlia vent’anni fa, quindi non resta che la comunità “così si abitua prima a staccarsi da loro, visto che una volta adottato non li rivedrà mai più”». L’assessore comunale al Sociale Bertacco è altrettanto amareggiato: «Ciò che ha fatto il Tribunale di Venezia è crudele, si trattava di aspettare l’appello. Il bimbo non può certo star bene dove è adesso, sbattuto di qua e di là a 3 anni, ma che modo di agire è questo?». L’avvocato Miraglia gli risponde invitandolo a recitare il mea culpa e lancia un appello al sindaco Sboarina «perché si informi su ciò che accade nella sua civilissima città».

Aeci Verona 3 e Studio legale Miraglia insieme contro i soprusi

Nasce una collaborazione in difesa dei consumatori veneti e emiliani-romagnoli
Verona (10 agosto  2018). La sede veronese dell’Aeci, Associazione Europea Consumatori Indipendenti, ha avviato una collaborazione con lo studio legale Miraglia di Modena. Gli associati avranno quindi la possibilità di ottenere tutela legale in eventuali controversie che abbiano come soluzione una causa civilistica, oltre alle controversie e conflitti con gli enti gestori di servizi. «I nostri oltre mille associati avranno quindi l’opportunità di veder ascoltate e risolte anche problematiche che comportino conflittualità con altri cittadini» illustra Daniele Barbieri, presidente Aeci Verona 3 «oppure con i vicini, con i coniugi per la causa di separazione e per l’affidamento dei figli, con le banche, per risarcimenti danni e infortuni. Un servizio in più, che offriamo ai nostri associati per dirimere tutte le problematiche in cui possano incorrere nel corso della loro vita». L’Aeci è presente a Verona dal 2011 ed è un’associazione indipendente, che opera per tutelare, difendere e informare i consumatori.
Lo studio Miraglia ha sede a Modena, ma opera in tutta Italia: pur occupandosi principalmente di diritto penale, ama confrontarsi con qualunque situazione legale e con qualunque causa giudiziaria permetta di soddisfare l’innato senso di giustizia che caratterizza i legali che lo compongono. «Nel corso degli anni mi sono occupato spesso di diritti dei minori» spiega l’avvocato Francesco Miraglia, «seguendo casi difficili ed eclatanti, che hanno avuto risonanza mediatica in tutta Italia. Offriamo quindi la nostra esperienza e capacità anche agli associati Aeci che fossero coinvolti e vittime, loro malgrado, di situazioni di ingiustizia sociale».